…sul ponte sventola bandiera bianca … - di Francesco Briganti

28.01.2015 09:41

Mercoledì 28 gennaio 2015: quattro giorni all’alba di un congedo da un servizio al paese iniziato da troppo tempo oramai; quattro giorni ed il marinaio in vedetta sulla coffa delle caravelle italiane in cerca di un nuovo mondo potrà gridare il proprio soddisfatto: “ … terraaa ….terraaaa!”; quattro lunghissimi giorni per un approdo che non sappiamo ancora se essere quello in una terra finalmente diversa o quello in un inferno peggiore. Quattro giorni ed avremo, almeno secondo chi di queste cosa sa anche se non dice apertamente, un nuovo “ PRESIDENTE DI TUTTI GLI ITALIANI “.

La ciurma greca, dopo momenti anche dolorosi di un tentato ammutinamento, ha deciso civilmente di affidare il comando ad un uomo di sinistra, che in funzione di un programma di sinistra, non ha esitato a servirsi di marinai alieni pur di condurre in un porto sicuro la propria nave. La ciurma greca ha così dichiaratamente detto all’ammiragliato europeo che gli ordini ricevuti non li ritiene confacenti alle proprie bisogne, che li rifiuta in toto anche se è disposta a discuterne purché si parta da parametri diversi che tengano conto della condizione e, sopra tutto, della dignità dell’uomo, poi del cittadino, quindi del soggetto sociale e comunitario; altrimenti, ognuno per sé e Dio per tutti e, poi, a chi conviene … conviene!.

La spedizione europea verso la terra dell’unione, è indubbio, sta attraversando mari tempestosi e pieni di iceberg distruttivi; quello di una intransigenza economica figlia degli interessi dei più forti e tutta tesa a regole più teoriche che applicabili in realtà, ha più volte colpito le componenti più deboli della flotta i cui amministratori, nel tentativo di rendere una malintesa affidabilità, hanno perseguito un imposto, ipotetico e teorico “benedelpaese” a tutto discapito del BENE DEI PAESANI senza rendersi conto che, così facendo, quel bene che perseguivano andava a tutto vantaggio di alcuni, in and out land, e ad intero discapito di altri. Così è stato se tutto ciò che vediamo quotidianamente non è un incubo, ma la sola ed indiscutibile realtà.

Ecco perché l’approdo di sabato, se sabato avverrà, diventa un passaggio esiziale di un futuro prossimo ed a medio e lungo termine giacché se è vero che la votazione greca ha dato dei segnali ben precisi ed indiscutibili e cioè quelli di una affermazione a prescindere di una autonomia politica libera da imposizioni straniere, la persona che diverrà il prossimo presidente di questa nostra repubblica SARA’ L’EMBLEMA di ciò che sarà L’ITALIA nei prossimi anni.

La persona eletta al quarto scrutinio, la persona a cui basteranno i voti della metà più uno dei grandi elettori avrà vita facile solo e soltanto in due casi: a) se sarà il pedissequo esecutore di ordini altrui; b) solo e soltanto se deciderà di completare quell’opera di trasformazione in presidenzialismo di fatto iniziata da Re Giorgio primo il Partenope. In entrambi questi casi, non per forza alternativi tra loro, quella persona ci dirà che in Italia la storia non riuscirà mai ad insegnare nulla e tutti ci dovremo preparare al peggio.

Viceversa, se alla quarta votazione dovessimo avere come presidente una persona eletta con una maggioranza di voti ampia e qualificata, ben oltre il cinquantuno per cento, allora vorrà dire che l’esempio greco ha dato frutti, forse insperati, forse non da tutti condivisi, ma comunque valutati e raccolti, e noi tutti potremo guardare al domani con la visione ottimistica di un presidente garante delle istituzioni, del popolo e di un sistema, finalmente, in via di cambiamento.

Non è dunque importante il CHI sarà l’eletto, ma il COME sarà eletto, giacché dal come qualificheremo il chi; io, visti gli attori in gioco, temo che a gridare: “ TERRAAA … “ saranno …

i bucanieri della sempiterna confraternita dei pirati!.