… com’è profondo il mare … - di Francesco Briganti
“ … se provano che ho truccato partite, mi ammazzo!”. G. Gattuso ex giocatore del Milan, ex giocatore della nazionale, ex allenatore del Palermo, oggi allenatore credo in cerca di una panchina. Una delusione infinita, una tristezza immensa, uno schifo gastrico ed un mal di pancia nervoso da enterocolite da cozze infette per tutti noi che troviamo nella domenica calcitica quelle due ora di svago dal tedio e dall’oppressione di una intera settimana.
Non sono un tifoso del Milan; tranne che per gli incontri di un certo impegno e livello non seguo più le partite della nazionale e, a parte un certa simpatia per motivi più che altro geografici, poco mi importa della squadra del Palermo, ma Gennaro Gattuso è stato uno di quei giocatori che in campo hanno sempre dato l’anima, o almeno questo dava a vedere, e che non c’è stato mai a perdere. Per chi sa di calcio lo si potrebbe paragonare ad un incrocio tra un Burnich per la decisione e durezza negli interventi ed un Domenghini o un Furino per fiato e continuità d’azione: una vita da mediano per dirla con le parole di Ligabue; se avesse truccato delle partite la sua figura, ben più di quelle altre, più o meno famose che rientrano o rientreranno nello scandalo scommesse ed illeciti che sta trapanando il calcio italiano, sarà l’emblema del “de profundis” non solo dello sport, ma dell’intera società italica.
Detto questo passare dal calcio alla politica ed alla imprenditoria è questione di un attimo. Cosa spinge delle persone che non nascono di certo con l’istinto criminale, che hanno messo in campo la loro vita in funzione di una passione da ideale e che impegnano tempo e capitali a muoversi lungo lo strada dell’illecito, dell’imbroglio, della malversazione spesso non avendone neanche quel bisogno materiale che seppur non giustificabile sarebbe almeno comprensibile?. Perché persone, che siano calciatori strapagati o imprenditori di successo o politici lautamente retribuiti vengono presi dalla smania dell’arricchimento ulteriore e non riescono a trovare soddisfazione dalla loro professione, dal loro successo e dal rendere agli altri, quale che sia il modo, una attenuazione di una condizione altrimenti ben più triste e penosa?. Dare un attimo o di gioia o, cose ben più importanti, offrire un lavoro e riuscire a risolvere dei problemi non dovrebbero essere argomenti e fatti, accoppiati alla materialità di una propria convenienza economica, esaustivi alla realizzazione di una vita?. Dove e quando questo paese ha perso il senso della misura e della decenza e perdendo ogni orientamento morale si è infognato in questa cloaca maleodorante che è diventata la nostra amata Italia?.
Domande su domande alle quali è possibile dare delle riposte nessuna delle quali avente una valenza assoluta. In funzione di ogni singolo unto di vista ciascuno darà la colpa alla destra o alla sinistra; i più superficiali se la prenderanno con l’educazione e/o con i sette peccati capitali; quelli un po’ più riflessivi cominceranno a disquisire sulla natura umana e ulla ricerca dell’uomo, di ogni uomo, del meglio e dell’ottimo; pochi cominceranno a guardare in sé stessi dopo essersi domandati seriamente e sinceramente : “ … io, al loro posto, cosa avrei fatto?”; per una volta almeno lasciando uscire allo scoperto quella parte nera che ciascuno di noi ricopre e nasconde spesso più a sé che agli altri.
“ Lasciami guardarti nel profondo degli occhi mentre lascio che tu guardi nei miei … entrambi scopriremo chi e cosa siamo ...”
Gli occhi sono lo specchio dell’anima, ma un semplice specchio appeso ad una parete può dire, gridandolo, a ciascuno di noi dov’è celato il marcio di questo sistema italiano e di questa società moderna.
Non occorre fare altro che mettersi davanti ad uno di essi e poi fissare intensamente e per qualche minuto sé stessi guardando nel profondo delle pupille, lasciando che tutto ciò che alberga bel nostro intimo essere, tutto ciò che corre lungo quelle sinapsi di cui tanto vantiamo il valore, tutto ciò che è sotterrato nel profondo dei nostri atri e ventricoli, trovi la via maestra per palesarsi …
forse in quegli istanti capirete perché si corre sempre passando davanti ad uno specchio!.