… in via del campo c’è una graziosa … - di Francesco Briganti

19.01.2015 08:53

Scrivevo, giorni fa, che nessun politico di rango, occupando una carica di rilievo, si sarebbe mai dimesso in un momento così particolare come quello in cui noi tutti si vive. Che l’Italia sia in una delle crisi peggiori si possa ricordare è cosa nota a tutti; che sia governata da una banda di arrivisti e di terze colonne di forze mascherate è opinione condivisa anche da quelli che dichiaratamente di destra ne sorreggono le sorti e li appoggiano; che ci sia una democrazia sotto attacco in funzione di leggi sempre più indirizzate a farne un regime è voce diffusa anche e sopra tutto tra quelli che capiscono di Costituzione e di principi fondativi ogni libertà individuale; che, infine, ci sia, invece, uno spaccio anarchico in cui ognuno può dire e fare di tutto è cosa unanime e funzionale al completamento ed alla riuscita di un disegno i cui primi tratti di matita sono parecchio datati nel tempo.

Quando un presidente del consiglio spaccia un risicato successo elettorale, per di più raggiunto in una consultazione estranea alle vicende interne, raddoppiandone la valenza e dichiarandolo come espressione della volontà popolare, allora quella persona mente sapendo di mentire e nello stesso tempo rende al mondo delle persone intelligenti in tutta la sua nefasta alterigia la propria disonestà ed il proprio disprezzo per quel cinquantapercento di popolazione comunque a lui contraria senza contare di quel restante cinquantapercento quelli che non hanno votato per lui: siamo, perciò, al principio della fine e, contemporaneamente, alla fine di un principio; colui il quale sarà il prossimo presidente della repubblica avrà solo da essere o il notaio dell’avvenuto regime o il patriota che salverà la nazione dall’insulto di una classe politica corrotta, deviata, insufficiente ed interessata solo alla propria perpetuazione per l’eternità.

Circolano dei nomi per quella carica che non solo farebbero senso ad una utopica speranza di sinistra, ma che dovrebbero essere invisi a qualsiasi italiano onesto e cosciente delle proprie miserrime condizioni. Cosa dire di un Amato, pluri pensionato e pluri incaricato o di un Prodi mal voluto persino dai suoio, ancora, di un Mattarella la cui legge elettorale, prima vituperata e bistrattata, adesso sembrerebbe una panacea?. E cosa dire dei vari Grassi, padrone a modo suo dell’antimafia, o del Letta, codino dei vari Berlusconi e dei molteplici interessi di “genti” nell’ombra ed a tramare dietro le quinte?; ma, prima di ogni altra considerazione, come giudicare un popolo che a fronte di una evidenza oramai conclamata continua a tacere permettendo che in suo nome e sulla propria schiena e nel proprio deretano si compiano gli abusi ed i soprusi più squallidi e vergognosi?.

Leggo da più parti lo sdegno eccelso derivante dal riscatto pagato per la liberazione di due vittime di una propria imprudenza e di una propria voglia di aiutare l’altrui bisogno: una cosa squallida!; sopra tutto se espressione di quelli che hanno comprato lauree e diamanti, di quelli che si sono venduti alla favola di una nipote araba, di quelli che hanno creduto alle cene eleganti ed alle sante ministro. Ma ammettiamo pure, per un attimo e per assurdo, che queste due ragazze fossero diventate o state lo spasso volontario di una manica di farabutti terroristi, ebbene, io affermo che se così fosse questo stato avrebbe comunque fatto il proprio dovere di manutengolo di puttane e prostitute come è propria abitudine da anni oramai essendo tali i propri politici e le proprie istituzioni tradite e vilipese e travisate ad ogni pié sospinto.

Dunque la prossima legge elettorale e la successiva elezione dl presidente della repubblica; la domanda da fare, quella unica e vera, quella sostanziale e dirimente, quella definitiva e decisiva non è: “ come sarà e chi sarà? “ rispettivamente considerate, ma …

“ … Q U A N T O … ? “.