… io me ne andrò … - di Francesco Briganti

16.07.2013 07:29

Luglio, tempo di vacanze. Fra qualche giorno i palazzi romani si svuoteranno ed i mille, novelli garibaldini, alla conquista di un regno, il proprio, saluteranno, insalutati ospiti, sessanta milioni di delusi presenti e spariranno: su spiagge assolate, sui pendii montani a cercare un fresco refrigerio, in silenziose campagne a godere del canto degli uccelli e della pace dei giuti, in qualche isola, nostrana o straniera comunque a la page, a tirar tardi la notte finche sole non li addormenti. Non smetteranno di lavorare, non avendolo mai fatto, ma riposeranno membra e menti dedicando qualche attimo fugace al pensier nostro, cogitando nuove fantastiche soluzioni tanto irrealizzabili quanto inutili a problemi antichi, anziani, giovani e non ancora nati. Avremo foto nude di un Casini brizzolato, di una Carfagna meno megera e più brunita, di una Santachè? più zio tibia in procinto di rifare il trucco al reuccio della bovisa corrucciato e con il parrucchino al vento. I minatori padani andranno in ceca di qualche giacimento di diamanti portando con se oranghi addomesticati onde dimostrare al mondo l’evoluzione darwiniana senza rendersi conto di esserne gli unici e veri testimonials ed il loro boss, comunque si chiami, sognerà ai piedi del campanile di san Marco di essere il Ceausescu di Legaland accoppiando mattoncini colorati e pupazzetti in camicia verde. In un rosso, quanto mai sbiadito più tendente al rosa che al carminio, ex compagni di scuola delle frattocchie andranno in pellegrinaggio ai siti storici dell’arcaica genia portando fiori e lumini sulle tombe abbandonate della lotta operaia, della difesa dei più deboli, della salvaguardia dei diritti, del lavoro prematuramente scomparso, della pace sociale più che morta mai nata, della dignità e dell’onore accendendo qui e là, con scelta casuale e cinica, i ceri ed i lumini, della vergogna e del disonore; perpetreranno, senza soluzione di continuità, la fattiva inefficienza quotidiana rispettandone i ritmi tra una sdraio al sole ed una birra in compagnia. Alle loro case torneranno i “cittadini” satolli e soddisfatti del loro personale trionfale immarcescibile successo della rotazione dei presidenti, del taglio degli emolumenti, della cacciata dei disidenti, della presentazione di questa e quella interrogazione, di questa e quella sintomatica protesta, di questa e quella silente obbedienza al dogma genovese. Qualcuno chiedendosi dove cavolo fosse, poi, tutta questa grande differenza e se non fosse stato meglio restar nel sogno piuttosto che risvegliarsi nell’incubo. La terza carica dello stato, afflitta da indignazione perenne rifletterà su quanto fosse più utile al mondo la sua opera da “civile” rispetto al batter di martelleto richiamando all’ordine degli scolari ineducati ed abbuffini; la seconda carica dello stato, finalmente in vacanza dalla vacanza originata dalla fine della vacanza procurale girerà per tribunali in attesa che qualcuno lo riconosca e gli chieda quegli autografi per quelle affermazioni a cui, da “vieniviaconme” in poi, qualcuno aveva creduto. Dalla cima della piramide il faraone Nap Oli Tan I della dinastia partenopes nella sua ridente e soleggiata isoletta ripenserà, steso al sole del mediterraneo, inviterà gli imbalsamatori di corte ad aggiornarsi sui nuovi metodi di imbalsamazione in previsione del terzo mandato e del quarto ben sapendo che nessuno tra i vacanzieri, al ritorno, avrà genialità da presentare e soluzioni da intraprendere. V/Noi, tutti servi della gleba, sbracceremo su spiagge libere ed affollate, tirando calci ad un pallone, sognando coppe internazionali, spendendo gli spiccioli rimasti perché del doman non v’è certezza, ingurgitando sulla battigia, sul declivio, abitudinaria sede a prescindere, di un colle o in una profumata campagna, cotolette raffreddate, pane e mortadella ed i più disinvolti lasagne fatte in casa e parmigiane di melanzane belle grosse, grasse e obnubilanti … . E mentre tutto questo accade, Io, Tu, Egli, Noi, Voi, Essi, TUTTI, continueremo a guardare sorgere e tramontare il sole, a collezionare ATTIMI DI VITA, nel mortificare figli, mogli ed io, sognatori delusi di una passata o presente giovinezza, nella ineluttabile certezza che tutto scorre e mentre nulla si crea e nulla si distrugge tutto si trasforma PER RESTARE SEMPRE UGUALE!.