… ognissanti, ma domani, domani è un altro giorno! … - di Francesco Briganti
" ... E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."
Questo dice testualmente l'articolo 3 di una delle costituzioni più belle ed ispirate al mondo ed è questo il compito primo di uno stato serio e rispettoso dei propri cittadini.
Io affermo che un paese che eludesse questo principio sarebbe un lercio paese, governato da lerci individui i cui scopi, palesemente nascosti da manifestazioni pubbliche di un cambiamento irrealizzato, andrebbero in una direzione che non si sposterebbe di un millimetro da ogni andazzo precedente espresso, che fosse stato, da bavosi erotomani o da professorali inetti servi della finanza o da persone la cui unica qualità non fosse altro che quella di essere nipoti di qualcuno.
IO affermo che in quel paese un machiavellico principe, spacciato per presidente del consiglio, che si continuasse in quell'opera, non farebbe eccezione ed anzi sarebbe quanto di peggio possibile tra gli esponenti di una politica marcia e puzzolente quanto mai e nessuno al mondo.
Io mi assumo la responsabilità di dire e scrivere che in quel paese una sinistra, quella disunita, quella serva di una visione del mondo settaria e retriva, quella figlia di una succube adesione ad un partito finto nel essere e mentitore nelle espressioni, quella che sopportasse senza reagire, quella vigliacca delle piazze piene e della mancata azione soggettiva e personale, quella che confidasse in estemporanei salvatori della patria, quella che "... prima o poi ... " con un poi che non arriva mai, sarebbe complice e colpevole allo stesso modo e con lo stesso gradiente di responsabilità di coloro i quali si approfittassero della sua ignave inettitudine.
Io dico e scrivo che uno stato di questo tipo sarebbe un coacervo di malfattori; ognuno padre e figlio di un sistema divenuto illegale quando avesse tradito sé stesso ed i propri intenti, tradendo al tempo stesso quegli elettori illusi ancora una volta da programmi e promesse esattamente opposti a ciò che quotidianamente si mostrasse e si facesse; io dico e scrivo che esso sarebbe criminale nell'osservanza di leggi ad personam e ad sistemam; sarebbe palude infetta e virulenta nel ideare e rendere vigenti leggi elettorali con il solo ed unico scopo di perpetuare il proprio esistere; sarebbe assassino quando colpisse con manganelli e forza brutta così come quando svilisse e discriminasse il lavoro, la dignità, e l'esistenza delle minoranze, dei più deboli e dei diseredati; sarebbe teatralmente ridicolo quando tentasse giustificazioni senza capo né coda davanti ad un aula inebetita e sempre più conscia della sua ormai inutile esistenza.
Io dico e scrivo che un paese di questo genere sarebbe un letamaio al cui paragone il mercimonio più bieco sarebbe un atto d'amore spontaneo e disinteressato; io mi considererei prigioniero politico di una siffatta situazione a cui non si potrebbe e non si dovrebbe più riconoscere alcuna autorità ed a cui non si dovrebbe, altresì, alcun rispetto tanto più quanto più continuassero l'inganno, il sopruso e l'abuso di un potere non volontà popolare, ma espressione di squallide manovre di palazzo.
Se in quel paese si festeggiasse un Halloween importato dovrebbe essere fatto naturale per i suoi paesani sapere che, se fossero stati americani, il giudice Linch e la sua legge starebbero, già da tempo e senza pietà alcuna, accendendo ...
lumini su colpevoli e relative tombe.