… prendila così … - di Francesco Briganti

28.12.2014 14:03

Non c’è dubbio che lo sciopero sia un fastidio con un costo soggettivo, collettivo e sociale che è vero, pesante, ed in alcuni casi personali, dirompente. Lo è per la disastrata finanza di chi allo sciopero è costretto, di chi lo sciopero scatena, di chi lo subisce attraverso i disagi che lo stesso per propria natura comporta. Dunque lo sciopero sembrerebbe un’arma da utilizzare “cum grano salis” ma, vista anche l’indifferenza governativa che ne accompagna le estemporanee realizzazioni, rimarrebbe da chiedersi a cosa serve e se è veramente FUNZIONALE A QUALCOSA lo scioperare.

Lasciatemi, per poche righe, divagare in un altro campo; le guerre sono il male dell’umanità e non si dovrebbero fare; ma, giacché si fanno, il loro spirito primo dovrebbe essere quello di ottenere il massimo risultato con il minimo costo possibile e dunque se ne ricava che occorre colpire lì dove fa più male, con la maggior forza possibile limitando al minimo gli effetti ritorsivi e dannosi per il proprio sé. Per quanto questa sia la regola principe di ogni militare in effetti gli interessi economici prevalgono e per questo le guerre durano decenni, non sono mai risolutive e provocano danni infiniti al sé ed agli altri senza produrre alcun beneficio se non per le industrie che vivono di questo.

Lo sciopero è una guerra. Lo è tra chi si ritiene bistrattato e tra chi è ritenuto prevaricatore. Come ogni guerra dovrebbe attenersi ai principi fondamentali delle stesse e dunque essere usato per vincere. L’unica differenza con una guerra cruenta e mortale sta nel fatto che lo sciopero ammette una trattativa possibile che potrebbe sanare la questione se non fosse che così come oggi si usa questo strumento esso non ha alcuna efficacia risolutiva, non spinge nessun governo a trattare alcun che e si rivela nel migliore dei casi come una gradevole rimpatriata tra allegri, per quanto incazzati siano, compagnoni in gita turistica in quel di Roma o in quelle strade simbolo delle varie città al momento interessate. Dicevamo di una allegra arrabbiata scampagnata io vi aggiungo anche il cinico aggettivo di INUTILE.

L’evanescente speciosità della UIL nel ultimo sciopero generale avrebbe avuto un senso se fosse stata fatta per inasprire la protesta che, del resto, tanto aspra e cattiva non era per sua natura essendo, appunto, temporanea e delimitata al arco di una giornata tanto che , per quanti fossero coloro a scioperare, il governo non se n’è data preoccupazione: ha tirato diritto per la propria strada approvando, con tanto di vanto, quelle norme provocatorie e discriminanti che poi sono diventate nuova legge sul lavoro.

Quindi e come ogni cosa in questopaesedelcazzo lo sciopero, generale o no, strombazzato ai quattro venti o sottaciuto e sottovalutato dai media che sia, utilizzato in questo modo rimane una pura manifestazione folcloristica fine a sé stessa neanche buona per affermare: “ … ecco noi ci siamo!” mortificata come è dallo sberleffo governativo e dal “chissenefrega” conseguente.

Inutile dire a qualcuno in questopaesedelcazzo che per ottenere qualcosa occorrono sacrifici ben più sostanziosi di una scampagnata fuori porta; occorrono decisioni drastiche che si protraggano nel tempo e siano finalizzate se non ad una vittoria a tutto campo almeno a costringere la controparte a venire a miti consigli e conciliaboli; dunque, occorrerebbe una mobilitazione vera delle masse lavoratrici ed una disposizione d’animo ad una lotta dura disposta alle estreme conseguenze sia pure partendo dalle regolamentazioni vigenti.

Ora la Camusso minaccia e minaccia e minaccia ancora una volta un ennesimo atto di protesta mai stanca degli inutili successi di pubblico sin qui ottenuti: sembra uno di quei film tanto apprezzati dai critici, ma che non incassano un centesimo al botteghino. Ed è per questo che io mi chiedo e vi chiedo: ma i sindacati, i lavoratori tutti e i cittadini in genere di questonostroamatopaesedelcazzo ….

Ci fanno o ci sono?.