A mia nonna - di Daniela Pavone

20.09.2013 08:01

La conobbi vestita di nero di tutto punto, anche orecchini cn perla nera, un lutto rigido per la morte di suo marito, nonchè mio nonno che morì dopo due mesi dalla mia nascita. Nonna Vicinzina la mamma di mio padre,l'unica che conobbi dato che mamma sfortunatamente rimase orfana da piccola. Quel lutto lo portò per tantissimi lunghi anni e non lo avrebbe tolto se le mie zie e mia madre non avrebbero insistito tanto, quasi a strappargli i vestiti addosso. Era una donna eccezionale nella sua semplicità, nella sua umiltà, non aveva cultura non aveva studiato, ma sapeva fare i conti meglio di un ragioniere" a fimminili "diceva lei, aveva vissuto due guerre mondiali conoscendo la fame e le malattie che curava perchè lei era immune alla malaria, alla febbre spagnola,era una grande donna. Nel nostro rione la chiamavano " a za curri ca chiovi " per via del suo passo veloce, lei correva, non camminava anzi, quasi volava, e questo perchè lei si doveva sempre dar da fare per la famiglia, si organizzava la vita, vendeva in casa dei dolciumi o i babbaluci già cucinati, o allessi cavuri..perchì non conosce, i babbaluci sono le lumache cotte e condite con olio aglio prezzemolo e abbondante pepe mentre l'allessi è un decotto fatto con carrubbe, fichi secchi e castagne secche, quest'ultime a Palermo chiamate cruzziteddi. Di tutto questo ne sono a conoscenza per via dei suoi racconti a volte belli a volte tristi o tragici, aveva perso due figli, una bambina di nome Maria le morì all'età di dieci anni e un ragazzo di diciannove anni giuseppe colpito dalle bombe al porto di Palermo, nella seconda guerra mondiale, un altro lo perse in gravidanza, stava camminando per le vie del centro storico dove noi siamo originari,quando ad un tratto le passa accanto un carro pieno di morti che caddero perchè il carro perse una ruota, così per la paura perse il feto. Così le rimasero due figlie femmine e un maschio....mio padre. Nei suoi racconti c'era la tragicità della guerra, perchè si sa che in guerra c'è chi si arricchisce e chi muore di fame, la nonna vendette tutto per sfamare la famiglia perfino le posate i piatti per mangiare cercavano anche nella spazzatura del pane duro o le bucce di qualsiasi cosa, io credo che se i signori che abbiamo al potere e chiamarli signori è già tanto, avrebbero vissuto tutto questo non farebbero guerre, però nonna Vicinzina era anche altro, era la narratrice di Giufà e le sue malefatte, di Betta a cuntriarusa c'abbivira i rasti quannu chiovi e tante altre storielle belle anche di Gesù. Ho dei bellissimi ricordi di lei, di quanto amore mi ha dato e le chiedo perdono se io nn ho amato lei come lei amava me perchè presa dalla mia vita di ragazzina non capivo, ma capisco adesso che sono nonna perchè io amo i miei figli ma stravedo per i miei nipoti. Oggi mi sono svegliata con questo ricordo perchè un pò somiglio al carattere di nonna, forse perchè siamo nate nello stesso mese,lei il ventisette io il ventiquattro di marzo, forse perchè abbiamo lo stesso sangue nella vene, ma anche io avevo un passo veloce,mi dicevano che sembravo un treno in corsa ma purtroppo adesso il treno ha rallentato la corsa. La prossima settimana subirò il terzo intervento da gennaio ad oggi per problemi motorii, non credo che tornerò sui binari ma spero di tracciare un lungo percorso nella vita dei miei nipoti, quelli già nati e quelli che verranno. Nonna Vicinzina morì a novantatre anni, io vivrò fino alla data scelta da Dio per me, ma comunque vada spero di non conoscere mai dal vivo la guerra ne io ne la mia famiglia e prego a Dio per la pace nel mondo.