a modo mio … - di Francesco Briganti

12.06.2013 10:13

Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.
Sono le quattro, è buio e tutto è silenzio; di sottofondo nella casa si sente il russare di Luigi e, fuori, il muoveri del cane che abbaia di tanto in tanto a qualche talpa o ad un cane di passaggio. E' umido, ti entra nelle ossa e brividi incontrollati spingerebbero a tornarsene a letto; ma non son capace di retare sdriaiato senza dormire. Il pensiero se ne va per conto suo a vecchi ricordi ed aumenta a pressione esterna fino a che, per disperazione, non ti alzi e ti vai a fare un the. Mi abbuffo di the la notte, devo avere la rane nello stomaco per quanto ne bevo. Il fico, proprio accanto alla finestra dello studio è pieno di frutti e di uccellini che cantano in continuazione; potrei tare per ore ad ascoltare quello che l'uno dice all'altro; intanto il cielo si rischiara e tra un pò usciro a godermi il suo sorgere dietro la collina: c'è un sentiero che sale sino alla cima: E stretto, sconnesso, abitato da nugoli di moscerini che banchettano sugli escrementi residuo dei pasti dei più vari animali: qualche volpe, sicuramente cinghiali, cani e gatti in missione di caccia …; mi ricorda, sempre, di quella volta in Romania; sei mimetiche, armate di tutto punto che scese da un elicottero nel profondo delle montagne tra Giurgiu e Bucarest, dovevano raggiungerla, inaspettati ospiti, per quella che già allora era detta una missione “ di pace”; il conductor era alla fine e la democrazia all’inizio …, ma questa è un'altra storia. E’ il destino di ogni sentiero, riportare a galla ricordi sepolti; aumento il passo e attraverso l’ennesimo tunnel di fronde e qualche temeraria ragnatela a pesca di insetti disattenti, se faccio in tempo, siederò ai piedi della quercia e mi godrò lo spettacolo. Come davanti ad un schermo in panavision vedo sfrecciare rondini affamate e pipistrelli ritardatari; macchie volanti ben distinte nella luce sempre più chiara ed abbagliante; il profumo del bosco è inebriante ed anche il muschio e l'erba infracidita contribuiscono a rendere "sensazioni animali ed istintive" che sono proprie della specie uomo così come lo è l'intelligenza e l'autocoscienza: godere di sé nell'intorno è quella cosa che dovrebbe spingere noi tutti all'amore vero gli altri facendoci odiare l'isolazionismo cattivo ed egoistico chi di vive per Sè e solo per Sè. E' ancora basso il sole, ma già l'aria lentamente si riscalda; sul tronco della quercia una processione di formiche porta verso casa foglie tagliuzzate, qualche seme, qualche pezzetto di preda sconfitta; più in verso destra, nel canalino d'acqua che scende verso il Pescia, famigliole di rane gracidano convinte di essere tutte dei “re travicello” mentre, se ci fai attenzione, puoi ascoltare il tonfo nell'acqua che pesciotti temerari rendono al ritorno dal loro salto a prendere un boccata inebriante d'ossigeno: interessati due falchi in cielo volteggiano in cerchio convinti, perdendosi, ora si ora no dietro qualche nuvola bianca a forma di batuffolo o di strana figura; sono certo che, se non avessero notato la mia presenza, ne avrebbero già fatto strage. Eccolo!. appare adesso spuntando dietro la collina d fronte; è quasi bianco il colore ad est , sta virando verso un giallo luminoso che, provando a filtrare nella sottile nebbia che sale dal canale, per qualche attimo si opacizza per poi violentare senza pietà il lattiginoso schermo per poi senza indugio superarlo verso l'alto andando a risvegliare, uno per uno, ogni colore presente; ed allora, il verde diventa da cupo smeraldo, i papaveri si accendono di un rosso fuoco, il nero dei corvi in volo si incupisce e buca netto lo splendore che li circonda, le ombre dietro ogni albero e verso quell'ovest che si addormenta lontano si intensificano e nascondo per qualche minuto il sottobosco via via ad asciugarsi nel rilasciare odori e pregni e propri di vita disfatta e da rigenerare. Qualche farfalla, colori volanti, si frega le ali alla luce e tenta un timido volo mattutino verso un fiore da impollinare. Il mio viso si riscalda ed il tepore crescente scaccia via gli ultimi brividi di umidità: bisogna dirlo, lo spettacolo di un alba per quante repliche possa fare, non è mai uguale a sé stesso, così come non lo è la sinfonia di suoni odori e colori delle quali, per mia fortuna ed amore, mi beo ogni mattina. Rimpiango e provo un sentimento di pena accorata per quelli che potendovi assistere ne sono estranei o impediti da condizioni ben meno permissive delle mie. Io, qualche minuto ogni volta, riesco ancora a dedicargli attenzione e sensazioni. E' alto nel cielo oramai il sole; il cambio di scenografia da lento e ovattato che era al suo primo iniziare diventa minuto dopo minuto più vario veloce e frenetico: decine di farfalle in volo, qualche storno in picchiata a cibarsene ed uno dei falchi in lontananza è già sceso due volte in picchiata risalendone una con nelle zampe un piccolo topolino campagnolo da riportare per pranzo. Un improvviso calabrone ed un ape gironzolano troppo vicine alle mie orecchie e l'uno e l'altra, alternandosi il messaggio, nella loro lingua calabroapesca, continuano a dirsi: " ... ma questo qui, non ha niente da fare stammatina ...?!?". Ridiscendo la collina contento e forse anche un pò felice ... in fondo chi se ne frega, tutto questo non potranno mai portarmelo via!.