... a modo mio ... - di Francesco Briganti

01.04.2016 10:09

Pochi si conoscono veramente ed ancor meno sono quelli di cui gli altri, per viciniori che fossero, saprebbero identificare la natura spiegandone l'essenza. Batta un colpo convinto colei/ui che saprebbe dire, con la certezza del dogma rivelato, " chi e cosa é " la persona che gli sta accanto.

Oh, certo!, anni di frequentazione, l'intensità di un amore, la complicità di mille e mille episodi portano ognuno ad avere una inconscia cosciente consapevolezza di chi e di cosa è stato e di chi e cosa è, nell'immediato presente, nel normale percorso quotidiano ciascuno del nostro intorno più prossimo, ma si giochi la propria mano destra, la sinistra i mancini, chi giurerebbe di sapere spiegare chi e cosa è intimamente, anche solo, colei o colui che ama; chi giurerebbe sul comportamento che, costei o costui, avrebbe, nel caso terribile in cui dovesse scegliere tra la propria vita e quella del suo prossimo: su dieci nove sinceri continuerebbero a vivere il decimo, da morto, sarebbe il mentitore.

Io non sono una persona per bene; io so di essere maligno e vendicativo; conosco la mia capacità di far male nella consapevolezza e nella capacità di colpire nel modo più doloroso possibile; comprendo quella parte oscura della mia essenza che mi spingerebbe alla sopraffazione ed al dominio; verifico costantemente quanto bisogno di controllo abbia quella mia parte animale che cerca di prevalere ogni volta che le è possibile.

Io sono una persona per bene perché ammetto con me stesso tutto ciò; perché cerco costantemente di tenermi a freno e perché, sopra tutto, ci riesco nove volte su dieci.

Questo mio conoscermi genera un continuo stato di guerriglia interiore; sono portato a non sopportare tutto ciò che giusto non mi sembrerebbe, nei miei confronti e verso gli altri, e mitigo tutto questo, nel privato quotidiano e nel confronto con gli altri, avvisando, più e più volte, quando ravviso comportamenti, secondo me, sbagliati.

L'egoismo sottaciuto ed ipocrita; quello mascherato da millantato interesse per l'altro; quello farisaico del moscerino visto e della trave trasparente, in particolar modo, mi fa imbestialire. Ed è in quelle occasioni, tra le tante, che partono quegli avvisi che dai più, sbagliando, vengono presi per debolezza o per mancanza di carattere.

Io, però, non sono debole e non manco di carattere e coloro ai quali ciò è stato dimostrato hanno, poi, ben riflettuto pentendosi amaramente dell'errore fatto a non prender nota degli avvisi ricevuti.

Ma perché tutto lo sproloquio di cui sopra?. Per una ragione molto semplice; io sono convinto, per quel che vale, di ciò che scrivevo all'inizio e cioè: pochi, tra noi tutti, conoscono veramente chi e cosa sono; la maggior parte di noi è convinta di essere ciò che ha deciso di apparire e tutto ciò si riflette nei comportamenti verso gli altri, verso le istituzioni e nelle istituzioni e dalle istituzioni nei nostri confronti.

Partecipiamo tutti ad una recita ipocrita il cui copione ha un solo filo rosso conduttore: la convenienza che ognuno ha, istituzioni comprese.

Questa recita finzione è ciò che ci fa trascurare gli avvisi che da più parti, soggetti singoli o istituzioni, in un senso e/o nell'altro, nel bene e nel male, arrivano e, dato questo come un FATTO, l'unica cosa certa a rimanere è che ...

tutti ce ne pentiremo amaramente!.