A pensare male si fa peccato, ma … - di Francesco Briganti

06.05.2013 20:25

Se n’è andato!. Chiunque abbia perso qualcuno sa che non c’è mai un sentimento meno che di sofferenza quando qualcuno lascia la vita; di chiunque si tratti, fosse pure Caino, non si dovrebbe sperare altro se non che il Colui vada a star meglio: giudicare è cosa da uomini, ma condannare o assolvere non è cosa nostra e absit iniuria verbis!. Oltre sessant’anni di cronaca hanno visto il sen. Andreotti come protagonista; a volte palese, a volte dietro le quinte, a volte addirittura oltre la sua stessa conoscenza e il suo stesso agire. Uomo di grande ed indubitabile intelligenza è stato, volente o nolente, il polo di attrazione degli interessi confessati ed inconfessati della società siciliana; la sua corrente e gli esponenti di questa hanno catalizzato per decenni quei voti pilotati e non che comunque sottintendevano richieste e agevolazioni che spesso trovavano riscontri ad hoc anche quando non c’era un evidente consecutio di causa ed effetto. Il sen. Andreotti è la figura che negli ultimi anni ha meglio impersonato l’italiano medio: della sua intelligenza s’è detto, ma egli era anche furbo come una volpe astuta; sottile come il filo di una lama, arguto e spiritoso come raramente se ne trova nel panorama politico; leale sino alla curva della convenienza più bieca affrontando la quale non aveva timore alcuno a negare l’evidenza più assoluta. Da Roma ha guidato e retto in prima persona ed ha tramato e suggerito da dietro le quinte tutto ciò che si rappresentava su quel palcoscenico irreale che è la politica italiana. E’ stato tutto ed il suo contrario e di lui si dice che avesse una scatola nera conservata tra le scapole da cui si sarebbe potuta sviscerare l’intera storia di questo paese; circola un’ultima irriverente battuta secondo la quale il divo Giulio non verrà sepolto, ma sarà insabbiato!. Io chiedo perdono se mi contraddico, ma proprio non mi riesce, anche se sincero e profondo è il rammarico per una vita che si spegne, tessere elegie o semplici apprezzamenti per l’uomo. So bene, che anche Lui, come chiunque altro al mondo, ha dei figli, dei nipoti, forse un cane, degli amici che sinceramente e disperatamente lo piangeranno e ne sentiranno la mancanza; ed in modo altrettanto sincero credo che anche Lui abbia nella sua vita fatto delle opere di bene, abbia avuto slanci di carità cristiana, sia stato altruista o disinteressato in alcune manifestazioni, ma riuscire a credere che queste per quante possano essere sono sufficienti per annullare e pareggiare il senso di una vita a tutt’altra insegna dedicata, beh!, mi viene impossibile da digerire. Io non sono nessuno ed il mio giudizio e ripeto, non la mia assoluzione e tanto meno una mia condanna avrebbero la pretesa di contare qualcosa e se ne scrivo è solo perché è stato per me come per tutti, nel bene o nel male, un punto di attrazione; comunque sia adesso potrà spiegare le sue ragioni e quindi pace all’anima sua.
… ci si indovina sempre !. (G. Andreotti)