26 Agosto 2013: giorno nuovo in un anno di (dis)grazia per volontà di Dio del P(RE)sidente e del Popolo … - di Francesco Briganti

26.08.2013 08:34

Tempo fa scrissi della differenza tra un leader intelligente ed uno furbo paragonando il primo ad un lupo ed il secondo ad una volpe e determinandone la maggiore differenza nel fatto che il primo sa riconoscere e quindi sceglie come suoi collaboratori perone altrettanto intelligenti nonché oneste e lineari mentre il secondo sceglie vie a lui più usuali e si affida a persone mediocri ma “traffichine” benché altrettanto furbe e “spicce” come lui e aduse al cecchinaggio ed all’adattamento ad ogni situazione pur di continuare nel loro insperato essere. E’ questa condizione uno dei guai della società italiana, si ritrova in politica, ma purtroppo per il paese anche nella società civile, aziende, burocrazia e quant’altro e persino nella Chiesa: da qui i guai che affliggono noi tutti. solo per fare un veloce accenno al mio quotidiano, oggi per me comincia l’inizio di una fine o la fine di un inizio: ma questa è un’altra storia. Dicevamo della distinzione tra lupo ed una volpe in relazione ad un leader; a questa distinzione va però fatta una premessa, nel nostro caso propedeutica alla precedente valutazione. Siamo in una democrazia e quindi la regola vorrebbe che i leader fossero espressione univoca o a maggioranza del popolo stesso; ma chiunque guardasse questa strana democrazia italiana si accorgerebbe che in tutti, ma proprio tutti i casi, sia per imposizione delle liste, sia per fanatica estemporaneità, sia per assimilata coincidenza con i propri privati interessi, i leader italiani sono dei capipopolo che hanno affermato : “ … ECCOMI QUA …, chi mi vuole si aggreghi!”. Ragione per cui viene a cadere la concatenazione tra leader furbo eletto da un popolo furbo e quella tra leader lupo eletto da un popolo lupo ed allora occorre spostare al popolo l’angolo di visuale e rendersi conto che su di esso che occorre puntare il microscopio dell’attenzione e dunque cercare di classificare quel popolo. Innanzitutto diciamo che cade anche la presunzione secondo la quale una classe politica per la maggior parte asservita, criminale e inconcludente è espressione ed è responsabilità di quel popolo: alla luce della legge elettorale e dei modus votandi questa affermazione è sbagliata ed è falsa; ma questa deduzione lungi dall’essere una scusante fa scendere ancora di più nello scala dei “valori dell’essere” quello steso popolo il quale, molto sommariamente, può classificarsi come appartenente ai “ … amechemifregamicamichiamopasqualeio” o ai “ eccoquelloèilmiodioluicomandaedioobbedisco”. Considerata la parte degli astenuti, in numero sempre crescente la cui presenza assenza è quanto di più inutile esista al mondo, agli altri due precedenti e rispettivamente appartengono quelli che “… franza o spagna basta che si magna …” e quelli che “ … ne abbiamo provato tanti proviamo anche questo …”. Nell’uno e nell’altro caso l’esito del voto è una legittimazione piena ed irresponsabile di coloro che vengono eletti i quali hanno il sacrosanto diritto di affermare che sono lì per volontà del popolo elettore e, dunque, hanno piena autorità nel comportarsi come realtà quotidiana ci mostra: il nostro, irrimediabile?, imbecille ed inutile asservimento alla logica del “quelpocochehomelotengostretto” in funzione della quale stiamo precipitando questo paese nel baratro del “nessunoavràpiùnulla” ivi comprendendo anche quelli che adesso navigano nell’oro della disperazione altrui. Che fare allora? : semplicemente una scelta di campo: chiara precisa onesta non già partendo da quel che dice caio, promette sempronio, profetizza tizio, ma direttamente proporzionale a “quelpocochehomelotengostretto”, quindi una scelta di interesse e classe sociale, una scelta che miri a migliorare le proprie condizioni e quelle dei propri simili e dei viciniori e dei vicionri a questi ultimi ed infine, una scelta che ben conosce le difficoltà che ancora e, forse di più, si dovranno affrontare per riuscire ad iniziare a sperare di risolvere la crisi esistente. Vedete da voi che il susseguirsi dei verbi appena elencati spiega ampiamente che non sarà una cosa facile, ma se la scelta sarà fatta tra i lupi che pure esistono e sono sempre più ed in numero sufficiente tra le persone che compongono un popolo e che non sono la gente tra le genti, allora potremo sperare di avere alla fine un leader Lupo al comando ed al servizio di un popolo lupo. Cambieranno la legge elettorale sapendo di correre questo rischio, ce lo lasceranno fare?; se tra leader esistenti ce ne fosse uno lupo e non fossero solo volpi potremmo sperare in un si, ma temo che se noi stessi non ci trasformeremo in lupi famelici le volpi al governo finiranno per mutarsi in Iene e ridens per giunta!.