28 agosto … 119 giorni a Natale!. - di Francesco Briganti

28.08.2013 07:23

La festa della Cristianità che ricorre il 25 dicembre all’incirca da duemila anni a questa parte è un simbolo sia religioso che civile, sancisce la celebrazione dell’inizio di una nuova era e ciò, comunque ed a prescindere, non solo per chi è credente, ma un po’ da per tutto: la distinzione tra A.C.N (ante Cristum natum) e P.C.N (post Cristum natum) è conociuta in tutto il mondo. E’ indubbio, ovunque che prima esisteva un mondo e dopo ne è cominciato un altro. Ovvio, di più, lapalissiano e, forse, anche banale, scontato!; ed allora, noi proviamo a trasformare questa festività personalizzandola nel comune amico di ognuno noi quel Natale vicino di casa, che può essere alto, basso, magro, grasso, biondo, bruno, operaio, studente, piccolo imprenditore, impiegato, insegnate, giovane laureato, anziano, pensionato, precario, disoccupato, esodato. Ce n’è tanti nel mondo, ce n’è troppi in Italia!. Guardiamolo con occhi disincantati uscire di casa ogni mattina e proviamo ad adattare a Lui alcune situazioni contingenti e di questi tempi affliggono (affliggono?) i nostri, grassi o magri, giovani o anziani, nuovi o vecchi, di destra o di sinistra, ben sazi governanti.
Imu: Natale o non ha una casa di proprietà e quindi ha ben altre preoccupazioni tipo come fare a pagare il fitto o, stante la situazione, uscendo di casa si gira indietro a guardarsela con melanconia e nostalgia perché, comunque sia, quand’anche abolissero quella tassa per lui poche sarebbero le speranze di mantenerla in quanto, volente o nolente, non rappresenterebbe altro che una goccia d’acqua tolta dall’oceano di balzelli ed aumenti che lo affliggono. Basti dire che solo per la Tares si parla già di un 17% di aumento conseguente e di 480 eu effettivi di rincari per il 2013 e questo a precindere dall’Imu.
Ricatti. Natale né è pieno!. La sua dignità ha prima affrontato, poi ha cercato di patteggiare, quindi si è arresa a quelli dell’equitalia che impietosa e stronza pretende, forse anche giustamente, ma non concede secondo possibilità; a quelli delle banche che si dichiarano amiche e sorelle, ma per darti uno pretendono garanzie per mille; a quelle dell’economia dei costi che si è accanita sui beni di ‘prima necessità: il pane, il latte, la pasta e su tutto ciò che è sopravvivenza e non sul lusso e nemmeno su quello frenato; a quelli del tempo che trascorrendo inesorabile accorcia sempre di più quella speranza di vita che pur allungatasi diviene ad ogni secondo più perfida e meno desiderabile coltivare.
Sanità. Natale ha mal di denti, ma non ha i cento, centocinquanta disponibili euro per il dentista;non ha, nemmeno, quelli per il ticket per una ecografia o una tac; non ha quelli per una visita privata ed a volta non ha nemmeno quelli per un decotto di lattuga da mettere in bocca per calmare il dolore. Nel paese con il miglior sistema assistenziale sanitario ci sono i peggiori assistiti al mondo.
Scuola. Natale si chiede dove prenderà i soldi per i libri dell’istruzione dell’obbligo; cosa useranno i figli a scuola se lui non trova le risorse per la carta igienica, per i gessetti, per gli accessori di normale uso; quale potrà essere la dedizione che un insegnate che si chiamasse Natale come lui potrebbe dedicare ai propri figli; quali le garanzie effettive di una istituzione fatiscente, nelle strutture e nella impostazione, si possano ricevere da essa che letteralmente a stento ed a volte si regge in piedi.
Giustizia: Natale non avrebbe nessuno a pietire per Lui e sarebbe già in galera; eppure Natale è comunque il LEADER della sua famiglia; è certamente l’unico rappresentante a cui questa può far capo; è sicuramente un punto di riferimento indispensabile ed insostituibile; ma per lui alle sei di mattina mentre è ancora angosciato per la notte insonne trascorsa a chiedersi come pagherà la centomila bollette a cadere, sotto casa sua, per esser certi che non scappi alle Cayman, una gazzella dei carabinier sarebbe gia pronta per la traduzione in luogo di espiazione … come se l’Italia, di per sé, non lo fosse già tutta!.
Politica e Governo ed elezioni. Natale non ne può più di quelli che potevano cambiare il mondo, ma solo se da padroni; di quelli che mai e poi mai ed invece sempre e poi sempre; di quelli che: faremo, scoveremo risorse, tranquilli siam qui noi, tranquilli fasotutomi, siete morti, vinciamo e poi cambiamo, abbiamo confabulato tutta notte e se sarà necessario lo faremo anche questa notte e domani note e l’altra ancora …, no!, l’accordo non l’abbiamo trovato, ma non disperate!. Natale vorrebbe soluzioni, all’oggi, alle piccole cose, al lavoro che già di per sé sarebbe LA SOLUZIONE. Natale aspetta, ma non perché lo voglia, PERCHE’ NON PUO’ FARE ALTRO. Per cui, buona giornata Natale, amico mio!.
QUESTA E’ L’ITALIA e c’è poco da fare!.