7 dic 2010; 18 gennaio 2014. - di Francesco Briganti
Le date nel corso di una vita sono importanti. In una data si nasce ed in una data si muore; ci si comunica e cresima, ci si fidanza e ci si sposa, ci si laurea, si inizia a lavorare, si ricorda per un particolare avvenimento o per una circostanza che ha mutato il corso della vita stessa.
Le date, dunque, sono importanti. Il 12 ottobre del 1492, ad esempio, Colombo scoprì l'America; per convenzione il 25 dicembre di 2014 anni fa nasceva il Cristo e 600 anni dopo Maometto; il 21 luglio del 1969 Neil Armstrong metteva piede sulla luna e nel maggio del 1994 Nelson Mandela diventava presidente del Sud Africa incentivando quella pacificazione nazionale che salvò al mondo civile il paese. Potrei in verità continuare all'infinito rammentando le innumerevoli date della storia ognuna significativa per qualcosa o per qualcuno; non sarebbe cosa ben fatta giacché oltre a tediare chi legge non farei altro che un elenco infinito ed inutile perché non dettagliato nei particolari e nelle sequenze prodromiche e successive causali e logiche.
Alla fine della seconda guerra mondiale sei milioni di morti, e questo solo fermandosi agli uomini di religione ebraica, pesavano sulle spalle tedesche e su quelle dell'intera umanità; gli ebrei, vittime assolute di una discriminazione sottile ovunque, erano vissuti come un problema irrisolto a cui si pensò di dare una soluzione inventandosi una nazione in una terra oramai vissuta da altri, a torto o a ragione, come la propria; sarebbe bastato agire diversamente in direzione di un fraterno ritorno alle origini, comunque comuni, incentivando una conseguente integrazione e tutti i problemi odierni non ci sarebbero stati: si preferì, invece, occupare, manu humana, un territorio al fine di scaricarsi una coscienza e di un problema.
Sempre alla fine di quel conflitto a Yalta i grandi del mondo se lo spartirono come fosse un antesignano gioco del risiko mettendo insieme il possibile e l'impossibile creando le basi per quei conflitti e quelle diatribe, spesse violente e sfociate in sanguinose guerre, che poi hanno minato i balcani e che adesso vedono russi ed ucraini in piena e mortale tensione. La stessa divisone della Germania in due parti opposte politicamente si può inquadrare, oggi, come la causa di quella rivalsa economica quotidiana che fa della terra teutonica la detentrice del maggior potere europeo.
Quindi occorre considerare una data non per il suo valore bibliografico, quanto per ciò che essa può dirci o permettere di approfondire: conoscere la data di un avvenimento dovrebbe, perciò, consentire a ciascuno di noi di fermare nella memoria un particolare momento storico, inquadrarlo in un contesto più generale ed esaminandone i particolari, ci dovrebbe consentire di riuscire se non a prevedere il futuro quanto meno a capirne la direzione.
Se fossimo capaci in questo di certo riusciremmo a sventare gran parte delle brutture esistenti su questo pazzo pazzo pazzo mondo.
Nel 2010 il potere berlusconiano era all'apice, ma ed allo stesso tempo, lo era anche il suo sputtanamento; una vita dissoluta ed una arroganza da dittatorello della domenica stavano riuscendo a scavare nella mente degli italiani quel dubbio che una insipienza politica ed una protervia interessata non avevano determinato. In quell'anno Matteo Renzi era un giovane politico di belle speranze che si avviava al ruolo di rottamatore e di innovatore di una sinistra allo sbando. Berlusconi, a cui tutto si può dire tranne che sia uno stupido, non essendolo comunque quelli che tirano le fila, captò il rischio del momento, ne previde gli inevitabili sviluppi e pensa che ti ripensa fece suo l'omerico cavallo di Troia: il 7 dicembre 2010 ci fu l'incontro in quel di Arcore in cui si riunirono le anime di un padre putativo, bavoso e desideroso di una immortalità impossibile, e di un figliastro megalomane e fondamentalmente destroide.
La Storia italiana da quella data e sino al 18 gennaio del 2014 la conosciamo tutti e dunque, quando fu sancito il patto del Nazareno tra quel patrigno e quel figliastro non si compiva altro che un disegno ben studiato nelle sue linee generali e particolari. I mesi del governo Renzi ci stanno confermando quanto ogni progetto em programma non riuscito al nano stia, per mano fiorrentina, realizzandosi ora. La guerra ai sindacati, l'abolizione dell'art. 18 dello statuto dei lavoratori, il perdersi dietro riforme inutili e procrastinabili tranquillamente nel tempo, l'insipienza nell'abolizione dei privilegi, nella lotta all'evasione, nell'incapacità ad una soluzione ai problemi del lavoro, della crescita, dell'occupazione; i tagli alla giustizia, alla sanità, all'istruzione, il perpetuarsi dell'ici, quale che ne sia il nome attuale, la tendenza antidemocratica di una legge elettorale solo apparentemente diversa, non sono che una conferma evidente, pleonastica, lapalissiana di ciò che avremmo dovuto saper leggere sin da allora.
Far parte di quello sparuto numero di persone che da subito dissero, scrissero e predicarono la pericolosità sottile e sommersa del bamboccione fiorentino, non serve a nulla stante la dichiarata ed al momento irresponsabile impossibilità di andare ad un voto finalmente cosciente e veramente libero.
La democrazia, in "questopaese" è stata colpita a morte diverse volte, ma dal dicembre 2010 ha cominciato lentamente a morirne entrando in un coma farmaceutico che invece di permetterne la guarigione ne accelererà il decesso.
Sulla sua lapide la foto di Renzi e Marchionne insieme farà la propria bella e porca figura!.