... Αδελφός ελληνικά …- di Francesco Briganti

15.07.2015 08:35

E’ sempre difficile, comunque sbagliato, scrivere spinti dalla marea dei sentimenti; a meno che non si parli proprio di questi, nove su dieci ciò che si dice risulterà, forse e non sempre, aulico e pieno di pathos, ma quasi mai rispondente alla realtà delle cose: dieci giorni fa nel Peloponneso è scoppiata un’atomica da un milione di megatoni e la sua ricaduta democratica fa scintillare come venere nell’alba chiara di un mattino d’estate alcuni aspetti difficili da contrastare. Mi piace iniziare da quelli a me più cari fino a quelli più antipatici:

Tsipras. Definito il guru della sinistra possibile prima del suo indire il referendum; esaltato quale vate di un popolo oppresso dalle malefatte di malgoverni precedenti in coincidenza della consultazione popolare; sostenuto dalle più improbabili delle adesioni alla vittoria del no; tacciato di ogni epiteto offensivo al proprio piegarsi al dictat europeo, è un greco con la grandissima responsabilità di decidere del destino di un popolo; è un uomo trovatosi di fronte a due strade ciascuna delle quali portava nel medesimo burrone: quello di una serie infinita di sofferenze, da una parte imposte, dall’altra autoinflitte. Mi piace pensare, per quel che vale, che abbia scelto di tacciarsi da stupido traditore di una idea, di una volontà pur di lasciare al proprio popolo il senso della costrizione fedifraga e straniera ed voglia di riscatto, di rivalsa e di spirito proprio e patrio attesi ad una rinascita sulla cresta di una dignità e di un orgoglio ritrovati.

Varoufakis, ovvero il gioco delle parti. La sua intransigenza fa a cazzotti “rokyani” con il suo dimettersi dopo la vittoria del no ed altrettanto ostico è sembrato a tantissimi l’attacco repentino ad un amico con il quale aveva diviso il destino di una lotta vinta per cinque mesi consecutivi: un volta faccia così repentino da essere incomprensibile almeno quanto quello di Alexis. Dunque due reciproci traditori, l’uno contro e l’altro pro il popolo greco!. Mmmm … . Mi piace pensare, per quel che vale, che i due siano i protagonisti di una tragedia in più atti, scritta a quattro mani, con l’altro a succedere l’uno nel momento in cui si dovesse cambiare un presidente del consiglio o rinverdire le fortune di una Siryza, a quel punto ancora più forte, che volesse continuare la propria battaglia in favore di un popolo e di una Europa finalmente vivibile.

L’unione europea, sdegnosamente scritto in minuscolo. La decantata guida a trazione germanica, ad osannare la credibilità e la perfezione di un popolo, i tedeschi, quali esempio di rettitudine e di rigore, si è rivelata la più grossa e grassa delle bufale possibili. Giacché i tedeschi, è storia solo che si voglia vedere, hanno fatto, fanno e faranno, sempre e solo, i propri interessi; giacché essi sono solo un consapevole strumento, cosciente e profittatore, di una situazione globale, atteso ad una rivincita sulla storia e su di una frustrazione genetica di un passato inglorioso e barbaro; giacché, per quanti sodali potranno annoverare, essi non potranno aspirare ad altro ed ancora una volta che ad una sconfitta onorevole. Cosa, questa volta, molto difficile visto che le armi che stanno usando, finaziarie e spacciate per economia globale, sono di distruzione di massa. I sopravvissuti e i redivivi che alla fine vinceranno, se ne ricorderanno e non avranno pietà: “ delenda berlino!” sarà il grido unanime; pagheranno una volta per tutte il loro “uberalles” solo strumento stupido di una ricchezza a fagocitare il resto dell’umanità.

Il governo italiano. Rimpiangere Craxi ed Andreotti è per uno come me, e per quel che vale, un’amara constatazione. Invocare un Politico come un Berlinguer o, come e antecedente, un Nenni, un Pertini e un De Gasperi, è una mortificante presa di coscienza della infinità insipienza ed incapacità, della squallida sottomissione, della inutile fattività, di gente che deve solo alla imbecillità altrui, da destra al centro ed alla sinistra, il proprio irrealistico ruolo. Non eletti, non legittimi, non legittimabili sono al pari dell’invasore teutonico lo strumento bastone a colpire, sottomettere nel tentativo di uccidere, la democrazia ed il diritto unici mezzi a contrastare uno strapotere fin qui creduto imbattibile.

Matteo Renzi. Il peggio del peggio del peggior peggio possibile. Parlarne ancora significa regalare ad una nullità il favore di una esistenza.

Ecco cosa ha fatto l’atomica greca: ha rivelato al mondo che una strada alternativa non solo è possibile, ma è assolutamente da scegliere anche dovendo combattere nel continuare a soffrire ed a morire se questo sarà funzionale ad un futuro di rinascita e di riscatto; ha detto al mondo che non esistono padroni se non ci sono servi consenzienti; ha esploso tutte le contraddizioni, le prevaricazioni, gli abusi ed i soprusi di una dittatura finanziaria ipocrita, egoista e strafottente. Ha detto, infine: " questa è la strada …

o con noi o contro di noi!".