… Allah ach bar … - di Francesco Briganti

24.10.2014 08:41

Dio è grande! ; questo il grido che anima e spinge ogni fondamentalista, quale che sia il suo credo, quale che sia la sua origine, quale che sia il suo fine. Quel dio, così intensamente invocato non è, non può e non deve, per forza, intendersi come un essere trascendente o superiore, ma può anche rivelarsi, subito o nel tempo, come il più meschino degli uomini, il più improvvisato dei profeti, il più assurdo ed improbabile dei risolutori. Alla stesso modo il fine la cui essenza, in questo mondo e questa società, prescinde dall’utilità diffusa, dall’essere espressione di un bene comune, dal rendersi protagonista di una scalata ad un vertice condiviso piuttosto che rivelarsi una discesa ad un fondo di ignominia e di schifezze private e pubbliche virtù. Viviamo un contesto sociale in cui Dio e fine sono a sola giustificazione del mezzo funzionale a … !.
Il mezzo, infatti, sembra essere la soluzione di ogni male. Prendiamo ad esempio l’indubbio squilibrio dettato da una immigrazione selvaggia, incontrollata, deleteria per gli stessi migranti che vengono a sperdersi ed a perdersi in un paese allo sbando e senza futuro. Questo problema, giacché, per quanto lo si nasconda dietro un buonismo di maniera ed una visione sinistroide e farisaica di accoglienza cristiana, di problema si tratta, dovrebbe affrontarsi con cognizione di causa, con praticità di effetti, con una interventistica globale e revisionista dello statu quo; tutto questo invece non si fa e si sfrutta il problema per poter sfoggiare il mezzo dell’adunata contro, del talk a favore, dello spettacolo comunque organizzato e diffuso in funzione di questo o quel altro fine che intenda sfruttarlo.
Un altro esempio molto calzante dell’importanza del mezzo rispetto al fine o al dio considerato è l’esportazione della democrazia, l’imposizione di una pace, l’intrusione in realtà e storie del tutto diverse dalla propria: con la guerra, ecco il mezzo, si vorrebbe salvaguardare la pace, il che è come dire che con un veleno mortale si può salvare un malato. Non si capisce, quindi, che l’utilizzo di quel mezzo, funzionale alle industrie belliche e limitrofe in interessi, non è una soluzione giacché, alla fine, ogni cosa, quand’anche non fosse stata inasprita, resterà comunque esattamente come prima e, forse, avrà solo cambiato padrone.
L’ultimo esempio che ho voglia di fare riguarda le manifestazioni piazza, chiunque le organizzi, qualunque sia il loro colore, dovunque esse vengano rappresentate. Anche le manifestazioni, i cortei di protesta, le adunate oceaniche per questo o quel argomento, contro questa o quella situazione non sono altro che una esaltazione del mezzo e non una soluzione ad un problema. Non vengono tenute in qualche conto; sono, comunque, sminuite o derise dalla controparte di turno; sono un happening fine a sé stesso dato che a nessuna di queste espressioni segue mai, e dico mai, una conseguenza dirimente e fondativa di un mondo migliore.
Si raccolgono firme per referendum che restano nei cassetti per anni prima di essere presi, quand’anche avvenisse, in considerazione; ci si muove a volte anche a milioni ad intasare ed incasinare una città piuttosto che un'altra e poi, apposta quella firma, venuta la sera, ognuno ritorna al proprio tran tran quotidiano contento di aver partecipato, di aver potuto dire la propria, di aver fatto sentire il proprio stentoreo grido di protesta … lasciando esattamente tutto nello stesso identico modo in cui era prima di … .
Questa è una società perversa in cui il trionfo di una democrazia permissiva oltre il tollerabile consente a chi di quella democrazia si serve per continuare a fare i propri comodi di potersene fottere alla grande del mezzo degli altri perché è proprio quel “mezzo degli altri” il proprio mezzo per restare dove si è e non farsi scacciare a calci nei denti: questi ultimi sì dirimenti e risolutivi!.
Altra cosa sarebbe ed altra importanza avrebbe ogni mezzo se a ciascuno di essi seguisse, poi, un redde rationem ragionato e concludente; se ad esempio e poi mi taccio, alla prossima manifestazione di Roma seguisse una occupazione continua della città da parte dei convenuti e sino a che il motivo della manifestazione, il problema che l’ha generata, lo squilibrio che l’ha indotta non fosse risolto; allora sì che ESSA ED OGNI ALTRO MEZZO, USATO PER, AVREBBERO UN SENSO; VICEVERSA FINO A QUANDO OGNI MEZZO NON SARA’ ALTRO CHE UNA AUTOESALTAZIONE, quale che fosse, NESSUNO DI ESSO AVRA’ ALCUNA RAGIONE VERA DI ESISTENZA.
Tutto il resto ed almeno per me non è altro che …

un inutile ululare alla luna!.