… amarsi un po’ … - di Francesco Briganti

02.07.2015 14:48

La forma verbale di cui sopra può essere considerata nella sua forma attiva e come interazione tra due persone oppure in quella riflessiva che un soggetto riserva a sé stesso. Pare evidente che in un mondo dove prevalesse la forma attiva, la situazione sarebbe assolutamente migliore rispetto a quella che ci vede quotidianamente protagonisti; ma anche in un mondo dove prevalesse la forma riflessiva il quotidiano sarebbe decisamente differente.

“ Con il termine dignità, si usa riferirsi al sentimento che proviene dal considerare importante il proprio valore morale, la propria onorabilità e di ritenere importante tutelarne la salvaguardia e la conservazione. “ (wikipedia).

La dignità!. L’amor proprio!. Quel sano egocentrismo che dovrebbe consentire ad ognuno quella indipendenza fisica e morale tale, da non permettere, mai ed in nessun caso, a qualcun altro di calpestarne l’essenza. Dalla dignità di popolo a quella di ogni singolo essere umano si possono ricavare le fortune ed il destino di intere zone geografiche, di società, comunque organizzate, di idee ed ideologie quale che fosse la loro estrazione. La dignità di ognuno porta, quindi, a pretendere rispetto ed è notorio che per pretendere qualcosa si deve esser prima disposti a cedere quel qualcosa, dunque la dignità pretende e porge rispetto e se manca l’una manca l’altro e viceversa.

La dignità ed il rispetto non possono consistere in un “ apparire ”, ma devono esistere come “ modo di essere “. Dovrebbero permeare i pensieri, il comportamento e l’azione quand’anche quest’ultima fosse conseguenza e di fatto una reazione alla loro mancanza. Alla loro esistenza e persistenza molto influisce l’ambiente e l’educazione conseguente, tantissimo l’istruzione e l’esperienza, l’una non necessariamente solo scolastica e l’altra non per forza positiva. Gran parte gioca l’indole di ognuno, anche se occorre dire che l’uomo in quanto evoluzione ultima di una specie animale, ritenendosi molto prossimo al trascendente, dovrebbe, se non altro per raziocinio, della propria indole esaltare solo le espressioni migliori.

Si fa?, è così?; da ciò che accade e circonda in ogni dove appare ed è evidente che non si fa, che non è così!.

Non è solo facile, è oltre modo inutile elencare esempi a conferma; basta guardare con un minimo di disincanto al proprio intorno, ai propri comportamenti e facendolo con l’onestà dignitosa che ognuno attribuisce a sé stesso ci si accorge che quella stessa dignità propria non è altro che un viscido egoistico adattarsi ad ogni cosa al proprio esterno, giacché, se così non fosse, proprio quel esterno sarebbe totalmente diverso o, comunque, ci si muoverebbe in funzione di un cambiamento atteso a quella direzione di ” dignità generale e comune” che invece NON E’.

Negli ultimi tempi si fa un gran parlare della Grecia, della sua dignità, di quella condizione da derelitta che la caratterizza e della precedente, contemporanea e conseguente azione “dignitosa”, da un punto di vista opposto, della comunità europea. Ebbene, è necessario dire che né gli uni, né gli altri hanno piena contezza del significato del termine “dignità”, in quanto e per quanto sopra espresso ed altrimenti, nessuno dei contendenti si troverebbe nelle condizioni in cui è.

Quello del approfondimento e della riflessione di quel termine è diventato un obbligo anche per ogni cittadino italiano il cui destino futuro potrebbe essere, e probabilmente lo sarà, quello di chi vede calpestare la propria dignità dalla mancanza assoluta di rispetto esercitata dai propri governanti. A questo c’è, però, da far precedere la considerazione in funzione della quale “ nessuno potrà mai fare e/o condizionare qualcun altro se costui non glielo lo permette”; e, dunque, ciascuno di noi non ha che da incolpare sé stesso per la condizione in cui versa, che lo ha visto protagonista o comparsa, che lo vedrà vittima o succube.

“ Amarsi un po’ “, perciò, non può e non deve essere soltanto il piacevole frutto del binomio artistico Mogol Battisti, ma può e deve essere …

la condizione indispensabile per un mondo migliore e diverso.