... amarsi un po' ... - di Francesco Briganti

10.04.2016 09:24

Valesse la pena, ciascuno di noi potrebbe fare auting del proprio lato più oscuro. Fatta una auto analisi onesta e profonda ognuno potrebbe dichiararsi al mondo per quello che è effettivamente senza farsi fuorviare da ciò che avrebbe voluto essere oppure dal come ha deciso di rappresentarsi. E dunque cambiarlo!.

Valesse la pena, ognuno avrebbe così piena contezza del proprio stato essenza ed in funzione di quello potrebbe decidere di acquisirne dignità difendendola a spada tratta con la successiva ed inconfutabile conseguenza di acquisirne dell'altra mediante una maggiore stima in sé stesso, crescendo nelle proprie aspirazioni, aumentando le proprie speranze di conquista ad una crescita personale e sociale, puntando traguardi altrimenti troppo sfuocati e lontani per essere credibili.

Valesse la pena, tutti ed ognuno, impegnati in quello sforzo di dignità,sceglierebbero quel ruolo profetico, autocosciente del proprio cambiamento, del mostrarsi e del rendersi agli altri, azioni e parole, tale da indurre discepoli ad imitarne l'esempio ed a loro volta svolgere una catechesi reiterata dall'uno all'altro quasi, salvifica e non più patologica, pandemia ad indurre non più un morbo mortale, ma un vaccino a debellare il peggio.

Valesse la pena si potrebbe considerare sé stessi non come i soggetti fulcro di una realtà ridotta e circoscritta, ma come uno dei tanti ingranaggi il cui insieme si muove e si articola in funzione di un progetto comune atteso ad un perfetto funzionamento ed ad una perfetta realizzazione di una costruzione casa di ognuno della quale nessuno è padrone assoluto, ma tutti sono usufruttuari pro tempore di un posto da tramandare alle discendenze; queste a quel punto altruisticamente comuni e non più figlie, genetiche o relative che fossero, di ogni singolo, personale, possessivo egoismo.

Valesse la pena, una siffatta società di profeti, in cui il male individuato tale sarebbe realmente perseguito e non solo condannato a parole, assumerebbe essa stessa quel ruolo profetico e quella catechesi a mostrasi ed ad insegnare pubblicizzandosi ai più viciniori con lo scopo di render costoro i primi proseliti di quel cambiamento epocale atteso allo scopo unico ed ultimo per cui esistiamo: fare della vita in quanto vita l'unica e vera ragione dell'esistenza.

" Valesse la pena, lo faremmo ...! "

Sintatticamente e sinteticamente in cinque parole la sconfitta di ognuno di noi e la tracotanza di chi da quel costrutto grammaticale trae ogni propria egoistica vittoria, ognuna delle ragioni a spingerlo all'arrivismo sociale e politico, ogni arricchimento dei propri sporchi, loschi, o comunque corrotti interessi soggettivi: non c'è, infatti, ragione alcuna, partendo dal più povero per finire al più ricco, che possa vantare una qualche parvenza di felicità, o solo di semplice contentezza, che non sia costata frustrazione, mortificazione, rabbia o dolore a qualcun altro.

Sottratte le debite sante eccezioni, e non è detto nemmeno per ognuno di questi casi, statisticamente si riscontra una unanimità di comportamenti che nemmeno le più alte leggi della fisica riuscirebbero a spiegare.

Dunque il presente è una costruzione pensiero al congiuntivo seguita da possibilità al condizionale: " valesse la pena, lo farei ... "; ora, se avete avuto la bontà di arrivare sin qui, affacciatevi ad una finestra, guardatevi intorno e, rivolgendovi al mondo, gridate a squarcia gola: " porca puttana SI CHE NE VALE LA PENA, LO FACCIO ! ". Immediatamente dopo OGNI COSA SARA' GIA' DIVERSA ...

e Voi non dovrete fare altro se non continuare ... .