… and happy new year … - di Francesco Briganti

19.12.2014 14:26

Quanto è banale, ogni mattina, star qui a ripetere delle sozzure italiane. Quanto è stupido, di volta in volta, annotare, come davanti ad un cancelliere, il sopruso di quegli, l’abuso di quell’altro, la prevaricazione del tizio, l’inverencondia di caio. Com’è inutile fare il Savonarola di un mondo allo sfascio assumendo, arbitrariamente, il ruolo di un Catone davanti a senatori corrotti, menefreghisti, assuefatti alla loro usurpata condizione. Com’è frustrante parlare a dei sordi che non vedono ed a ciechi che non sentono.
Maggiormente lo è quando si fosse ad appena una settimana della duemillesima14 nascita di Cristo ns. Signore!. Sei giorni a Natale!. Sei giorni all’ennesimo trionfo edonistico e crapulonico di tavole imbandite, di regali consumistici consumati nello sfregare di un cerino, di una finta allegria a nascondere e narcotizzare un quotidiano tutt’affatto differente passata appena la cena del 24, il pranzo del 25, il fuori porta del 26. Buonismo di maniera, felicità d’incanto, spensieratezza all’acchitto, balordaggine diffusa di una società restia al vero, a scorrere indifferente a tutto ciò che di reale le succede all’interno, all’esterno, sopra e sotto il suo essere nulla.
Quanto cazzo rompe questo tizio che seduto dietro ad un computer ogni giorno biascica storie, sì, solo storie, infilando parole come fossero perle di una collana. Che paio di palle ogni volta che appare un post a ricordare che tutti dobbiamo, metafora monacale, morire. Ma lasciaci stare e tira a campare che tanto questo porco sporco mondo se ne fotte di tutto e di tutti e niente mai potrà andare per il verso giusto: se vuoi una cosa prenditela e fottitene; peggio per gli ultimi se lasciano ai primi l’agio di un predominio incontrollato, incontestato, non riconosciuto ed irriconoscente.
Ed allora tutti per negozi, ciascuno a spendere quello che gli resta ed anche quello che non ha; ognuno alla ricerca della sciocchezza, magari minima, pur di dar segno apparente di opulenza e di possibilità. Tutti a dimenticare la presenza di un enfant prodige che ruba un posto con maramaldesco “stai sereno”; tutti appresso alle paturnie di un vecchio casinista a cui non bastano più pillole dai colori più svariati ridottosi ad accarezzare un cane, non riuscendo a fare altro, tra le braccia di una donna; alcuni a fingere di aderire alla auto commiserazione di una altro “miglior” primo cittadino che un giorno se ne vuole andare ed il giorno dopo vuole restare nell’eterna amletica questione tra il continuare a dormire o finalmente, anche solo metaforico, morire.
“C’è del marcio in Danimarca” recitava Amleto, Orazio o Bruto o chiunque egli fosse aspettando il fantasma di un padre affranto al contempo marito tradito e re di un popolo traditore e tradito e per niente conscio della tragedia a cui, galoppando, andava incontro. Il fuoco della commedia dell’arte tutta italiana consumerà lentamente anche la brace di queste ultime festività a venire ed ogni cosa con l’avvento della vecchia galoppante su di una scopa lisa e bisunta il prossimo sei di gennaio.
E poi saranno dimissioni; e poi saranno crisi di governo e poi, oppure, saranno la resa di una legge elettorale rapinatrice delle ultime libertà; il matrimonio tra il decisionismo di un farabutto e l’ignavia di una sposa-popolo in cerca di un buon pastore che ne porti la vigliaccheria al estremo limite della ribellione solo e quando sarà costata tanti, troppi, lutti; che siano essi reali o solo circoscritti ad una questione morale, sociale, politica a chi vuoi che importi se, comunque, saranno tra quelli che, a prescindere, muoiono da sempre?.
Quindi alla via così!; seguendo quella rotta segnata da altri: triade, Kaiser, fiancheggiatori, collaborazionisti o traditori che siano, verso quel porto europeo con un guardia marina a dettarne le leggi ed i comportamenti, giacché su quella croce in fondo all’orizzonte e prima di quell’ultima curva a venire non ci sarà un altro redentore a salvare i figli di Dio, non ci sarà l’ennesimo ladrone a chiedere perdono, ci sarà il sempiterno coglione a ripetere a SE’ STESSO …

“ … non perdonarli padre, questi sanno benissimo ciò fanno … !”.