Andiam, andiam, andiamo a lavorar … - di Francesco Briganti

26.06.2013 20:21

“… L’assunzione di cui al comma 1 deve riguardare lavoratori, di età compresa tra i 18 ed i 29 anni, che rientrino in una delle seguenti condizioni:a) siano privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; b) siano privi di un diploma di scuola media superiore o professionale; c) vivano soli con una o più persone a carico …” Quella che avete appena letto è una parte del decreto lavoro dall’emissione del quale dovrebbero nascere duecentomila posti di lavoro. Lo ricavo da un articolo su Uffington Post diretto dalla eccelsa L. Annuniziata. Mi incuriosiva e l’ho letto perché il titolo andava a sbugiardare, come se non lo facesse già da solo, il buon (e lo dico senza nessuna ironia) Beppe Grillo. Nell’articolo si precisa che il nostro (non ne condivido i modi e certi atteggiamenti, ma lo ritengo comunque una risorsa se rinsavisce e quindi è anche mio) Grillo critica il decreto credendo insieme e contemporanee le clausole per accedere al diritto di essere impiegati: non è così in quanto basta far parte di una di quelle categorie per sperare di essere assunti. Una svista può capitare a chiunque e farne addirittura un articolo di giornale mi sembra una canagliata senza costrutto, soprattutto se ci si ferma ad una, sia pur velata, derisione senza entrare nel merito della questione. Merito che a me sembra ben più importante ed allora, vediamo un po’ quali sono queste categorie “fortunate” e si fa per dire:
A) Intanto devono essere ragazzi tra i 18 ed i 29 anni, ragione per cui gli over trenta, quale che fosse la propria condizione, sono esclusi, gli esodati anche e così tutti coloro che “vecchietti” si trovino a spasso per l’Italia. Poi devono essere senza lavoro da almeno sei mesi e quindi fino a che non saranno morti di inedia o per intervenuto suicidio, nel frattempo, potranno poi ingrassare del frutto della nuova assunzione.
C) Inoltre non devono essere persone acculturate, ma preferibilmente al massimo con un diploma di scuola media e mediamente disposti ad accetare come una dono del Signore la probabile assunzione rendendone grazia al “ buono buana” ad ogni momento della giornata. Cos’, se siete dei ragionieri, dei geometri, o semplici diplomatico al linguistico piuttosto che allo scientifico o al classico o peggio se siete dei tornitori, saldatori a comunque usciti daun istituto professionale, preparatevi ad emigrare perché er voi non c’è speranza.
D) Infine, come ultima condizione, devono vivere da soli e con una o più persone a carico: questa è una clausola che si commenta da sola!.
Come vedete non è Beppe Grillo da prendere in giro per uno dei suoi sbagli, ma e piuttosto, il giornalista che fa di un errore una reprimenda nel mentre che non dice una parola sul fatto che ancora una volta, l’ennesima alla ennesima potenza, ad essere presi in giro sono gli italiani eccetto quelli, che in questo momento si illudono di avere preima o poi un lavoro. Io mi chiedo, farò bene?!, quanti italiani malediranno il giorno in cui si sono diplomati?; quanti invece raccatteranno chiunque per strada pur di avere qualcuno a carico?; e quanti invece e finalmente manderanno davvero a fanc… questo disgraziato paese?. Proprio non so, ma comincio a credere che TUTTO SIA FATTO APPOSTA per buttare il paese nelle mani del primo ducetto che riesce a convincere qualche fallito di colonnello o di generale frustrato e senza altre palle che quelle da esercitazione. Il decreto del fare(mo) è seguito, in queste ore, dal primo capitolo delle novelle FIABE DI ESOPO.