Anni di piombo - di Claudia Petrazzuolo

27.12.2012 09:09

… fatti una risata …

Milano, indaffarato pomeriggio inoltrato; impiegati in attesa di riposo, clienti con il pensiero proiettato più al Natale vicino che alle vicende immanenti; un cassiere a registrare un versamento, un funzionario a contare l’ammontare di un prelievo: qualcuno esce, qualcuno entra, qualcuno distrattamente lascia la propria borsa sotto un tavolo e se ne va; una guardia giurata distrattamente accarezza l’arma al suo fianco immaginandosi eroico salvatore del tempio di un capitalismo da più parti combattuto. Ore 16,37 scocca la scintilla che segnerà la vita di oltre cento persone …

Eschimo e primi anni settanta; barba lunga ed incolta; sciarpa rossa avvolta attorno al bavero ed al cappuccio lasciato sulle spalle, tirata su a parzialmente  nascondere il viso; tempo da lupi: pioggia battente e fitta nebbia ad ovattare ogni cosa; un sentiero nei campi a fendere la brina mattutina, in lontananza, ma sempre più vicino un traliccio dell’alta tensione, conosciuto più che visto e quasi icona francese di libertà uguaglianza e fraternità; quasi stancamente trascinata una borsa pronto a recitare al mondo la sua poetica prosa di ribellione giudizio e condanna …

Roma, all’uscio della sua ennesima primavera in un Italia al primo compromesso di governo tra  forze in antitesi tra la loro, ma, dopo anni di anatemi reciproci, pronte insieme a soccorrere il paese. Un uomo esce di casa indifferente al carico pesante dell’idiosincrasia avversa e strategica; cinque i morituri sacrificati all’altare di un semaforo rosso ed in nome di un rosso politico talmente rivoluzionario da essere strumento agiografico di una conservazione pedissequa e serva della più bieca ragione di stato; sembrano botti di capodanno ma sono solo spari preludio di una messa di requiem chiusura efferata di un atto unico durato cinquantacinque giorni …

In un’altra epoca sarebbe stato un doge veneziano o uno dei comandanti le tre caravelle: un veneto operaio a Genova, sindacalista e uomo vero amante del proprio lavoro e idealista convinto della giustizia e della lotta politica alla luce del sole. Odia la violenza e crede nell’idea di un mondo migliore al netto della lotta armata e delle morti assassine; ha un sospetto e ne parla, non è una spia chi non teme l’omertà e denuncia un colpevole eppure, eroe da molti dimenticato, muore nella sua auto per mano fintamente compagna strategicamente sacrificato nella fratricida guerra al cambiamento per un mondo migliore …

Fa caldo!. L’afa di un agosto infuocato spinge la calca a muoversi lungo i marciapiedi in attesa di quel treno verso i mari più diversi a rinfrescare cervelli e membra di un anno di lavoro. E’metà mattina di un sabato vacanziero, il vocio diffuso di persone intorpidite: qualcuno distrattamente controlla l’ora; una mamma chiama la sua bimba; un tassista apre la porta al proprio cliente che si affretta per timore di perdere il treno. Il tuono scoppia improvviso seguendo un istante dopo il lampo contemporaneo all’onda d’urto che distrugge tutto intorno sopra e sotto di sé; duecentottantacinque ostie vengono ingoiate dalla commistione tra reazione, terrorismo e ragione di stato: l’Emilia piange i suoi morti ed un presidente l’inutilità di una vita spesa a combattere per un paese libero e democratico …

… e vicende e fatti ed episodi e logge e strategie e attentati ed ancora bombe ed esplosioni e mafia e politici e sempre intrallazzi e collusioni e corruzioni e vergogne e vergogne e vergogne continuamente ad mortificare ed umiliare la stessa gente, le stesse persone: lo stesso popolo!. Onda su onda a sfaldare quel tessuto sabbioso sempre più rado e sempre più annacquato di una spiaggia comune in via di dissoluzione ed anch’essa sacrificata a quell’idea economica nemmeno più sottaciuta del governo del mondo a discapito del ”essere” ed in nome di un “avere” per pochi, inutili persino a sé stessi, soggetti così stupidi da non concepire come alla fine averla sempre vinta non sia altro che il prodromo naturale di una sconfitta annunciata.

E siamo ad oggi. Un mondo affamato e stanco blatera lungo canali mediatici sulle ali di una finta democrazia mentre, alieno dalla propria libertà e ignorante dei propri diritti, non si accorge di essere succube ai propri millantati doveri in nome dei quali sacrifica la propria dignità, la propria vita e quel futuro che una volta era rappresentato da quei figli che abbandonati al loro destino sembrano essere

ORFANI O FIGLI DI NESSUNO …!!!!! .