Anno di grazia 2011, mese di dicembre, uomini e donne, Italiani, in preda ad una crisi di nervi!. - di Francesco Briganti

11.07.2013 21:41

L’Italia è uno strano paese; bellissimo per la sua posizione geografica, stupendo per le sue bellezze naturali, affascinante per la sua orografia, prezioso per la sua storia, immaginifico per la sua fantasia, ricco di opere d’arti con origini nella notte dei tempi, amato nel mondo e dal mondo, eppure …, eppure esso ha un difetto: è un paese incompreso.
L’Italia non ha saputo in tutto l’arco della sua esistenza ed ancor oggi non ha imparato il semplicissimo concetto di Nazione o, per meglio dire, i suoi abitanti, di tanto in tanto, preferiscono far finta di non conoscerlo, di dimenticarlo e di volta in volta sentirsi o identificarsi in qualche cosa di diverso dall’essere Italiani.
Essi sono così dei Napoletani, dei Siciliani, dei Veneti, dei lombardi oppure, sono sfegatati tifosi di quella squadra piuttosto che di quell’altra; e ancora di sinistra anziché di destra o di centro; capita, al massimo ed allargando il discorso ad un contesto un po’ più vasto, che essi si professino meridionali, ma in contrapposizione a quelli del nord e viceversa naturalmente o che si dicano del centro ed allora eccoli essere contro ora a gli uni ora gli altri o contro tutti.
Gli Italiani sono geneticamente “bastian contrari”, sono fisiologicamente costituiti in contrapposizione a qualcosa, qualunque essa sia; non che essi siano poco gentili o scortesi o freddi; anzi, l’italiano in genere è disponibile e amichevole, è ospitale e apertamente gioviale, ma nel momento in cui si tenta di prenderne il sopravvento egli restringe alla velocità della luce il suo spazio vitale e comincia ad assumere un atteggiamento di difesa attiva pronta alla reazione quando l’azione avversa, l’idea in esame o in discussione, il commento, quale che fosse, dell’altra parte non siano in completa sintonia con il suo proprio personale sentire: ed è per questo che se, esistono in Italia sessanta milioni di Italiani, Chiunque volesse potrà, girando per il paese, trovare sessanta milioni di partiti politici differenti, sessanta milioni di commissari tecnici, sessanta milioni di possibili e differenti soluzioni ad uno stesso problema.
Attenzione!, questo non sta a significare che gli Italiani non siano un popolo unito o un popolo capace di morire per la propria patria, significa soltanto che l’italiano è un individualista geneticamente determinato; ma, ognuno di essi e tutti insieme, davanti al sacrificio estremo, in presenza dell’atto eroico non si tirano mai indietro; e quando poi, l’attacco cui si dovesse far fronte o la situazione da risolvere, il bandolo da sciogliere, la crisi da debellare fossero estremi o diretti a colpire non il singolo, ma l’interesse generale succede che l’Italiano, con un gradiente sempre più crescente, cominci a difendere, comunque ed a prescindere, tutti i tifosi della sua squadra, tutti quelli iscritti al suo partito o che professano le sue stesse idee, tutti i corregionali e poi tutti quelli del sud o del nord o del centro ed infine ed anche a costo della vita tutti gli ITALIANI nel loro insieme e l’intero genere umano.
Gli atti di eroismo di cui si sono resi protagonisti gli italiani sono, in questo senso, tanti e tali da poterne fare un’antologia degna della più grande e nobile biblioteca mondiale: essi, dunque, pur non essendo migliori o peggiori di qualsiasi altro popolo al mondo, sono, però e per questo, e ciascuno di essi, e tutti presi globalmente, e nel bene come nel male, incontestabilmente degli atti unici nella rassegna del teatro mondiale.
Sulle sponde del Mediterraneo rivoluzioni epocali stanno trasformando i paesi delle coste africane; una crisi economica mondiale sta piegando, sta condizionando in maniera anche tragica, le popolazioni della Grecia, della Spagna e dell’Italia stessa la quale è appena emersa o sta ancora tentando di emergere da un quasi ventennio di una pseudo democratica dittatura. Questa affermazione è un ossimoro dichiarato che trova, però, la sua spiegazione nella rivoluzione mediatica che ha imperversato in questo paese a partire dalla fine degli anni settanta e che, ancora oggi, resta una delle colpevoli principali dello strano porgersi al quotidiano di questo popolo.
Chi saprà dare una risposta alla domanda che da più parti ci viene fatta:
“ Perché gli Italiani sopportano e sopportano ed ancora sopportano ... ? “.