… ascoltaci o Signore … - di Francesco Briganti

30.07.2015 09:03

Due considerazioni due: a) se non ci fosse da piangere ci sarebbe solo da ridere e b) tra gli italiani il meglio messo, senza distinzione alcuna né di genere né di altro, è un “poveruomo”!. Di questo, però, parleremo tra poco ...

L’Italia è invasa da avvisi di sanzioni per multe ridicole conseguenti ad eccessi di velocità sanzionati per eccedenze a volte di solo un paio di chilometri: centinaia e centinaia di euro ad impoverire i malcapitati ed ad arricchire quelle casse comunali che uno stato infingardo depaupera quotidianamente.

Lo strozzo legalizzato e demandato ad una struttura semi privata affama, perseguita, punisce e depreda i deboli lasciando intoccati colpevoli ben più colpevoli perché intenzionali e non costretti dalla miseria.

La sanità, vanto italiano nel mondo, è sotto continuo attacco sia per propria colpa, sia per la smodata fame liberista che la vuole preda dell’ingordigia privata mai sazia del proprio avere; la scuola pubblica, nelle persone del proprio parco docenti, ha abdicato da tempo al suo ruolo formativo rassegnandosi, passo dopo passo, a quella politica che la vuole inetta ed inefficace onde favorire le paritarie, altro affare privato, a fare incetta dei denari di chi potrà permetterselo ed a incrementare, viceversa, l’ignoranza di un popolo che più abbrutito sarà, più diverrà docile e governabile.

Gli asset imprenditoriali più importanti di “questopaesedelcazzo” sono già da tempo in mano straniera ed altri se ne aggiungono ad ogni giorno che passa. La giustizia, sommersa sempre più da una pletora di leggi la cui funzione nasce e muore con interessi particolari, vede in solo pochissime rappresentanze soddisfatta la sua funzione costituzionale, mentre nel resto dei casi viene amministrata ad usum delphini quale che fosse il pescecane ad averne vantaggio.

La classe politica, quale che ne fosse il grado o l’importanza, quale che ne fosse l’estrazione o l’ideologia, le idee sono state sotterrate nel cimitero delle delusioni e degli intrallazzi, vende sé stessa al migliore offerente senza più vergogna o mortificazione inflitta o spontanea; l’inno nazionale, quel Fratelli d’Italia che ha spinto più di un cuore patriota alla morte in nome di un concetto abiurato, oggi, dai più, si sta trasformando in una pagliacciata alla “ fin che la barca va “ orgoglio di una Orietta Berti oggi schifata in prima persona per quanto ogni italiano ne sputtana i versi nel proprio decorso quotidiano.

Una nazione nata sulla rapina di un sud ricco ed industriale conferma istante per istante di non essere riuscita a crearsi un popolo degno di questo nome. Sessanta milioni di individui aspettano, nessuno sa cosa, ma aspettano. Forse che ciascuno degli altri dal "sé " faccia quel qualcosa che ognuno ha paura di fare in prima persona.

Ed ora ritorniamo alle due considerazioni due. Si diceva ai miei tempi. “ … una risata vi seppellirà … “. Mai boutade fu più grossa e fuorviante. Questi miserabili bastardi non hanno paura di nulla tanto meno delle risate ed anzi più gli afflitti sdrammatizzano e si scompisciano alle battute dei vari comici a vilipendere il potere, tanto più il potere si rafforza e si auto legittima.

Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere!. Io dico, invece, che c’è solo da piangere ed è ora che a farlo sia ogni governante, dall’ultimo degli assessori al primo cittadino al quirinale e, ognuno, deve farlo con dolore a cominciare da quell’Azzolina la cui meretrice vita è stata assolta non da chi era senza peccato, ma da chi come lui di peccati è pieno.

Ogni italiano è un “poveruomo”!. I miserabili li avrebbe definiti Victor Hugo. Io semplicemente Li, Vi, Ci etichetto come la feccia del genere umano. " Fasti non foste per viver come bruti ... " cantava Dante ma lui, il sommo poeta, non poteva immaginare …

che sorta di letame saremmo diventati!