… ave Caesar, morituri te salutant ... - di Francesco Briganti

12.10.2014 07:26

Scrivevo l’altro giorno di “bambini che giocano a fare i senatori. Scrivevo di persone dall’età minima di quarant’anni che giocavano ad ostacolare un provvedimento del governo. Scrivevo di persone che nel loro essere duri, puri ed infantili non si rendevano conto, peggio se invece ne avevano coscienza, di star partecipando ad uno degli ultimi de profundis della democrazia italiana.
Occorre, e sono molto serio scrivendo, ricordare ciò che è accaduto.
Il governo ha posto la fiducia su di una legge delega; una legge che parla genericamente di riforma del lavoro e che non accenna minimamente al articolo 18.
Prima di proseguire, però, lasciatemi fare una precisazione: la nostra Costituzione, per questioni di urgenza e di particolari gravità, dà facoltà ad un governo di emettere dei decreti a riguardo che hanno validità di trenta giorni entro i quali il parlamento deve trasformarli in legge una volta che il presidente della repubblica li abbia controfirmati; se questo non accade i decreti decadono ed i provvedimenti in essi contenuti non hanno più alcun valore fattivo. La nostra carta costituzionale non attribuisce alle leggi delega la stessa valenza di un decreto legge e dice che esse devono essere approvata in parlamento; la nostra Costituzione dice ancora che sulle leggi delega non si dovrebbe mettere la fiducia, ma in “questolerciopaese” esiste una Costituzione reale ed un’altra ad usum delphini ed in effetti alcune volte, e nel disinteresse generale, le leggi delega sono passate grazie ad un un voto di fiducia. Così è stato all’ultima votazione al senato.
La maggioranza governativa, questo è sotto gli occhi di tutti, ha al senato una risicata prevalenza, ma nei fatti quand’anche la sinistra del pd avesse mantenuto la propria dignità votando contro, cosa che, a parte il sen. Bocci, non ha fatto, la legge sarebbe passata lo stesso dato l’elevato numero di assenti nei ranghi di forza Italia; è palese come e quanto siano utili a volte le coincidenze.
Alla camera, dovessero i dissidenti del pd farsi forte di una dignità che non hanno più, la maggioranza del governo è tale che la legge, grazie anche ad altre coincidenze vedrete, passerà comunque. Dunque una legge delega approvata, incostituzionalmente, con un voto di fiducia diverrà legge dello stato.
Affinché una legge diventi norma vigente occorrono i decreti esecutivi; occorrono, cioè, quei provvedimenti attraverso i quali i suoi canoni trovino la strada per essere attuati. I decreti esecutivi non devono passare il vaglio del parlamento che al massimo può esprimere un parere non vincolante. Dunque attraverso i decreti esecutivi si potrà abolire una legge, quella relativa all’art. 18 dello statuto dei lavoratori, senza passare dal vaglio del parlamento. Il governo del bamboccione fiorentino HA DI FATTO ESAUTORATO LE FUNZIONI DEL PARLAMENTO.
Occorre qui, ritornare alle coincidenze di cui sopra ed ancora un po’ più indietro al patto del nazzareno, quel patto di cui il popolo italiano sente tanto parlare, ma di cui non sa assolutamente nulla: risulta lapalissiano quanto quelle coincidenze siano figlie di quel patto e come quel patto sancisca, ahi noi!, l’abdicazione di un governatore a favore di un suo protetto, più giovane, egualmente furbo, sagacemente discreto, furbescamente sottile, sadicamente sodomita nei confronti del popolo che sempre più mostra di godere della violenza che subisce condannandosi a questo per almeno un altro ventennio.
Ma cosa ha chiesto in cambio il buon nano arcoriano per mettere le sue servili truppe a disposizione del dittatorello in fieri geograficamente toscano e geneticamente maiale?.
Occorre fare un salto in avanti a quando tra qualche mese il nostro re repubblicano Giorgio I da Napoli lascerà, e non sarà mai troppo presto, il proprio altare sacrificale e all’elezione del suo successore. Costui, chiunque egli fosse, sarà, comunque, il frutto di un parto innaturale gestito da “ laide mammane “ uscite dalla associazione tra le forze congiunte di una destra fascista e di una sinistra non più tale completamente ed assolutamente colpevole del proprio suicidio. Il re repubblicano che succederà a S. M. Re Giorgio I farà l’unica cosa che veramente, ad oggi, interessa al vecchio bavoso milanese: gli concederà quella grazia a cui tanto aspira e che gli permetterà di morire da padre della patria e non da criminale condannato quale è adesso.
Voglio sappiate che quanto state leggendo non è frutto della mia inventiva; quanto state leggendo prende spunto da un articolo di Eugenio Scalfari, su Repubblica, che fareste bene a fare vostro. Quando un vecchio liberare come Scalfari, sostenitore e fondatore del Pd, acerrimo nemico dei comunisti, io lo ricordo ai tempi del compianto Enrico, parla apertamente di VULNUS alla democrazia, allora è il momento di preoccuparsi seriamente; è il momento di dismettere la propria stupidità, è il momento di dire a sé stessi : “ se non adesso, mai più!”.

Oggi è domenica. Ciascuno di Voi oggi meno di ieri e più di domani ama pensare a cose brutte, ma ognuno di Voi sa e conosce le proprie e le altrui condizioni; ognuno di Voi sa che quand’anche non fosse stato ancora unto dalla sporcizia di questa crisi, il proprio momento non è lontano; ciascuno di VOI deve convincersi che non esiste intervento di medicina estetica che possa riparare …

innumerevoli culi sfondati!.