... bandiera rossa ... - di Francesco Briganti

14.03.2015 07:43

Caro Maurizio,

dalla finestra del mia casa il panorama è quello di un giardino al risveglio e per quanto l'umido ed il freddo abbiano lavorato bene anche sulle mie ossa tanto da eleggere la schiena come loro portavoce, il calore della tue parole anticipa una primavera imminente
.
Ti scrivo queste riflessioni alla luce degli ultimi avvenimenti, convinto come sono del fatto che esse sgorgano spontanee nella mia mente come, sono certo, nella tua. Confesso, ho da tempo rinunciato a capire le dichiarazioni ufficiali estremamente dure e chiuse ad ogni possibile considerazione per la dissidenza che continuano a venire dal ufficio del primo ministro. Il sospetto di una presunzione di lesa maestri che soverchi l’attenzione alla critica è il minimo pensabile.

Sono passate poco ore dal tuo intervento, eppure pare sia già trascorsa una vita intera. Dirò di più, ascoltando certe affermazioni venire dai pulpiti governativi sembra quasi di avere a che fare con altre persone che quelle a promettere equità, rottamazioni, cambiamenti ad assicurare maggiori equilibri e vite migliori per i più diseredati ed afflitti. Se non fossi sicuro che la realtà odierna ci mette al sicuro da certe tecniche coercitive, penserei ad una lobotomia finalizzata; ma non escludo a priori una clonazione aliena proprio nel mentre che nella mia mente si fa strada una subornazione al incarico ricoperto: COSA MAI E’ DIVENTATO QUESTO MATTEO?.

Ricordo perfettamente come, mentre fuori soffiava il vento del rinnovamento, in maniera molto accorata, il primo ministro illustrasse le strategie da seguire, per altro precise e non prive di logica politica e, come, correttamente sembrava, suggerisse un comportamento il più coerente possibile alle posizioni che ciascuno di noi occupava in seno al progetto comune: “ ma ogni cosa si faccia per il bene del paese” diceva; eppure ricordo anche come altrettanto chiare e lineari siano sempre state le nostre posizioni pur nell’ambito di quella affermazione di unità nella lotta fino a quel momento svolta ed ancora da svolgere.

Compagno Maurizio, non ho dubitato mai, nemmeno per un attimo, che dichiarando le mie perplessità e schierandomi apertamente con il dissenso crescente, io, quelli come me e quelli come te, contribuiamo non solo a dare fiato e consistenza alla schiera dei disillusi, ma anche ad un loro rafforzamento, o meglio ad un rafforzamento di quelle posizioni che possono e devono trovare la loro bandiera finalmente ed orgogliosamente a garrire senza intralci e sotterfugio raggiri politici.

Quanto amara si sta rivelando, volta dopo volta, la gioia provata ad ogni vittoria di piazza. Il giorno dopo, però, ogni illusione cade e tutto sembra già preistoria, per il governo, questo governo, la giusta protesta sembra avere l’importanza di una mosca inondata di ddt.

Rifletti!

Quanti fra noi e soprattutto, quanti fra quelli astenuti dal voto o alla deriva verso altri lidi a loro sembrati più accoglienti, si stanno interrogando chiedendosi sempre più apertamente se darai un seguito di fatti dopo aver acceso di nuovo una speranza?; quanti sono quelli che chiedono a sé stessi, dopo averlo votato, se il nostro primo ministro non sia stata una scelta sbagliata?. E’ giunto il momento, di dare a tutti ed a ciascuno quella risposta seria, articolata e fattiva che non sia più e solo un ululare alla luna, ma letteralmente una costrizione ad una presa di responsabilità e di scelta di voto.

Non si può, però, rimediare ad un errore facendone un altro. Comincio a pensare e non sono il solo, che dovremmo prendere atto degli errori passati e dichiarandoci in tal senso iniziare una ricostruzione unitaria, anche questa volta…, ancora una volta. Il popolo se sapremo spiegare e spiegarci capirà e ci seguirà: moltiplichiamo ed esaltiamo quel barlume di ideali che ancora abbiamo nel nostro bagaglio genetico. Il potere per il potere, non è mai stata una nostra filosofia, la lotta per i diritti e per l’uguaglianza sì!.

E per quanto sembri ormai che politica ed ideali siano due cose che insieme non riescono più a stare, se ci rassegnassimo a questa constatazione ogni nostra iniziativa ci renderebbe del tutto uguali a coloro che, vecchi o nuovi, occupano quelle sedie da nuovi ricchi quale pro domo sua e quale in attesa di vittorie maggioritarie la cui evidente e probabile assenza è solo funzione di una sempre continuata azione contraria. Voglio ancora illudermi che questo paese possa essere cambiato in meglio e se, non c’è bene nei compromessi e nelle rinunce alle proprie convinzioni, non ci può essere azione risolutrice che non veda uniti e compatti tutti quei figli, che da una stessa madre, vaghino per l’aere ideale appesi a sogni e segmenti tanto a dividere pur quanto fossero profondi e importanti.

Compagno Landini, la verità sta nei fatti che stiamo vivendo: il nostro primo ministro è stato acclamato tale, con un colpo di mano di una maggioranza ben più piccola di quanto lui millanti e dichiari e ci sono considerazioni di anti costituzionalità che si auto eleggono ad un rango primario: le idee che anche tu rappresenti non trovano nel palazzo che pochi e dispersi disposti ad ascoltarle ed il vecchio progetto di voler cambiare le cose dall'interno, si sta rivelando, in effetti ed ancora una volta, un petardo in procinto di scoppiarci nelle mani troncandocele di netto. Non posso accettare che la pasta politica su cui occorre lavorare sia tale da non essere mutabile, né che lieviti fino a soffocarci tutti anche grazie all'evidente aiuto di quei rappresentanti, né carne né pesce, che hanno dato il loro interessato sostegno ad un premier più cavallo di troia che troia egli stesso.

Compagno Maurizio, non è più tempo di giochi machiavellici.
In questa confusione di sfumature in cui tutti si possono riconoscere in tutto è ora di assumere delle posizioni chiare: riportare alla ribalta quegli ideali che, per quanto aggiornati e adattati, hanno fatto sì che un sistema pure sconfitto ed abbattuto non si debba e si possa dichiarare morto, ma sia anzi così vivo da rendere onore ogni giorno al sacrificio di quei compagni caduti con onore ai piedi dell'albero delle loro idee, del proprio lavoro, della propria disperazione; il sacrificio quotidiano e di vita di ognuno è divenuto un obbligo morale che spinge con urgenza per la vita democratica di questo paese.

Facciamo sì che quei caduti non lo siano invano e che di loro ed ai loro cari si possa, per l’orgoglio di tutti, dire che hanno lottato per la libertà, la democrazia, una condizione sociale paritaria e giusta per tutti e che sono stati i geni a mutare verso un futuro diverso.

Caro Maurizio, fuori il profumo di un’alba primaverile sta trionfalmente sconfiggendo le ombre della notte; ho atteso il faticoso volar via di una notte di sonno perché volevo che questa volta fosse chiaro tutto il mio e di altri tanti compagni delusi, assenti, migrati, spirito di collaborazione ai superiori interessi di un popolo allo stremo e piegato da leggi inique, sottomesse al dio mercato officiato sempre più sfacciatamente da paludati sacerdoti della economia e della finanza: vedi bene anche tu come le cose siano troppo diverse da come le avevamo immaginate!.

Io sono certo che la nostra capacità di azione, se tu ne incarnerai l’anima unitaria, è ben superiore a quella che in questo momento le tante particelle divise e sperse mostrano di avere ed è per questo che ti lascio con in invito :

“ Ricorda, il futuro siamo noi… e tu puoi esserne il primo giorno … nella speranza che tu, Caro Maurizio, non sia l’ultima e definitiva sconfitta ”.
Hacia la victoria siempre compagno!.

francesco briganti