… bang bang … tu spari a me; bang bang … io sparo a te … - di Francesco Briganti

11.02.2015 21:02

Noi maschi, da bambini, abbiamo tutti giocato alla guerra. C’era chi si fingeva lo sceriffo più veloce del west, chi diventava un emulo del bandito Jesse James, chi infatuato dai film americani sognava l’epopea di Caster e del settimo cavalleggeri. Nessuno voleva fare l’indiano, nessuno amava pensare sé stesso a scalpare qualcuno, tutti dovendo fingere di morire ne sceneggiavano l’atto nel modo più plateale possibile.

Le pistole giocattolo, in un epoca in cui il politiccally correct non esisteva, sembravano vere, i fucili erano ad aria compressa e sparavano proiettili di gomma o dei piombini veri ed il fare “bang bang” con la bocca era limitato ai più piccoli ed alle canzoni di Dalidà. Io stesso, un giorno, correndo il rischio di iniziare anzitempo il percorso dei miei guai, con un fucile ad aria compressa passai da parte a parte il braccio di un mio carissimo amico. Eravamo incoscienti noi ragazzi, ma lo erano molto di più coloro che quei giocattoli, assurdi di per sé ed ancor di più se dati a dei ragazzi, li fabbricavano e li vendevano.

Quella generazione di ragazzi ha partorito, poi, gli scriteriati senza nessuna contezza del valore di una vita che pensarono con le armi di risolvere i problemi, fossero questi personali, sociali o economici. Non che l’oggi, periodo in cui le armi non sono più dei giocattoli d’elezione, la violenza scarseggi, ma di certo c’è una educazione diffusa che permea le menti se non per altro almeno in funzione di una maggiore resistenza e sensibilità verso la vita comunque intesa; sia detto con tutte le riserve del caso visto che, invece, quando per vita si dovessero intendere la dignità e d il rispetto per gli uni e degli uni, il concetto diventa aleatorio e, molte volte, addirittura soggettivo.

In questo “OGGI” si torna a parlare di guerra. All’inizio di questa crisi economica maledetta fui facile profeta nello scrivere che da certe situazioni si esce solo in due modi: allargando i cordoni della borsa oppure eliminando quanto più gente era possibile. E’ stato così dopo la crisi del ventinove e se, vi pigliaste la briga di considerare ogni guerra vera e combattuta al fondo di ognuna di essa scoprirete che il movente principale sono i soldi; che questi si facciano costruendo armamenti oppure ricostruendo ciò che si è distrutto oppure ancora occupando terre per depredarne le risorse, poco importa alle vittime, giacché esse saranno comunque morte invano per quanto possa valere il portafogli di colui o coloro, i soliti sempre, che si arricchiranno.

In una guerra non c’è mai chi ha ragione e chi ha torto: hanno tutti torto !. Non ci sono vittime e carnefici essendo tutti vittime di uno sparo o della propria animale brutalità. Una guerra è una pestilenza senza controllo e senza l’intelligenza stessa di una patologia, qualunque essa fosse, giacché anche il virus più patogeno all’improvviso smette di infettare e muta per non distruggere, uccidendo ogni cosa, anche sé stesso; l’uomo, purtroppo non ha questa intelligenza è tanto stupido da accendere una miccia che qualora vedesse sopravvissuti allo scoppio lo ricaccerebbe indietro nel tempo alla barbarie ed al medio evo della civiltà.

Sapete cosa fa un proiettile quando penetra in un corpo?; chiudete gli occhi e leggete ad alta voce: sfonda la pelle, straccia i muscoli, spezza le ossa, violenta nel peggiore dei modi polmoni, fegati, stomaci, strazia vene ed arterie e quando i più fortunati tra i colpiti non dovessero perdere la vita il trauma resta nella memoria per sempre.

Questo fa un semplice proiettile di piombo. Ora immaginate che invece sia, un proiettile al uranio impoverito se non vi ammazza subito, lo farà vigliaccamente un po' alla volta; oppure provate a pensare ad un proiettile a punta cava, si frantuma in mille pezzi entrando, oppure uno di quelli al mercurio che esplode letteralmente; ecco adesso pensate a ciò che può accadere in seguito ad un colpo di mortaio o di cannone, ma non laggiù in medio oriente o in Africa posti di cui ci importa il così detto giusto, ma qui sulle nostre case, nelle nostre città, in questopaesedelcazzo dove la vita conta sempre meno, comunque la vogliate intendere.

Perché è proprio qui che noi sperimenteremo tutte queste cose se non peggio: siamo nell’era atomica ed il più fesso tra i guerrafondai ne ha una e non si preoccuperà ad usarla quando dovesse trovarsi alle strette.

Bene!, Obama ha chiesto al congresso Usa i poteri di guerra …

A U G U R I !.