Buon anno mondo, perché ... - di Francesco Briganti

01.01.2015 10:47

Da “Psicostoria, genesi di un mondo diverso” by Brian F. Tig volume 12; cap. 3°; edizioni Godwanted.

“ … e fu così che all’alba del quindicesimo anno del 21° secolo un paese intero nacque alla vita quasi senza rendersene conto. Una mattina soleggiata e stranamente tiepida per il periodo mostrò di aver sconfitto le brume uggiose di giorni a precederla di freddo intenso, piogge e nevicate abbondanti. Un cielo terso dava vanto di sé presentandosi scevro di orpelli invernali, agghindato com’era di un azzurro intenso e profondo; nell’aria il profumo caratteristico della natura si sposava deliziosamente con i colori intensi e luccicanti di ogni cosa; in alto stormi pacifici si esibivano in evoluzioni acrobatiche accompagnandosi con il caratteristico vociare confusionario e stridulo degli uccelli a caccia del pasto quotidiano. Il mondo dormiva placido dopo una notte di bagordi festaioli ignaro che, proprio in quei momenti, si stavano realizzando i sogni di ognuno.

Occorre dire che l’anno precedente si era chiuso con un ennesimo mostrarsi, preordinato e finto, soggettivato da dimissioni propedeutiche ad un cambio assolutamente fine sé a stesso. Gli ingenui a credere, i furbi a fingere un sostegno elogiativo e cinico, i coscienti a denigrare a prescindere, gli oppositori impegnati in una noncuranza tanto esibita quanto inutile e sterile. Il freddo intenso come corollario di una succedaneità così uguale al passato da essere tanto pleonastica quanto sfrontata.

Proprio in quei momenti Qualcuno nel più profondo dello spazio profondo distrattamente seguiva su canali sconosciuti agli umani quello che per un terrestre distratto poteva sembrare solo un film di terzo ordine, mal recitato e con una trama da feuilleton tanto sfruttata quanto becera.

Sorseggiando del sidro stellare mentre tra le dita lentamente si consumava un sigaro cubano, ossequioso presente del rappresentante caraibico, la canuta essenza tormentava i propri pensieri alternandoli tra il dirottare un asteroide, momentaneamente parcheggiato in orbita plutone, verso quel pianeta insulso e masochista onde decretarne una fine ingloriosa o rendersi ancora una volta protagonista ed artefice. Una rabbia profonda gli corrugava l’eterea fronte; un mignolo nervoso tamburellava sul bracciolo della poltrona, un ritmico battere del piede nulla di buono lasciava presagire quando, al ennesima saporita e fragrante boccata di sigaro, decise che dove quegli imbecilli avevano fallito Lui avrebbe posto rimedio; un gesto imperioso di quel mignolo, d’un tratto teso verso quel disastrato infinito e ….

In ogni angolo terrestre una primavera, usuale o fuori stagione, scoppiò rigogliosa e fragrante; d’incanto sparirono tutti gli inquinamenti, il buco dell’ozono ed anche i territori più desertici e rocciosi si ricoprirono di foreste, di campi coltivati e di prati colorati di fiori e di insetti a perpetrarne l’oggi in un domani gioioso, di animali al pascolo brado tranquilli e mansueti a godersi quel Eden improvviso inaspettato e meraviglioso.

Nei centri urbani si allargarono le strade e come per miracolo migliaia di automezzi inutili sparirono nel mentre esatto che nei depositi si moltiplicavano, come pani e pesci, mezzi pubblici ad energia rinnovabile; comparvero asili nido, sparirono le buche nelle vie, le banche si trasformarono in semplici salvadanai in cui ognuno al risveglio avrebbe trovato un proprio conto dal quale prendere, sine die, tutto ciò di cui avrebbe avuto bisogno e per questo sparirono abbuffini, intrallazzatori, disonesti e criminali di ogni genere e fatta; persino i politici divennero, loro malgrado, dei Gandhi solo dediti al benessere comune scevri com’erano di ogni interesse privato egoistico e malversatore; il governo di ogni paese diventò l’espressione esatta del volere popolare con piena soddisfazione di tutti e di ciascuno.

Fabbriche chiuse da anni ripresero vita, nel rispetto della natura e del intorno; posti di lavoro sorsero al improvviso, ciascuno predestinato ed assegnato al rispettivo disoccupato, sottoccupato, sfruttato al nero; le donne videro parificata e riconosciuta la propria valentia e, dovunque, sparirono lo sfruttamento giovanile e lo schiavismo verso chi non aveva mai avuto la forza di una ribellione sacrosanta e salvifica.

In ogni angolo del mondo nessuno seppe più il significato della parola razzismo, della discriminazione sessuale, del fondamentalismo religioso: tutti dimenticarono gli integralismi fanatici e stolti che sin lì li avevano avvelenati e martoriati; persino i tedeschi si convinsero che il loro “ … uber alles …” non era altro che una insulsa panzana; anche ad Arcore sparirono pali da lap dance e divise da infermiere e tonache da estemporanee monache. Matteo ritornò ad essere un bamboccione felice e sereno.

Ad ognuno fu imposto con batter di ciglia il senso del rispetto, del dovere, della legalità e della giustizia; cessò d’un tratto il libero arbitrio del male e della sopraffazione dell’uomo su l’uomo.

“ … e adesso vediamo se riuscite a rovinare tutto di nuovo ! “ pensò il Vecchio Alieno spegnendo quella sorta di televisore che aveva davanti poi, avviandosi verso il proprio paradisiaco giardino, disse a sé stesso :

“ auguri a tutti perché io non esisto, ma se non fosse per me … “ .