...c’è del marcio in Danimarca... - di Claudia Petrazzuolo

18.01.2013 10:05

Ho letto da qualche parte il sospetto che Shakespeare fosse in realtà uno scrittore italiano per ragioni sue emigrato ( e come ti sbagli) in Inghilterra; mettiamo che la cosa fosse vera e mettiamo ancora che fosse addirittura un napoletano e supponiamo infine che l’Amleto fosse stato, perciò, ambientato non in Danimarca, ma in Campania: allora, al posto della famosa frase che l’ufficiale Bernardo dice ad Orazio in attesa di veder comparire il fantasma del padre di Amleto, noi avremmo letto o ascoltato questa: “ … sient’ ch’ fiet’ ‘e mmerd!...” (senti che puzza di letame, ndr). Dando per scontato il Vostro perdono per la mia licenza scurril-poetica, vado ad argomentare. Questo è un paese di bimbi!, un paese dove l’ètà media di ciascuno si aggira intorno ai sei/sette anni; età il cui trascorrere è caratterizzato dal fatto che per ogni cosa che succede, soprattutto per le malefatte, si cerca e si ottiene una scusante oppure si scarica la colpa su qualcun altro avendo imparato che si può contare sulla benevolenza o sulla stupidità o sul menefreghismo altrui: in Italia l’acquisizione di questa realtà perdura per tutto il resto della vita. Succede, perciò, che chi è lavativo sul lavoro lo è perché è stressato dal lavoro stesso o perché il padrone è un infame o perché questa società non è vivibile; succede che un medico di base non vada a casa dai pazienti perché questi rompono i santissimi o perché, cavolo!, lui è un professionista e non un missionario; succede che alle 5 del pomeriggio un burocrate cascasse il mondo timbra il cartellino; succede che un padrone (99su100) sposti la sua azienda in un altro paese perché il sindacato, perché le tasse, perché le norme eccetera eccetera eccetera. Succede, ed è allora normale, che anche i politicicanti abbiano sempre la cosiddetta “pezza a colore” per ogni promessa disattesa, per ogni cambio di bandiera, per ogni contraddizione in fieri, per ogni disonestà attuata, per tutte le ignavie che ne caratterizzano, nessuno escluso … nessuno!, il carrieristico cammino; ed è così che un presidente (nei vari gradi di importanza) può interferire a favore di un suo amico o dei suoi interessi o di una nipote di un capo straniero, ostacolando il corso della giustizia; è per questo motivo che situazioni hard core diventano innocenti burlesque o che ladri patentati vengano eletti al sacro seggio di onorevoli pur non avendo di onorevole nemmeno una mutanda appena lavata con l’acido muriatico: è per questo che un paese si trasforma lentamente in una fogna stagnante e maleodorante. Quello che ha reso, rende e renderà tutta questa situazione una miccia accesa su una tonnellata di nitroglicerina si articola su di un binomio che vede da una parte la poca considerazione che i politicicanti hanno dei loro elettori e dall’altra la sempre più scarsa sopportazione che questi ultimi hanno per la propria condizione: credo di poter affermare che oramai il punto critico sia stato ampiamente superato e che la devastante deflagrazione stia già consumando i substrati e se ancora non si sente il botto è perché c’è la valvola di sicurezza delle prossime elezioni i cui risultati produrranno lo scoppio del bubbone infetto o, speriamo!, il catalizzatore a neutralizzare la patologia della rivolta. Quanti giorni mancano alle votazioni?, sempre meno!; ed allora, cominciamo a ragionare sul fatto che tutti questi vecchi politicicanti, quali per età, per furbizia, per navigazione sbagliata, per pura e semplice inadeguatezza, non sono altro che spazzatura da buttare nel più vicino bidone e convinciamoci del fatto che è al nuovo che bisogna rivolgersi, ma al nuovo veramente nuovo, e concentrare su questo ogni voto possibile e che sia Ingroia o Grillo, MA IO PROPENDO PER IL PRIMO essendo il secondo troppo sui generis e troppo assolutista, fondamentalista ed accentratore secondo il mio modo di vedere e per quel che questo vale, senza più preoccuparsi di desistenze, di possibilità di riuscita, di poteri forti o del millantato bene del paese e di tutto quell’insieme e ambaradan che sin qui ha trasformato una landa paradisiaca in una porcilaia infetta e perniciosa. Solo così il marcio della Danimarca si trasformerà nel profumo di lavanda di un bellissimo prato in fiore delle nostre montagne o nell’aroma iodato salvifico e disintosiccante delle nostre spiagge caratteristiche, entrambi, peculiari di quello che era il “ GIARDINO D’EUROPA”.
A noi tutti la scelta, a noi tutti TUTTO IL POTERE, A NOI TUTTI L’INTERA RESPONSABILITA!.