C. V. D. - di Francesco Briganti
Il mio amico Beppe non fuma e se vuoi fartelo nemico devi solo provare ad accendere una sigaretta nella sua auto. L’altro giorno tornavamo da Modena dove avevamo fatto una installazione di un macchinario; seduto come passeggero giocherellavo con un pacchetto vuoto milite ignoto del mio vizio inverecondo quando, ad un certo punto, stufo di tenerlo fra le mani aprivo il finestrino e, con slancio olimpico, lo defenestravo incontro al suo destino di biodegradabilità: apriti cielo!. Sono stato immediatamente assalito da una filippica infinita sulla inciviltà del mio gesto e sul, per lui evidente, mio disinteresse per l’altrui mondo. La discussione che ne è seguita e che Vi risparmio ci ha visti, alla fine, concordi su tre cose: a) che se fossi stato nella mia macchina l’avrei semplicemente lanciato sul sedile posteriore; b) che se non avessi il vizio del fumo sarei ecologicamente meno dannoso; c) che se fossimo stati in Svizzera non mi sarebbe neanche passato per la mente di buttare checchesia sulla pubblica strada.
Dei tre punti l’unico non opinabile è proprio il terzo!: se fossi stato in Svizzera …; questa verità assoluta, che qui riaffermo, non vuol dire che la Svizzera sia meglio dell’Italia o che gli italiani siano peggiori cittadini che gli svizzeri, vuol dire solo, pensateci!, che in quella landa montagnosa lo stato funziona e qui da noi NO!. Quando uno stato funziona, infatti, si ha un riguardo, anche timoroso, nei suoi confronti; verso di esso ci si pone con deferenza, lo si stima e se ne cerca l’approvazione; se ne è fieri e si è orgogliosi di farne parte perciò, e fatte le dovute eccezioni, è molto improbabile che qualcuno deroghi da quello che possiamo chiamare “comportamento civico”.
Uno stato è il suo governo; un governo è la sua classe politica; una classe politica è il proprio elettorato; un elettorato è il popolo di quello stato; un popolo è l’insieme di quelle persone che abitano una determinata nazione; le persone sono maschi o femmine, giovani o vecchi, perciò “specie uomo”; dunque se uno stato non funziona è l’uomo che non funziona. Ma quest’ultima affermazione è un ossimoro civico, è un assurdo genetico, è in assoluto contrasto con la verità precedente giacché l’uomo è da sempre, sin dagli albori della sua andatura bipede, un animale sociale e per questo costretto al rispetto di sé, al rispetto degli altri, al rispetto per le gerarchie e le istituzioni, al rispetto delle regole comuni, ognuna e tutte, idonee a che una società funzioni: ed allora, dove è e quando è che, in questo paese, ogni cosa è andata a puttane?.
Ieri ho postato dieci punti in favore della visione dei mondiali di calcio. L’ho fatto in maniera semi seria introducendovi un punto tragicamente drammatico: la condizione di un popolo, quello brasiliano, che stramaledice il proprio stato. La discussione che ne è garbatamente seguita si è sviluppata sulla diatriba visione sì – visione no piuttosto che sui perché di quella condizione e, quindi, non sulla domanda : “ … dove è e quando è che anche in quel paese le cose sono andate a puttane …???”.
Ecco, forse e dico forse, sta proprio in questa superficialità di analisi e di risposta ai quesiti l’origine dei nostri e degli altrui mali: si guarda alla punta alla luna invece di guardare al dito che la indica; ci si interroga sugli effetti piuttosto che indagare sulle cause; ci si fa abbagliare da quel che luccica e non si cerca di capire se è vero splendore o solo luce riflessa; PREFERIAMO TUTTI, me compreso, lasciarci andare al facile indignato ed inutile grido di dolore piuttosto che in qualche modo intervenire, nel caso particolare ed in generale, sulle cause del male onde estirparlo alla radice.
NOn so in Brasile, ma in questo paese è dalla RESISTENZA in poi che nessuno più fa concretamente qualcosa per sé, per gli altri, per lo stato anche se sembra che tutti e da allora non facciano altro che cercare di migliorare le cose. Ma, “ … il meglio è nemico del bene …” diceva un mio professore di liceo sopra tutto quando è un meglio indotto che non risponde alle effettive necessità di ciascuno che siano comprese in un bene di tutti.
Per tornare al Brasile ed ai campionati del mondo di calcio, si guardi alla gioia dei brasiliani che hanno festeggiato per la vittoria della loro squadra fregandosene se scaturita da un calcio di rigore inventato da un arbitro compiacente … perciò:
come volevasi dimostrare!.