... capitano mio capitano ... - di Francesco Briganti

06.03.2016 11:06

Renzi e Berlusconi sono simili, quando non uguali, in moltissime cose; ma quella che li accomuna più di tutte le altre è l'intima convinzione di essere dei messi di una, quale che si voglia, entità superiore: entrambi pensano di essere dei messia!.

Fateci caso, entrambi hanno ritenuto importante divenire " il capoassoluto "; tutti e due hanno creato un "cerchio magico" cui racchiudere quel gruppo di fedelissimi disposti ad ogni cosa pur di parare le terga al vate; entrambi hanno cooptato persone che a loro stesso dire andavano evitate come la peste; allo stesso modo queste persone e quelle del cerchio magico riflettono un pensiero unico che non si discosta mai dallo stesso filo rosso conduttore; tutti e due hanno basato tutto questo partendo dal principio che fossero gli unici a poter salvare il paese da una supposta devastazione; entrambi hanno perseguito interessi, privati e non, che, comunque fosse, hanno colpito duramente i destini dei più deboli e bistrattati.

La loro genesi è "toscana" per entrambi: quella del nano della bovisa lo è per scelta e conseguenti aderenze alla loggia massonica P2; quella del cavallo di troia lo è per nascita e per successiva influenza di un intorno permeato dallo spirito e dalla carne di colui che fu un certo Licio Gelli. Entrambi senza rendersi conto di essere solo dei burattini senza gloria ad essere mossi per scopi più grandi loro; scopi il cui vero intento è quello di riuscire in ciò che vari tentativi dall'ultima guerra in poi ad altri non erano riusciti.

Entrambi, l'uno al presente e l'altro nel passato recente, agiscono ed hanno agito, rispettivamente, come se quel progetto fosse già realtà comportandosi in completo disprezzo di quelle regole che, ancora vigenti, avrebbero voluto cambiare; tutti e due letteralmente fagocitando la volontà del pensiero nostalgico, di quello debole, di quello ondivago, di quello dei pochi ancora a credere nella onestà di intenti di chi faceva troppe parole per fare, poi, delle cose di interesse generale.

Entrambi nel mondo a fare la voce grossa salvo, poi e contemporaneamente, mostrare le terga a chi senza alcuna difficoltà mostrava loro di averli in aperta derisione ed in incontrollato schifo. Entrambi avallando la pessima considerazione storica che, molti dei popoli del mondo, hanno nei confronti degli italiani, pur amando al massimo grado il paradiso Italia, una volta e dagli stessi occupanti definita "il giardino d'Europa" in quanto landa geografica ed il "ventre molle della vacca" se intesa come genti autoctone.

Entrambi avrebbero potuto, per eloquio, simpatia, capacità intrinseche, per adesioni e maggioranze, indirizzare il paese verso una rinascita vera, verso una crescita morale e politica, nonché sociale ed intellettuale, se solo avessero sfruttato ogni potenzialità per perseguire mete ed obiettivi di interesse generale; senza perdersi, passando per casi più o meno egoistici ed interessati, nelle trame di chi, in realtà, li aveva condotti a quel posto di comando che, il primo troppo stupido per durare oltre ed il secondo non ancora divenuto inutile, sembrava e sembra soddisfarli fino all'appagamento.

Le condizioni erano le migliori. Arrivati alle posizioni di chi può, avrebbero potuto scegliere, staccandosi dall'altrui progetto generale, prendendo quella via che li avrebbe lasciati nella "storia eterna" e non in quella del "porco mondo finalmente se n'è andato"; entrambi avrebbero potuto al meglio sfruttare il consenso largamente maggioritario di un paese che, intimamente ed anarchicamente ovino, ossimoro socio-politico, comunque cercava un capo a guidarlo.

Defunto politicamente il cultore di eroi mafiosi, tristemente avviluppato nelle spire dei furbi, molti già complici del nano, il guelfo ghibellino potrà, forse durare ancora qualche anno, ma nel momento in cui avrà distrutto tutto ciò che da servo sciocco sta distruggendo, ne seguirà la sorte sparendo nelle nebbie dell'ignominia e nel dimenticatoio dei soliti a girare sul carro del nuovo padrone.

A quindici giorni dalla primavera climatica, è triste vedere il paese scendere verso una guerra anticostituzionale, inutile per gli scopi dichiarati e pregna di morti già prima di cominciare, inoltrandosi in un inverno terribile solo per nascondere ciò che resta ancora da attuare.

Soffia il vento e garriscono le bandiere, ma sul pennone più alto ne sventola solo una bianca, quella ...

di una resa senza condizioni!.