... Cari Compagni … - di Francesco Briganti

30.03.2016 12:06

Non mi sono mai vergognato di dichiararmi prima comunista ed ora, in un mondo che sta cambiando, più genericamente ma fondamentalmente di sinistra ed una cosa ho sempre combattuto: la prevaricazione e il dispotismo, ma chiunque non riconosca in queste due parole la situazione che si sta vivendo in questo periodo nel nostro paese, vuol dire proprio che il sottoscritto non ha capito niente della politica e della vita in generale.

A questo proposito vale forse la pena perdersi un poco anche sull'aspetto generale che proprio la sinistra sta assumendo; credo salti agli occhi di tutti che quella figura politica e sociale cui ciascuno di noi era abituato e da cui quasi tutti noi proveniamo, quel partito di massa nato per rappresentare delle categorie e tutelarne gli interessi, nella sua corsa verso l'approdo della governabilità (intesa come esercizio del governo) passando per la rotta del centro, abbia finito col perdere molte di quelle peculiarità che ne facevano “ Il Partito” per antonomasia.

Quella sinistra era il polo d'attrazione della gioventù che ad essa guardava come ad una speranza per un futuro migliore. Era quello l’orizzonte cui i disagiati e i bistrattati sociali facevano capo con sete di rivalsa, certi di riceverne una tutela all'abuso e al sopruso. Era quello l’orizzonte incubatrice e culla gestatoria di ogni e tutte le riforme che hanno cambiato la vita delle persone di questo paese. Quella sinistra, compagni, si è smarrita lungo sentieri contorti e senza fine.

Cari compagni non sto scoprendo l'acqua calda, né ritengo di dire una banalità scontata. Quello che intendo ha origini molto sentite e profonde: la sinistra di cui parlo io, era ancora tale solo pochi anni addietro; stava gradatamente evolvendo da se stessa, perfezionando e istituzionalizzando le sue differenze con il comunismo ortodosso e stava, poco a poco, ufficializzando la sua essenza di espressione occidentale a pieno titolo, ma era, al tempo stesso, fiera della sua matrice e della sua storia. Era fiduciosa del suo futuro.

Passando per la Bolognina: un'ulteriore scatto, fatto sempre tenendosi sulla corsia sinistra, ha rimarcato ancora di più la sua congenita diversità di essenza viva e capace di adeguarsi ai tempi.

Era ancora se stessa quando ha portato in piazza milioni di persone al tempo del primo governo di Sua Emittenza. Poi, creata la coalizione dell'ulivo, abbiamo più volte vinto le elezioni, ma e sempre più, a mio avviso, si è andata palesando una deriva centripeta che sostituiva, mano a mano, le idee con gli ideali, con le logiche di strategia, con le finalità di coalizione. Deriva che anteponeva ad una condotta figlia di una continuità storica, una linea d'ispirazione sempre più lontana da quel simbolo che ancora albergava tra le radici di una quercia.

Poi però, sempre più compagni, con pensieri, parole ed azioni, hanno rincorso per superarlo, lo status d'ex comunisti, quasi che questo fosse una sorta di peccato da cui purificarsi. Ed è cosÏ, che una volta saldamente sulla plancia di comando della nave Paese, quella anima rivoluzionaria, quella fantasia e quella giovanile spensieratezza, che nelle nostre radici storiche di popolo latino non sono mai dipese dall'età anagrafica dei suoi elementi, sono di colpo sparite.

Quanti di voi si sarebbero aspettati, da parte di un governo in cui erano presenti sia pure degli ex comunisti, gli atteggiamenti e le decisioni che ogni giorno verifichiamo sulla nostra pelle?. Chi di voi, non si sarebbe aspettato delle vere riforme?; riforme non già a discapito di qualcuno ma almeno a vantaggio delle classi meno abbienti; ed invece, oggi la domanda più banale che viene alla mente è: “ quanti d Voi arrivano serenamente alla fine del mese?”.

Noi tutti, io credo, con la sinistra al governo avremmo sperato in una riforma sanitaria che tenesse conto degli effettivi bisogni della gente.
Tutti noi con la sinistra al governo avremmo sperato che ogni misera pensione cessasse di essere la mortificazione periodica di persone che hanno lavorato una vita.
Tutti noi, poi, con un uomo di sinistra al comando avremmo sperato in una riforma costituzionale che desse una svolta rilevante alla vita del paese.

Io vi chiedo, Ë possibile che, in un paese dove la furbizia regna sovrana, siano solo quelli che fanno dell’onestà e del lavoro una ragione di vita, coloro i quali alla fine pagano per tutti?

E si potrebbe continuare con molti e molti altri argomenti. Non mi si venga a sostenere che questi sono discorsi da vetero-comunisti. Di vetero nel comunismo ci sono solo degli uomini troppo stupidi per capirne la grandezza della sua attuazione specialmente in chiave democratica e liberale. Piuttosto bisogna affermare che dalla sinistra si potrebbe e forse dovrebbe riprendere quello spirito radicale e quella matrice che, in generale, noi, tutti, sembriamo aver perso.
Dunque, creare una nuova sinistra!

Una nuova sinistra compagni significa che noi tutti dobbiamo farci carico di tutti i mutamenti e le evoluzioni che, galoppanti, si sono manifestate in questi ultimi anni; ma significa anche che tutto ciò deve avvenire nell'ambito di quelle che sono le nostre origini e di quella che è la nostra storia. Si può anche alla fine diventare, tutti, un partito socialdemocratico, ma purché questo non sia quello che era degli scandali e delle tangenti. Si deve fare di tutto perché i compagni che adesso si collocano ancora più sinistra si sentano anch'essi espressione di un'unica anima e sentita l'esigenza di apportare il loro contributo dall'interno non ne vengano, poi, frustrati e costretti all’abbandono.

Secondo il mio parere dovrebbe essere prioritario creare un "feeling" biunivoco tra quelle che sono ora le varie parti della sinistra piuttosto che inseguire al centro chi ché sia.

Sono piuttosto i “centristi” infatti, che nell'ottica del bipolarismo, hanno fatto una chiara scelta di campo: quella della sinistra, sia pure moderna moderata e riformista.

E quindi: io non posso sapere dove di più si andrebbe a parare con una ennesima nuova formazione, ma ho letto molto attentamente i "Principi Fondativi" e i "Criteri ispiratori e regole della nuova formazione politica" che sono noti fin dalla Bolognina.

In quei documenti si parla di molte cose e di progetti e propositi tutti condivisibili e tutti quanti affascinanti al punto da farmeli ritenere una sorta di Vangelo, ma in essi vi è scritta anche una cosa sacrosanta e cioè "...tenuto conto della realtà dei partiti di sinistra è opportuno che i soci fondatori della nuova formazione aderiscano come soggetti collettivi per sottolineare la diversità d'origine e la volontà di confluire in un'esperienza comune".

“ TENUTO CONTO DELLA REALTA’ DEI PARTITI DI SINISTRA…”

e, quindi, questo significa, secondo me, che se è vero che nessuno deve cercare di annullare gli altri per imporre la personalità della propria formazione e tanto meno per imporre la propria personalità di singolo individuo è anche vero che è solo la sinistra il porto di approdo. "Inteligenti pauca verba" dicevano i latini …

e tanto dovrebbe bastare!.