Caro Grillo … - di Claudia Petrazzuolo

24.03.2013 07:06

Tanti anni fa, eravamo in un teatro del sud più profondo, in quella Lamezia Terme che ho lasciato da anni oramai e che nonostante il tempo passato, mostra oggi come allora lo stesso disfacimento sociale e lo stesso disagio di allora. I calabresi sono gente dura, abituata alla sofferenza, ma hanno una dignità ed una fierezza ed una diffidenza tali che spesso vengono confuse con l’alterigia o con il disprezzo, viceversa hanno un cuore grandissimo capace di accogliere nei suoi atri e ventricoli un popolo intero. I calabresi sono la quintessenza delle condizioni italiane: non c’è lavoro ai massimi livelli; esiste per mancanza di stato, uno stato nello stato; non c’è giustizia, sanità, eccellenze professionali tolte, naturalmente le debite eccezioni e quelle punte professionali, espressione di meriti soggettivi e non di offerta oggettiva del sistema. In Calabria tutto avviene all’eccesso e per quanto sia un popolo abituato dai casi della storia io credo di poter affermare che anche in quella terra la pazienza degli italiani sia oramai arrivata al suo punto limite. Dicevo che assistevo ad un tuo spettacolo, tu giravi tra le fila delle poltrone e scatenavi una risata dietro l’altra parlando già da allora delle cose che oggi, a distanza di tanti anni, sono sulla bocca di tutti, anche di color che pur potendo non hanno mai fatto nulla per dare corso ad un cambiamento; avesti un successo incredibile ed io ricordo come tu quasi ci conoscessi tutti ad ognuno di noi rivolgessi una battuta, una scrollata di spalle, uno spruzzo di sudore … riuscivi ad essere uno di noi pur non essendolo perché castigavi ridendo mores e lasciavi il segno e forse un seme che poi alla fine è germogliato. In quel teatro, Grillo, tu hai instillato a molti la presa di coscienza dell’assurdo, il raziocinio della critica, la voglia di tornare a mettere bocca nelle cose che ci riguardano TUTTI, da vicino e personalmente: la cosa pubblica, dicevi “ E’ DI OGNUNO DI VOI ( in un italiano anche improbabile) E NON DI NESSUNO “. Ti ho parlato dei calabresi perché le mie origini e la mia storia, tipica di un italiano medio, pur nascendo a Napoli cresce e si sviluppa in quella cittadina, ma, immagino, TU abbia dato e fatto lo stesso regalo ovunque TU ti sia esibito; pensando, poi, a come TU abbia, nel tempo, catalizzato attorno a te tante persone, attenzione ho detto PERSONE NON GENTE, PERSONE!, io credo TI si debbano riconoscere indubbi meriti e qualità politiche oltre che artistiche …; Non risiedo più al Sud; la vita, le storie, le mancanze di questa Repubblica, mi hanno spinto, come tanti altri, ad allontanarmene, ma la Calabria, terra bellissima ed i calabresi sono parte di me e del mio orgoglio e della mia genia e posso, quindi, a ragion veduta, parlare da calabrese. IO non ho votato per te, per le stesse ragioni che mi hanno spinto lontano, ma molti in Calabria lo hanno fatto; il M5S è stato il primo partito anche lì; i calabresi sono persone pragmatiche, raramente si affidano alla speranza, di solito combattono e affrontano un problema con ogni mezzo a loro disposizione e dunque se ti hanno votato lo hanno fatto perché hanno visto nel movimento ed in te la leva ed il fulcro giusto per sollevare il mondo, per ottenere dei risultati, per cambiare le cose: hanno avuto la certezza che tu potevi essere il futuro!; ma, ancora una volta attenzione, il futuro imminente, non quello possibile o probabile, ma quello del giorno dopo, quello a favore del quale fare a testate e vincere …. Posso garantirti, caro BEPPE GRILLO, che i miei corregionali, nemmeno quelli più esaltati e fideistici, non capirebbero la TUA RINUNCIA a condizionare e vincere quelli che hanno rovinato questo paese: se tu li DELUDI anche quei voti torneranno a perdersi nel “ …‘N’ATRU CA N’HA CUNTANTU VAIANI …” ed il miracolo di un popolo che torna a credere in qualcuno e qualcosa si sarà speso inutilmente. Scendi dal tuo orgoglioso e vendicativo SCRANNO DI SAVONAROLA e assumiti le responsabilità di cui ti sei fatto carico: PERCHE’ NON E’ PIU’ UNA SEMPLICE SCELTA, E’ UN DOVERE!.

(Fortebraccio)