Carta vince … Carta perde … - di Francesco Briganti

27.06.2013 18:25

Capita, passeggiando per le strade di Napoli e qualche volta anche gironzolando in altre città che d’un tratto troviate dei capannelli: attorno ad un piccolo banco, dietro al quale c’è di solito un ometto tanto insignificante per quanto ha nell’aspetto di ingenuo e remissivo, ci sono cinque o sei persone che con soddisfazione vincono soldi al povero ometto che fa da biscazziere. I più tirano dritto, ma qualche sfigato curioso si ferma, osserva, vede le vincite degli altri e … zac!, ecco che è bell’e fregato. L’ometto che fino a quel momento aveva distribuito soldi a tutto andare all’improvviso vede la dea bendata mettersi al suo fianco ed il povero curioso contemporaneamente vedrà sparire di botto tutto ciò che aveva in tasca. Il gioco è semplice; quando perde l’ometto lo fa con i suoi complici-specchietto per le allodole di passaggio, ma quando vince, e questo capita SEMPRE, LO FA, altrettanto sempre, CON I FESSI che fermandosi gli hanno dato credito. Se il gioco delle tre carte fosse uno sport olimpico L’Italia ne deterrebbe il titolo mondiale in ogni categoria: per ceto, per ragione anagrafica, per dislocazione geografica e gli stadi più importanti dove giocarne le gare sarebbero senza dubbio il parlamento ed il senato. ( … degli articoli di cui al titolo I II III e V della parte seconda della Costituzione…) e ( … degli articoli di cui alla parte seconda della Costituzione …) sono due semplici frasi che, lette ciascuna per conto suo e senza ulteriori aggiunte non hanno nulla di speciale, ma lette in contesto più ampio ne cambiano sostanzialmente il significato e le conseguenze rappresentando in tal modo l’aspetto politico del gioco delle tre carte. La prima: nella formazione del comitato per la rielaborazione della costituzione specifica DETERMINATAMENTE quali sono i capitoli su cui studiare una modifica escludendo perentoriamente ogni altro; la seconda: non specifica più su cosa si può agire ed al contempo, però, non esclude più nulla; siccome in questo paese ciò che non è espressamente vietato si intende come fattibile, ecco che i furbi autori della seconda introducono, così, la possibilità di intervenire sul capitolo quarto che è quello che regola l’autonomia della magistratura. Ora, siccome gli autori sono tutti del PDL, riuscite ad immaginare cosa diventerebbe la magistratura se noi popolo e quei fessi dei deputati del Pd li lasceranno fare?: penate al peggio e sarete ancora ottimisti. Se mi consentite, io ancora non mi fermo e, sarò maligno, ma voglio lanciarmi in un paragone. Ricordate il banchetto di cui sopra ed il capannello in cui ci si imbatte ogni tanto?; ebbene, siccome io non credo a nesuna delle idignate gazzarre che il nano ed i suoi degni accoliti mettono in scena, ma lo credo capace di ogni qualsiasi sottigliezza perfida pur di raggiungere uno scopo, azzardo, allora una o due ipotesi: a) in questo primo processo sul caso RUBY la difesa non puntava alla assoluzione del proprio assistito, ma ad una condanna esemplare ed anzi maggiore rispetto alle richieste del pm onde suscitare un tale scalpore ed un tale reazione di modo che si potesse tacitamente, riferito al complice occulto PD, intervenire sulla Costituzione e b) quando saremo arrivati al processo in Cassazione, cioè tra qualche anno, la magistratura, i giudici ed i tribunali in genere dovranno render conto delle loro azioni alla politica e, quindi, il nano, la cricca, la mafia e chi più ne ha ne aggiunga, NON AVRANNO PIU’ NULA DA TEMERE!. Rien ne va plus …, il gioco e fatto!. Il piccoletto perde oggi solo perché è convinto di VINCERE DOMANI!. TENETE D’OCCHIO IL PD perché o fa parte dei complici o si oppone!. NON CI SONO ALTERNATIVE!.