... c’è del marcio in Danimarca … - di Francesco Briganti

19.07.2015 10:02

“ … Quanto al nostro Renzi, ieri ha parlato per un'ora e mezza all'Assemblea del Pd. Ha esposto il suo programma di politica e di riforme istituzionali ed economiche. Ha detto che chi decide di uscire dal Pd avrà il suo rispetto ma tenterà di rappresentare una sinistra che non prende e non ha mai preso voti. Gli italiani quel tipo di sinistra non la vogliono. Ci vuole una sinistra diversa, quella da lui diretta, sui temi del fisco, dell'occupazione, dei contrasti con le imprese, la buona scuola, la televisione e la radio. Questa politica i voti li prende.

A guardar bene Renzi ha disegnato un centro, non una sinistra, e infatti è di centro la politica del Pd renziano, dove lui che ha carisma in abbondanza comanda da solo. Personalmente — e l'ho già detto e scritto più volte — io approvo le capacità e il carisma di Renzi, ma non apprezzo affatto la sua voluta solitudine nel comando. Non è né di sinistra né di destra né di centro chi comanda da solo.

È lui e solo lui e le riforme che gli piacciono di più sono appunto quelle che gli consentono di comandare da solo, a cominciare dalla legge elettorale e dalla riforma (abolizione) del Senato. Berlusconi quelle riforme non riuscì a farle. Se le avesse fatte oggi sarebbe ancora al governo del paese. Renzi è proprio su quelle che punta e travolgerà tutti quelli che, fuori o dentro il suo partito, si opporranno alla versione autocratica del potere esecutivo. … “ ( E. Scalfari; Repubblica; oggi; ndr).

Scalfari arriva a questo trafiletto, al centro di un suo articolo ben più lungo, dopo aver disquisito su di uno spirito europeistico tedesco interamente atteso ad una Germania in una posizione di prevalenza e guida rispetto ad alcuni paesi dell’unione, tra questi l’Italia, e di predominio sui restanti altri con tra questi ultimi, la Grecia, la Polonia ed altri dell’est. Scalfari, quindi non l’ultimo fesso al mondo, sancisce in maniera evidente anche ai più scettici quella che è una certezza di pochi da molto tempo, la convinzione di tanti da qualche tempo, il sospetto degli ingenui dalla vicenda Tsipras in poi.

Qui ed ora, e dopo le ultime vicende, io credo, però, si possa dire tranquillamente che di questa Europa e di questa attenzione tedesca, a noi pochi che avevamo intravisto le mire teutoniche da molto tempo, rileggere per credere, ci importa poco ed anzi nulla detto che l’anarchica e pur disponibile genetica italiana regge fino ad un certo punto e poi esplode in un vaffanculo doloroso per il destinatario dello stesso.

Quello che a me, a noi tutti, deve interessare è un’altra evidenza che sembra unanime date le parole dell’Eugenio nazionale: la deriva democraticamente autoritaria del nostro presidente del consiglio.

L’efficace paragone fatto con la Germania di questa unione continentale rende giustizia a tutti coloro che, senza essere grandi firme, denunciano la protervia, l’arroganza e l’insolenza, oltre che gli errori strutturali di un cambiamento assolutamente in antitesi con la sinistra classica, di un giovincello della periferia fiorentina il cui solo merito è quello di aver accettato di essere strumento di giochi più grandi di lui. Rende palese soddisfazione a noi, quelli che lo dicevamo e lo scrivevamo, quando ne dichiara l’appartenenza certa ad un centro simil destro-democristiano; quando si spinge a contraddirlo affermando che, invece, una sinistra vera e cosciente della sua storia funzione di un proprio futuro, ha ancora un proprio spazio elettorale ed una funzione tutta da compiere e tutta da onorare.

Dunque in questa domenica di luglio in cui il caldo è da forno, tra un tuffo ed una ricerca abbronzata di un colore meno pallido ed afflitto, lasciarsi andare ad una riflessione schietta e non più appiattita sul egoistico e supino “… ne abbiamo provate tante, proviamo anche questa …” dovrebbe indurre ulteriori sudori, freddi stavolta, ed una tendenza alla ribellione personale verso un progetto di sottomissione generale cui si tende nei nostri confini ed al di fuori di essi.

Che nelle alte sfere si cominci ad avere qualche dubbio sulla vittoria finale è testimoniato dalle parole dello stesso Renzi e, fuori dai confini, dalla sfacciata ingerenza nella politica greca. In “ questopaese”, in particolare è proprio per questo che il “Matteuccioputtogigliato” comincia ad alzare il tiro delle promesse elettorali. Dall’anno prossimo, egli grida ai quattro venti, spariranno le tasse sulla prima casa. I soliti beoti sappiano che quei soldi occorrenti non ci sono oggi esattamente così come non ci saranno l’anno prossimo ed anzi ne occorreranno molti altri per sanare quei deficit che già sono più vicini di un orizzonte vicino.

Sappiano tutti i beoti italiani o europei che fossero che è, quindi, solo una questione temporale; poi lo straniero, ideologico o fisico egli fosse, verrà spiaggiato malamente; quanto ci costerà lo vedremo a suo tempo, per ora combatta chi sa e chi può, gli altri …

beh!, gli altri, e per ora, si godano pure la loro vigliacca disattenzione.