Ciak: si gira …!. - di Francesco Briganti

31.10.2013 08:58

Non parlerò mai abbastanza del piacere che i ricava da una lunga passeggiata mattutina. Intanto ne gode il corpo: le gambe sciolgono i torpori del sonno, le braccia e le spalle riacquistano quell’armonia e sincronia di movimento un po’ adagiatesi e vilipese dall’inconsulto notturno e poi lo stomaco ed i polmoni respirano un’aria diversa, frizzante, assassina di ogni tristezza, evidente o no che sia, del giorno precedente, di quello a venire e dei domani di cui nessuno ha mai certezze. E il piacere dello sguardo?; scivola via veloce e senza ostacoli: a scrutare, a soffermarsi sulle cose prossime ed indeterminate a cui ci si avvicina senza il timore di dar noia o di sembrar intriganti, ed a quelle più lontane destinate come mete del proprio gironzolare egoistico e gaudente. Lo si spinge lontanissimo a quelle colline ad est appena distinte dalla luce che viene su fioca e timida a dissipare, poi sfumare e quindi a trastullare dal blu cobalto all’indaco al celeste cupo all’azzurro cielo che mura e nasconde gli infiniti mondi al di là del nostro noi.
E perché tacere della musica?. Non c’è registratore o altro strumento tecnologico a ripetere suoni e parole che possa tener testa alla melodia intrinseca della natura: si è come dentro ad una tela il cui fondo non è la biacca, ma il nero fumo della notte che si accoppia in un amplesso amoroso con la sinfonia muta del silenzio tutto intorno; ed ecco che, improvvisa e quasi colore smagliante ad illuminare e riempire, la nota argentina di un merlo o il battere ritmico di una tortora precedono ed integrano lo stormire delle foglie a mitigare, o esaltare, un latrato vicino, un miagolare lontano, il galoppo curioso di un cavallo corso a vedere chi fa il paio con la propria solitudine; e mentre ogni cosa pian piano si sveglia ed il giorno si avvia al proprio marcatempo, un contadino cavalca il suo trattore e, ad ovest, la notte vi rimanda al prossimo appuntamento sedando e sopendo le preoccupazioni, le gioie, comunque i pensieri, di un mondo, al di là di ogni vista, ancora ieri rispetto al nostro oggi. Il “fiat lux” finale, nel rosso sole ad infuocare l’orizzonte, cala il sipario su motori che si accendono, finestre che si aprono, saluti che si scambiano mentre il fischio del treno alla stazione, da lontano, avvisa, ritardatari e tutti, che si parte, che è ora di iniziare, che comincia il nuovo giorno.
E dunque si va, ciascuno ai suoi impegni, ognuno alla sua meta, a svolgere quei compiti a cui un destino scelta ciascuno è demandato; e mentre i più fanno, molti, sempre più ed in crescente aumento, cercano e si industriano ad un loro fare perso o ancora non raggiunto, pochi arzigogolano la loro vita incasinando quella degli altri arrampicandosi sugli specchi delle promesse, sempre disattese, dei progetti di inutile fantascienza, dei fini nascosti, delle menzogne palesi, dei voti segreti o dichiarati; ogni cosa comunque traditrice e vuota di ogni senso comune e di quella fiducia, mal riposta, peggio interpretata, pessimamente abusata che ha consentito quella esistenza fatua e risibile di un miraggio politico mai più concreto di quanto lo possa essere una fonte di acqua fresca nel pieno di un deserto lunare. E dunque si va, comunque si va … per cui arrivederci ed alla prossima e fino a che ci saremo!.