… Cicero pro domo MIA … - di Francesco Briganti
“ … ho sbagliato, Renzi è l’uomo giusto al posto giusto …” (Fassina, Pd)
“ … non è stata una Waterloo ma una Austerlitz … “ (Beppe Grillo M5S)
“ … nessuno si illuda, il leader sono io, lasciate stare i miei figli … “ (l’amorevole piccolo padre Berlusconi Forza Italia (chi?) ).
Ed alla via così per decine di altre dichiarazioni ad urne scrutinate e risultati acquisiti e definitivi: chi più chi meno a trovare e quindi offrire al proprio seguito giustificazioni, motivazioni, eccezioni per una figura di merda conseguita o per un finto successo raggiunto e tale in valore numerico, ma assolutamente relativo in un contesto appena appena più credibile.
Perciò, dopo aver fatto le pulci in casa d’altri, proviamo a parlare un po’ del nostro successo: mio e di tutti quei compagni che si sono spesi affinché Alexis Tsipras e la coalizione che lo sosteneva qui in Italia riuscisse ad eleggere deputati in Europa.
La prima considerazione che mi viene da fare è che il lavoro paga!: la speranza per una sinistra finalmente unita può diventare una realtà ragione per cui cominciando da quella base esistente, 1.200.000 voti circa, che rappresenta il nocciolo duro di coloro che un tempo animarono, allora come oggi in prima persona, il comunismo italiano si può costruire un futuro di alternativa e cambiamento.
Anche per noi, però, ed ecco la seconda considerazione, il successo numerico, indubbio data la poca diffusione mediatica e la parziale conoscenza derivatane, è relativo se visto in un contesto più ampio. La percentuale raggiunta, 4.03 %, se vista in funzione degli aventi diritto al voto si dimezza e non sarà sufficiente a raggiungere il fatidico quorum previsto dall’italicum in una prossima elezione politica. Dunque occorrerà moltiplicare gli sforzi; si dovranno riportare al ragionamento sul “cui prodest”, a chi giova, le anime del astensionismo; bisognerà spiegare, nel porta a porta, nel viso a viso, nel “occhi negli occhi” che non ha alcun senso la definizione di voto utile ed è, invece, necessario che tutti coloro che credono in un’idea ed in un ideale, tutti coloro che troavano le proprie delle condizioni infime di dignità e sopravvivenza accedano alle urne fieri delle proprie convinzioni e necessità e, per queste, si battano anche duramente cominciando dal voto.
La terza considerazione è, forse, la più banale, ma la meno recepita dalle anime, uomini e donne, della sinistra. LA SINISTRA non è un partito, questo o quello, non è un politico, tizio o caio, non è un apparire!. LA SINISTRA è un modo d’essere, è una filosofia di vita, è altruismo egoistico, “ mi batto per un bene comune per star meglio anch’io”, è ciascuna delle persone che si ritrovano in quella base, spesso spinta a dividersi per canagliesche indotte differenze insulse e controproducenti al giorno d’oggi, che dovrà, poi esprimere i suoi delegati. Quanto a “COSTORO DELEGATI” essi dovranno sapere, scelti o imposti quali fossero, che il loro destino politico, e non mi spingo a dire fisico, sarà direttamente proporzionale al rendiconto che faranno alla loro base elettiva nel corso del loro mandato giacché, per quanto padroni di un proprio libero arbitrio, questo non basterà a salvarli dai calci in culo qualora dovessero tradire pensando al sé e non al bene comune.
Nel 1867 Carlo Marx pubblicava “ Il Capitale” considerato, urbi et orbi, la bibbia del marxismo da cui le anime socialista e comunista. Le suddivisioni e le aggettivazioni, leninsiti, trotzkisti, stalinisti, pro Nato, anti Nato eccetera, eccetera, eccetera sono susseguenti e, pur se significative, hanno finito per debilitare ed affossare l’idea lasciando che si arrendesse, di fatto, alla egemonia della prevaricazione, dell’abuso e del sopruso, del capitale. Le vergini idealistiche, i puri più puri, i distinguo speciosi ed inutili sono mandanti e complici della sua non presenza nel nostro parlamento e della sua, tale percepita, inaffidabilità.
L’ultima, ma non certo per importanza, considerazione deriva dalla constatazione doverosamente e unanimemente riconosciuta di questa inefficacia ed inutilità di ogni ulteriore persistente divisione. Solo da questa si potrà ripartire per fondare una strutturata anima di sinistra che, certo, non mancherà di filosofeggiare e discutere sulle differenti visioni di questo o quel aspetto del quotidiano, ma che non dovrà mai e più in funzione di quel filosofeggiare e di quelle discussioni, permettere che un popolo venga tartassato, vilipeso, ignorato ed in un concetto: ABBANDONATO A SE’ STESSO!.
La SINISTRA, le persone di sinistra, le donne e gli uomini della sinistra, tutti, dobbiamo capire che non siamo “LA GENTE”, noi siamo tutti, ognuno e ciascuno, espressione massima della vita e come tali abbiamo il dovere di una dignità e di un “ ESSERE” dai quali non si può e non si deve prescindere; lasciare che essa dignità ed esso essere siano delusi e bistrattati potrà anche darci la vuota soddisfazione di considerarci più socialisti o comunisti di altri, ma ci renderà, comunque, colpevoli in assoluto della realtà e del quotidiano.
Il resto, come mi piace dire, non sono altro che CHIACCHIERE DA CORTILE!.