Ciurmaaaa … - di Francesco Briganti

03.08.2013 07:32

“… ultima stella a destra poi dritto sino al mattino … “ e così, finalmente, l’Isola che non c’è di cui cantava Eduardo Bennato nella mia giovinezza è stata localizzata: 42° 50’ N, 12° 50’ E, esattamente a sud dell’arco alpino ed a nord, nord est delle coste africane. Capitan Uncino non ha saputo resistere alla tentazione di svelare il suo nascondiglio. Ha azionato tutti i ventilatori in suo possesso ed ha dissolto la coltre di nebbia che la nacondeva rivelandone al mondo la posizione. Bisogna dire che questa volta il coccodrillo ha sferrato un morso molto doloroso che dopo avergli ricordati per tre volte che una mano non poteva bastare a saziare il suo sadico appetito, la quarta ha colpito lì dove fa più male azzannandogli ed asportandogli quei testicoli, oramai di un forte colore bluastro, di cui ha fatto largo e pregiudicato uso. Nipoti minorenni di capi di stato passati a miglior vita ne fanno peripatetica testimonianza. Dopo lo sconcerto di un meriggio assolato, la passione interiore di una sera affaticata, le medicazioni amorevoli di una notte febbricitante e le carezze di mattutine della vergine di turno, il nostro “più gran pirata degli ultimi 150 anni” ha chiamato a raccolta il suo equipaggio al grido di “ … sono o non sono il vostro capitano …?”. La ciurma, affranta dalla figuraccia freudiana di aver gioito alla sentenza dando prova evidente di quanto un esercito possa essere stupido ed imbelle, genuflessa e contrita per il proprio imperdonabile errore e nell’estremo tentativo di chiedere un perdono immeritato a cotanto Jonny Deep della Bovisa, si è subito schierata sull’attenti pronta a partire lungo le diverse rotte del fare maramaldo della confraternita dei bucanieri. Non c’è dato di sapere, non abbiamo spie all’interno del maniero arcoriano, le esatte disposizioni distribuite, ma la prassi che prima si espletava in sottili avvertimenti, nei fuochi fatui di qualche estemporaneo corsaro, nelle bordate isolate di un cannoneggiamento in mare, adesso mostra tutta la sua arroganza, la sua forza ricattatoria, la sua fiducia nell’imbecillità della gente forzista: conta, infine, sul masochismo di quel settantacinque percento di mondo che fieramente dichiara: “ … chemifregaame, io mica mi chiamo pasquale …”. Dall’altra parte, la marina militare di Peter Pan, che si ostina a non voler crescere ed a litigare con i suoi fratelli variamente disposti e diversamente parlanti nell’ambito dell’emiciclo attende. Attende tra un discorrere semiserio sul mantenere in piedi una reggenza, sin qui, vuota e truffaldina; nello sperare in santa Barbara, protettrice degli arsenali, affinché faccia il miracolo di non far esplodere la nave con tutta l’isola; nel traccheggiare in attesa di un cenno rassicurante da parte di Nettuno da Ischia, re del mare ed imperatore dei sette colli che dia il via ad un franco, autorizzato “ … mollate gli ormeggi …”. Ignora Peter Pan, però, che Nettuno, a sua volta, attende disposizioni, da chi non ci è dato di poterlo dire, ma frequentazioni passate associate a qualche finanziamento estemporaneo un qualche sospetto ce lo lasciano avere. Ci sono, infine, la Perla Nera e le altre navi a disposizione di Barbanera, il quale sembra proporsi per un attacco congiunto al porto della Tortuga onde prendere il fortino della legge elettorale ed il molo del conflitto di interessi più qualche altra briciola del territorio insulare. Barbanera, dunque, sembra oggi disposto, a rinunciare così alla sua verginità nautica in favore di una promiscuità di intenti che poteva essere accettata prima evitando agli isolani sette mesi di navigazione a vista senza una meta precisa ed in balia dei marosi e dei venti di autodistruzione. Dicevo “sembra”!. Già, perché il tutto ed in fondo potrebbe anche solo essere l’ennesimo filo rosso di un progetto teso a rafforzare e a far rinsavire Capitan Uncino il quale, vista la mala parata possibile, potrebbe richiamare all’ordine la propria ciurma, rassicurare Peter Pan, tranquillizzare Nettuno e mantenere lo statu quo in attesa che passi l’estate, e poi l’autunno e quindi l’inverno così la sua progenie cresca e pasci in future glorie e trionfi. Perché?, ma semplicemente perché anche Barbanera spera in futuri trionfi!. Noi spettatori masochisti, intanto, adusi, da tempo ormai, alle più ferali rappresentazioni siamo seduti su quella spiaggia assolata, ai piedi di quegli abeti montani, sulle rive di laghetti di campagna ad attendere che la pubblicità termini ed inizi la proiezione del secondo, o forse terzo?, piuttosto il quarto?, no, no dell’ennesimo tempo di questo ventennale film nella cui trama non si capisce più chi è il buono, chi il brutto e chi il cattivo assordati e paralizzati come siamo dal 3D e dal DOLBY SURROUND. Buona visione!.