… come agnelli tra i lupi … - di Francesco Briganti

25.03.2016 10:42

Cosa scatta nelle mente di un uomo con una cintura esplosiva attorno alla vita?; quali sono i pensieri che si affollano nell’istante che precede il premere un pulsante?; quale è la molla, vera non indotta da droghe, che porta un uomo ad uccidersi sapendo che porterà con sé un numero imprecisato di altre vittime?. E può esistere un paradiso che accolga assassini come fossero eroi?.

I fatti di questa settimana inducono a delle domande, particolari e generiche, il cui vero senso, però, non può essere ristretto al puro caso di specie o ad un qualsiasi altro fatto, criminale o non che fosse.

Si nasce, si cresce, si muore. Uno spermatozoo ed un ovocita, solo per fare l’esempio a noi più familiare, si incontrano e da quel momento parte un miracolo assolutamente naturale: nasce una vita!. Dalla comparsa della sua primigenia parvenza ad oggi e per milioni di anni, la vita ha seguito le strade più varie per differenziarsi, affermarsi e radicarsi in un contesto che, pur favorevole di ostacoli, ne ha frapposti e frappone di continuo. Quindi noi esseri razionali; noi esseri emotivi; noi esseri capaci di astrazioni al futuro, di memorie del passato, di immaginazioni fantasiose e di raziocinanti visioni del presente.

In questa settimana particolare in cui, i cristiani commemorano un’innocente per glorificarne la resurrezione, la morte è stata un marchio indelebile: la gioventù distrutta da un colpo di sonno e lo spreco figlio di fanatici integralismi si accoppiano al sacrificio volontario di un uomo il cui credo d’amore e di sacrificio fu tanto forte da spingere la sua propria umanità fino a sublimarla al rango di un dio sceso in terra.

Dunque la morte!. La natura insegna da sempre che il concetto di termine ultimo, di fine corsa, di cessazione di vita, è solo qualcosa di relativo; tutto sembrerebbe aver avuto un inizio, il biblico “ fiat lux “ o lo scientifico “ big bang “, ma da quel momento in poi nulla cessa di esistere perché ogni cosa, è dimostrato questo, si trasforma in qualcosa d’altro. Per quanto visione poco gradevole anche un cadavere in disfacimento varia la propria essenza materiale per diventare organica fonte di altre esistenze.

Se tutto si trasforma, allora anche la nostra parte immateriale, quella capacità aulica e sublime che i più chiamano pensiero, molti anima, e tanti nemmeno si accorgono di avere, anch’essa diventerà qualcosa d’altro, cosa ad oggi non è dato di sapere!. Di quella capacità e nel momento in cui i processi chimico elettrici che sembrano esserne l’origine, giocoforza si spengono, cosa resta?; sappiamo che, lo abbiamo verificato, ne abbiamo costante conferma, la natura non spreca mai nulla e dunque perché ritenere che quella capacità di essere, quell’anima, dovrebbe andare sprecata?.

Quindi, ed a meno che, la natura, per tutti gli altri versi conseguente e razionale, in quest’unico caso non sia scientemente sprecona, anche il pensiero, l’anima, l’ESSENZA di ciascuno di noi vira verso qualcosa di diverso: una differente condizione di essere per ognuno dopo la morte fisica.

Si può, perciò, affermare che quella resurrezione che noi celebriamo speranzosi è, quale che fosse l’ulteriore passaggio, una certezza!. Noi esseri umani, azimut del mondo animale e parte autocosciente dell’universo natura ci poniamo delle domande e questo fa parte della nostra supponenza di essere superiori; tali domande sono numericamente infinite ed a molte di esse, forse, non riusciremo mai a dare risposte concrete, ma ad altrettanto altre diamo continuamente esaurienti spiegazioni.

Ho più volte scritto che il mio particolare modo di essere religioso nasce e finisce ai piedi di una croce e star qui a ripeterne i perché, ora, non servirebbe, ma in questa settimana di Pasqua, significativamente luttuosa, io credo che quella resurrezione che noi celebriamo in nome di un fatidico DOPO, che esso si chiami Yahweh, Dio Padre, Allah, Manitou, o semplicemente “ scorrere degli eventi “ non deve essere solo uno sterile atto di fede, ma …

un razionale punto di partenza per un prosieguo diverso e migliore.