… come sa di sal lo pane altrui … - di Francesco Briganti

19.08.2015 12:10

Continuano ad arrivare. Io continuo a leggere, anche pubblicati da persone che sono tra i miei amici, post che celebrano il disturbo sociale che arrecano, che deprecano i soldi che si spendono per loro, che si augurano per chi, beceralmente, viene definito buonista il peggio del peggio. ” Portateveli a casa “ è il suggerimento commento che più spesso si legge; fa presa più di tutti gli altri il mantra diffuso dai fascio-leghisti e dagli pseudo “ politcifuturigovernanti ” : “ prima spendiamo pe gli italiani e poi, se resta moneta, se resta tempo, e se ancora c’è la voglia lo si farà per loro …! “.

Quei loro sono i povericristi che si ammassano sui nostri lidi senza tregua e senza costrutto alcuno.

Ho già scritto altre volte che negare quanto queste persone siano diventato un problema in un paese che di problemi ne ha da vendere non facilita né risolve la situazione; ho, e senza giri di parole, sempre detto, che non si può appesantire una croce più di quanto essa stessa pesi e dunque, non si può fare orecchie da mercante nei confronti di persone in disgrazia che certo preferirebbero restare dove sono nati se solo vi fossero condizioni anche tristi, ma vivibili; ho anche deprecato in ogni modo possibile le colpe di coloro che affamano, incentivano condizioni di guerra, depredano risorse autoctone, fanno dell’interesse privato, miniere, pozzi e quant’altro, la tomba di uno più generale ed umanitario; ciò ricordato, però, è purtroppo vero ed innegabile che qui dove essi giungono da scialare non c’è di certo.

La strumentalizzazione bifronte ed opposta che si fa sulla pelle di queste persone è un’altra delle caratteristiche di chi preferisce dimenticare il proprio passato e dall’alto di uno snobbismo da “parvenu sociale “, fosse egli stesso un “mortodfame”, preferisce dare addosso al povero suo simile piuttosto che armarsi del bastone del diritto ed assieme a quel povero randellare chi in queste condizioni lo ha ridotto. Voglio essere determinato ed offensivo, perciò, nei confronti di tutti coloro, amici o non che fossero, i quali assommano alla loro vigliaccheria verso dei governi che li uccidono lentamente anche la stupidità estrema del assegnare colpe a chi è già ripetutamente colpito dalla sorte o da divinità ridenti e “ieniche” a cui non basta mai la pioggia che cade su chi è già fradicio di suo.

Non voglio neanche accennare ai nomi di quei politici, quale che fosse la loro parte, i quali per questioni puramente utilitaristiche ne fanno fonte di discussione giornaliera; voglio, però, accanirmi nei confronti di quei rappresentanti della chiesa cattolica cristiana che si sperticano in difese di ufficio che a loro non solo non competono, ma alle quali io affermo non hanno nemmeno il più piccolo diritto di approcciarsi. Non ammetto, per quel che vale, e mi rende furioso il dire di quei vescovi, prelati in genere, che cianciano di carità cristiana nel mentre stesso che discriminano i diversi da loro, fossero omosessuali, comunisti genetici, di religione e abitudini diverse; non ha alcun diritto di parola chi, stanti le condizioni sociali italiane, difenda il privilegio di non pagare le tasse sui propri immobili commerciali o religiosi che fossero; non ha più diritto di parola chi non denuncia e non punisce coloro i quali fanno del martirio dell’infanzia una loro perversione abietta e sacrilega.

L’uomo è una scimmia evoluta che si è inventate delle convenzioni dette sociali per ovviare alla tendenza genetica della violenza sul simile; è, dunque, un animale che resosi conto di essere tale, ha avuto quello sprazzo di intelligenza che gli ha consentito, in modi ed estrazioni diverse, di costruire favole e miti sui quali e dai quali fare discendere leggi e codici capaci di fare da semafori agli incroci della vita di tutti e di ognuno. Dimenticare, però, che quando anche quelle leggi e quei miti non fossero invenzioni, ma dettami realmente di origini trascendenti, la loro applicazione è sempre e solamente umana e, per questo, non se ne può trarre alcuna presunzione di superiorità e/o di supremazia dell’una sull’altra, in special modo, ed in questo nessuna fa eccezione, quando gli stessi rappresentanti di quelle leggi e di quei miti sono i primi a fottersene alla grande.

Dunque i migranti ed i problemi; dunque le condizioni di chi li accoglie; dunque l’umanità degli uni e degli altri. Siamo tutti nella merda; chi parte e chi arriva; da ovunque si parta e dovunque si arrivi; chiunque avesse bisogno e chiunque fosse a discuterne. Nessuno di noi, essendo tutti dei miserabili asserviti al padrone “paura” può dirsi migliore o peggiore degli altri; siamo dei miserrimi esseri che si scontrano, quotidianamente, con la propria ignavia ed ognuno deve sapere che colpire quello più debole non è un atto di difesa è l’eterna schifezza di chi non ha il coraggio di prendersela con il prepotente di turno.

A quei miei amici, i quali mettono mi piace ai miei scritti e poi in altra sede si lanciano a capo fitto nello egoistico e becero assalto al povero ed al derelitto, chiunque questi fosse, io dico …

“ vi prego, andatevene da soli, mi fate pena!.