... comm' s'ì bell' a cavall' ' e stu cammell' ... - di Francesco Briganti
Vedo spesso inneggiare, su questo social, alla santa madre Russia ed al suo profeta tal Vladimir Putin sempre più di frequente citato come unico interventista a tutela della cristianità e della pace mondiale. Detto che Putin è sempre e comunque il dittatore che regola il proprio popolo secondo canoni affatto democratici, occorre convenire sul fatto che il buon Vladimir è stato il primo a capire che il romano "divide et impera" resta anche al giorno d'oggi la migliore strategia per raggiungere uno scopo, quale che fosse!.
Il caos guerrafondaio che regna nel medio oriente ha diverse origini; tutto nasce, però, da quella che è l'insanata frattura tra i due orientamenti opposti dell'Islam; dalla divisione, cioè, tra i Sunniti, in quota circa pari all'ottanta percento dei mussulmani, e gli Sciiti. Tale divisione è puramente di natura religiosa e va fatta risalire addirittura alla morte del profeta Maometto ed alla sua successione. Per i Sunniti i successori, dovevano essere scelti tra la nobiltà locale, mentre per gli Sciiti il ruolo di capo religioso spettava di diritto solo ai discendenti del profeta così che la differenza si inasprì anche sulla figura degli Imam che per gli Sciiti erano e sono gli unici ispirati direttamente da Allah, mentre per i Sunniti chiunque abbia una perfetta conoscenza del Corano può diventare un capo religioso.
Questa differenza nell'arco dei secoli non era mai sfociata, però, in lotte sanguinose o guerreggiate fino a che nella Persia di Reza Pahlavi, dittatore alla Putin, non si fece strada una sorta di socialismo arabo che venne cavalcato dall'ayatollah Khomeyni e che portò, nonostante la protezione americana, alla cacciata dello scià Pahlavi, alla presa del potere di Khomeyni e, quindi, alla fusione tra potere religioso e politico con il primo a decidere anche per il secondo sostituendolo in toto.
La Persia divenne Iran che fu la prima grande nazione araba ad avere un supremazia religiosa e politica sciita con in più una grande forza economica derivante dal petrolio e tale da proporla come alternativo faro e guida all'interno del mondo mussulmano. Altro paese a forte concentrazione sciita è il Pakistan, ma questo al momento è marginale. Lo pseudo socialismo iraniano non fu gradito dalla monarchia sunnita ed assolutista dei Saud regnante in Arabia, non lo era dagli americani e, quindi, toccò al rais dell'Iraq, quel Saddam Hussein poi diventato il diavolo assoluto, assumere il ruolo di oppositore principe dell'Iran forte dei denari sauditi e dei dollari e delle armi americane.
La destabilizzazione di quell'area, dunque, nasce in quei momenti e su quelle divisioni in parte religiose, ma sopra tutto su quelle molto temporali quali il potere per il potere ed il denaro per il denaro. Da quel momento ad oggi tutto è stato un evolvere secondo convenienze le più variabili e persino strane o controproducenti, fino ad arrivare alla stessa esistenza di Al Qaeda e dell' Isis.
Oggi, l'Isis di credo sunnita, così come Al Qaeda, parla di Califfatto e di stato islamico, ma lo fa solo per attrarre consensi e adepti tra i più sprovveduti e diseredati e bistrattati e peggio ridotti tra i seguaci dell'Islam, onde avere carne fresca per difendersi o da mandare al macello: a ricevere o a farsi. In realtà la guerra vera è tra il potere assoluto della dinastia sunnita regnante in Arabia saudita e la crescente posizione politica dello sciita Iran con gli americani a giocare sui due fronti: quello saudita, alleato storico e, recentemente, quello iraniano cui fare qualche concessione che ..." non si sa mai! ".
E torniamo a Putin ed agli altri. Vladimir ha interessi nel gioco a causa di un oleodotto alternativo che dovrebbe passare da quelle parti ed in più ha capito che la situazione poteva ridare alla Russia quel ruolo un po' spento dalla crisi politica ed economica vigente nel proprio paese; da qui la difesa di Assad ed i bombardamenti. La Turchia di Erdogan è nel gioco perché contro il califfato si battono i curdi che dai turchi vogliono staccarsi per avere una loro nazione e, dunque, ecco che quelli di Ankara hanno più interesse ad una supremazia del califfato; degli americani s'è già detto ed infine c'è il petrolio che ingenera l'ingordigia di tutti gli altri a ritagliarsi un ruolo nella vicenda ed a trattare, ufficialmente e non, e con gli uni e con gli altri.
Dunque, come si vede e si può capire, la religione è solo una scusa; i martiri sono tali solo per la stupidità di ognuno dei veri colpevoli, che sono tanti, ma proprio tanti, e le uniche vere vittime sono quei popoli che, ed ancora una volta, lasciano che la loro testa venga sacrificata ...
all'interesse di pochi bastardi più cinici e furbi.