... CPU : central processing unit ... - di Francesco Briganti

14.04.2016 10:48

Sono uno di quelli che ricordano la mitica " Olivetti Lettera 35 ". Ti sedevi alla scrivania e cominciavi a battere sui tasti in perfetta sincronia e sinergia con quell'aggeggio che sembrava essere il non plus ultra della modernità e della velocità di scrittura.

Il pensiero correva lungo i fasci nervosi e spingeva le dita a comporre, in una successione rapida e sincronizzata di gesti le parole che avrebbero trasformato il tuo pensiero in qualcosa di tangibile e concreto.

Non c'erano correttori automatici, non c'erano possibilità immediate di verifica dei tuoi argomenti, non c'era altro che la tua conoscenza delle cose e la possibilità di estrinsecarla nel modo più immediato e comprensibile di cui eri capace.

Erano i tempi in cui c'era il bianco e c'era il nero e le sfumature a dividere quei due colori erano solo il bianco sporco e quel grigio stantio e opaco entrambi a non essere né carne e né pesce. Oltre il bianco ed oltre il nero, in quella gamma di colori oltre il visibile si sviluppava, nel mentre che veniva sfruttata ed utilizzata per scopi squallidi e meschini, quella metamorfosi estrema che fece e subì tante morti vittime ed assassine al tempo stesso.

Non c'era trasversalità, non c'erano commistioni impudiche ed incestuose, non c'erano strategie ad ubbidire interessi di un singolo personaggio, capace ed impunito a vantarsi della cosa; c'erano coloro che volevano il proprio bene in contesto del bene altrui e c'erano quelli che volevano la stessa cosa, ma in contesto opposto che, di fatto, limitava il bene di tanti a favore del bene di alcuni.

Insomma il mondo era identificabile nelle sue parti sostanziali: quello che era il bene per una parte era il male per la parte opposta e viceversa, eppure in questo contesto di contrapposizioni vere e decise la linea di mediazione che poi si riusciva a mettere in campo, LA LOTTA di cui era protagonista ognuna delle parti comunque dava dei frutti concreti e nei casi più estremi segnava con la conta dei rimasti sul campo l'evidenza di un comportamento estremo ed errato che lasciava intravedere, già da allora, le dietrologie esistenti il cui scopo non era altro che

arrivare all'oggi!.

Oggi c'è MATTEO RENZI; tra il bianco ed il nero ci sono infinite sfumature di grigio, tutte trasversali tra loro ed al di là del bianco e del nero si contano a milioni particelle impazzite auto incensanti che cianciano di continuo sulla loro capacità di lotta nel mentre stesso che scambiano il loro inutile perseguire criteri e concetti sorpassati dal tempo con la vacuità di un'azione che non arreca disturbi, che non ottiene risultati, che non scalfisce minimamente il potere di quella trasversalità delle e dalle infinite sfumature di grigio a compiere ed ad ultimare quel progetto iniziato scientemente con la maledetta STRATEGIA DELLA TENSIONE e DEGLI OPPOSTI ESTREMISMI.

Ed il tutto, nell'indifferenza della maggioranza, avviene sotto traccia, legalmente, con ognuna e tutte le giustificazioni possibili a rendere terapia ciò che se fatto di colpo non sarebbe altro che un avvelenamento mortale: lentamente ci si abitua ad ogni restrizione di diritto, ad ogni limitazione di libertà, ad ogni aggravamento di una situazione che si presenta ad ogni angolo raggiunto come il peggiore possibile, per poi passare oltre sino a quello ancor peggiore precedente ad un prossimo che è peggiore ancor di più e così via senza possibilità di intravedere un punto qualsiasi di miglioramento.

E c'è ancora chi parla di LOTTA; chi continua a vantarsi del nulla o di quelle vittoriucole che attenuano o scalfiscono appena il peggio progressivo senza rendersi conto che il correttore automatico non li sta aiutando, li sta usando!.

Bella e mitica la Olivetti lettera 35, perché dopo la fatica del pensiero e dello scrivere, dovevi scendere in piazza e parlarne con i tuoi compagni, ragionare con loro e con loro decidere come agire adesso scrivi e lasci che il mondo corra verso il baratro mentre il correttore cambia la parola LOTTA con la parola LOTA che in napoletano significa ...

la schifezza della schifezza della schifezza uomo!.