... cui prodest ... - di Francesco Briganti

16.11.2015 17:42

Sono un fan del "ruggito del coniglio" da tempo immemorabile. E', per quei pochi che non la conoscessero, una trasmissione di Radio 2 che va in onda ogni mattina, qualche minuto prima delle otto. Presta e Dose, i due conduttori, che con il resto del cast gestiscono la frequenza sino alle dieci, sono due imperdibili goliardi che assommano l'acutezza del fine umorista alla verve ed alla spontaneità di chi sarà sempre giovane raggiungesse pure i mille anni.

Su di entrambi sarei disposto a mettere le mani sul fuoco quanto a professionalità e serietà: non sono, nessuno dei due, e di questo sono profondamente convinto, dei semplici mestieranti dell'etere, né ho mai avuto modo di pensare che avendo trovato il filone giusto siano due persone che lo perseguono per nuda e cruda voglia di stipendio, ragione per cui seguirli per gusto oltre che per vicinanza esistenziale non è mai stato uno sforzo.

La trasmissione di stamane, esattamente come milioni di altre nel modo, era una puntata di lutto per gli accadimenti francesi; Dose e Presta ci hanno messo tutto la loro scienza radiofonica ed hanno reso a tutti coloro che li ascoltavano, io credo, il senso del proprio dolore ed anche della frustrazione che ciascuno dei due provava. Gli intervenuti sono stati moltissimi e tutti sulla stessa linea e con lo stesso tenore: quello duplice della condanna e della compartecipazione; poesie, commenti da e sulla Francia, pathos, solidarietà e fratellanza a badilate, a cariolate, a camionate ... troppa concentrazione per sole due ore di trasmissione!.

Io stamane, per la prima volta in tanti anni ho provato fastidio!.

Fastidio perché comunque c'erano le interruzioni pubblicitarie: il mercato paga e, dunque, non ha riguardi;
fastidio perché non ho sentito una sola parola sul fatto che, per quanto ferale e criminale sia un'azione, la stessa, a volte, la si potrebbe inquadrare come reazione: certo non era quello il compito di Dose e Presta che sono due, "giullari" nel senso alto del termine; ma, se così è e così è, allora perché non fare un intermezzo di commemorazione e poi fare una trasmissione normale oppure non farla affatto?;
fastidio perché il tutto alla fine a me, solo a me?, risultava se non falso senz'altro forzato;
fastidio perché sono stato costretto a pensare, ancora una volta, che non c'è più rispetto e considerazione per nessuna cosa e nessun fatto e nessuna persona: morta, morente, ferita, straziata o sana che fosse.

Ancora una volta, e lì, si vendeva il dolore come, solo il giorno prima, si erano vendute risate!.

La considerazione, però, non è una critica alla trasmissione che in quanto in onda, data l'Italia, non poteva esserlo altrimenti o ai suoi conduttori, la cui professionalità era ancora una volta confermata o alla Rai, di cui, ed in fin dei conti, ci si può anche disinteressare, ma diventa una critica a tutti noi, nessuno escluso, se solo si pensa che
a) purtroppo faremo l'abitudine anche a questo almeno fino a che non toccherà a noi;
b) nessuno protesterà mai per le interruzioni pubblicitarie alle dirette di fatti di particolare gravità e/o luttuosi;
c) nessuno darà tanto spazio alla differenza sostanziale, spiegandola bene, che esiste tra i termini azione e reazione;
d) nessuno farà mai una sana ed onesta lezione di storia o anche solo di cronaca giornalistica sugli avvenimenti che si succedono concatenandosi l'uno al altro;
e) nessuno, dirà , mai chiaramente, che l'episodio francese apre la strada ad un altro possibile e, forse, purtroppo addirittura meno che irrealistico.

C'è un papa che sta rivoluzionando l'ordinamento, usi e costumi, di un clero corrotto dagli agi e dal denaro e resistente ai cambiamenti come pochi e, tra poche settimane, a Roma, ci sarà un avvenimento liturgico, credo si dica così, di importanza mondiale. Un suo predecessore che aveva annunciato le stesse intenzioni, morì di infarto solo pochi giorni dopo la propria elezione; dopo la strage parigina il mondo si sta faticosamente unendo per distruggere l'Isis, cosa che così dimostra quanto l'uccidere innocenti non serva che a peggiorare la propria sorte, ma, detto questo ...

se l'Isis, fosse così stupidamente criminale da pensare anche a questo Papa?.