… dal profondo dello spazio profondo … - di Francesco Briganti
Morto un re glie ne succede un altro; Il re abdica viva il nuovo re!. I re sono come le ciliegie, l’uno tira l’altro ed è per questo che, siano rette da figli bastardi di finte madonne o da eredi legittimi di sangue blu (chiara anomalia genetica essendo rosso il sangue quello vero, quello genuino), le monarchie finiscono col diventare una catena di sant’Antonio che si perpetua nei secoli. Ora i re si possono suddividere in tre categorie: quella dei sovrani assoluti il cui volere è legge incontrastata, tutti spariti oramai per volontà violenta; quelli che si accontentano del guiderdone a fine mese e contano poco o nulla, e ce ne sono ancora molti; quelli che re non sono, ma operano come tali: intascano una lauta prebenda a fine mese, spacciano il loro tramare dietro le quinte come sacrificio personale rappresentato sull’altare di una patria incapace ed inetta, accettano con finta ritrosia la vanagloria di essere l’unica risorsa rimasta, rifiutano di render conto, e quando sentono avvicinarsi rumori strani accampano motivi di salute e scelgono l’aura del campione in auge andandosene prima di cadere. Non mi perderò nello spiegare perché questi ultimi sono i più pericolosi, giacché se lo sapeste già sarebbe inutile e viceversa, se non lo sapeste vorrebbe dire che non avete voluto dare fiducia ai vostri occhi ed alle vostre orecchie ed allora sarebbe inutile lo stesso. Altro non dirò perché tengo famiglia!.
In questi giorni di letizia tradizionale poche volte, in famiglia, ci siamo lasciati andare a discussioni di natura politica; come in ogni dove, e per fortuna, anche qui ci sono esponenti di vari orientamenti e di tendenza diversa; sfumature a dividere e quasi mai linee generali ad unire; come da per tutto per ogni testa pensante c’è un commissario tecnico, un giudice pronto a sentenziare, un difensore o un pubblico ministero a difendere o ad accusare; se non che il “quasi mai” di cui sopra diventa una favola per bambini quando si toccasse il putto fiorentino giacché in quel caso una parte ridicola, come numero assoluto, dei presenti ad una discussione diventa un corpo unico che non ha più senso critico e che, nella migliore delle ipotesi dal punto di vista di un oppositore, al più e con molta riluttanza riesce appena ad ammettere un “ … del resto chi altri era rimasto?” per la serie “ … ci siamo spesi per il meno peggio … “. Di quel numero assoluto fan del puttino rivoluzionario del nulla, nessuno, però, conosce la storia passata, le parentele, le frequentazioni, la strategia; nessuno guarda ai possibili sviluppi osservandoli ad angolo giro; nessuno si azzarda a considerarne la sfrontatezza, lo snobbismo da parvenu, la straordinaria alterigia dettata solo dalla presunzione e mai da un risultato ottenuto: questo, sia detto chiaro, considerando sbagliati degli obiettivi di destra raggiunti da uno che si spaccia di sinistra!.
Ho parlato di un numero ridicolo, in valore assoluto, di favorevoli, non intendo tacere dell’altro numero, quello rimanente; detto dei due su dieci per il putto, ce ne sono altri tre che si spendono per altre credenze ed altri cinque, a completare la decina, che se ne fottono totalmente del gioco; costoro pensano che lasciando ad un tizio con percentuali da condominio la possibilità di spacciarsi per messo del popolo, la loro condizione possa in qualche modo migliorare; non capiscono, da quei perfetti beoti quali sono, che minore sarà la forza votante tanto maggiore sarà il potere acquisito da chi, espressione dei pochi veramente decisi, ne approfittasse per comandare e decidere il futuro. Ma tant’è e, dunque, quando si lasciasse tranquillamente trasformare una repubblica in monarchia, allora non dovrebbe più nemmeno essere stimato come diritto quello di lamentarsi delle proprie condizioni. Cosa questa che, invece, avviene quotidianamente a fare da valvola di sfogo per un popolo tutto dedito alla fanfaluche dei telegiornali, delle soap, degli show marca regime che spiegano, illudono, addormentano e divertono un popolo sempre più bue.
Dunque, e sia finalmente chiaro per tutti, che avrebbe piena legittimità di governo colui il quale con il 37% dei votanti acquisisse con l’ITALICUM il dominio assoluto sul cento per cento degli aventi diritto al voto. In queste ultime due righe ci sono due concetti molto importanti che ciascuno dovrebbe approfondire e capire: A) VOTANTI e B) AVENTI DIRITTO AL VOTO. Non voglio più perdere tempo a spiegare la differenza tra A) e B), chi ritenesse salutare per il proprio sé capirla lo faccia informandosi e valutando dare ed avere; chi no, continui pure a partecipare alla rappresentazione in corso, sappia però che miracoli, ad opera di alieni benevoli, non ce ne saranno.
NON PIU’, quando anche qualche volta ce ne fossero stati! .