Davide e GOLIA - di Francesco Briganti
Che cosa è il domani per l’uomo di tutti i giorni?; e, cosa è il domani per un popolo di una nazione che si ritenga essere un consesso civile?; e per un continente che fosse patria di quelle nazioni?; e per il pianeta a sua volta culla di quel continente?.
Il domani è una astrazione temporale convenuta come tale che spinge l’effettivo, il vero ed unico, domani avanti di ventiquattro ore perché il futuro l’unico di cui si possa essere certi è solo l’attimo successivo a quello vissuto nel momento in cui ci si pone la domanda. La capacità acquisita di immaginare sé stessi e gli altri ed il contesto dell’intorno immerso nell’insieme degli intorni è ciò che fa dell’uomo una specie animale superiore alle altre. L’estrapolazione del Sé dall’attimo che fugge per collocarlo in un domani più o meno lontano è fonte di crescita e procedere di vita in funzione di una programmazione, di progetti, di sogni e di speranze; è fonte, anche di capacità di sopportazione a dolori e delusioni, a sconfitte e patimenti; è trampolino iper elastico, quando ci fossero successi e gioie, da cui balzare verso ulteriori vittorie e felicità; è fonte, dunque, di quel “ESSERE” che caratterizza l’uomo come qualcosa di trascendente, al di là del terreno, e gli fa immaginare di avere ascendenze divine.
Guardando al mondo animale ci si rende conto come tutto proceda in diretta funzione della vita biologica di ciascuna specie e questo indipendentemente dalla stesa volontà della specie considerata; un colibrì il cui tempo è molto breve vive freneticamente in un batter d’ali continuo, viceversa i grandi pachidermi o le tartarughe che raggiungono il centinaio e più d’anni di esistenza vivono lentamente lasciandosi scorrere come acqua di un fiume verso la foce. L’uomo ha scelto, perché di scelta si tratta, che sia soggettiva o di ambiente poco importa, di vivere facendo del tempo una sua funzione, c’è infatti chi sembra non averne abbastanza e chi, invece, troppo; c’è chi ne fa una questione di impegno e mezzo di arricchimento materiale ed intellettuale e chi al contrario lo fa diventare origine di vizi e malefatte varie quando non si incontrino quegli individui, uno è appena decaduto, che conciliano il peggio di ogni possibilità lasciando ai “sottomessi scemi e creduloni” l’utilizzo del tempo nel modo più faticoso, meno produttivo per gli altri che non fossero loro.
La categoria a cui appartengono i politic(ant)i italiani ha una propria particolare viione del tempo; nell’esprimere le loro attività, la loro storia pasata, il loro inutile presente, gli unici modi e tempi utilizzati per declinare un verbo sono l’indicativo futuro prossimo : diremo, faremo, vedremo, cercheremo, oppure il condizionale al futuro passato: avremmo dovuto, avremmo fatto, sarebbe stato necessario e cosi via sino alla presente rottura di coglioni di ciascuno di noi. Quasi mai nessuno che dica : ho fatto, ho realizzato, mi scuso, ho sbagliato ecc. ecc. eccetera. Per loro il domani non è il probabile è la certezza della stupidaggine di chi hanno davanti: il popolo italiano!.
Ieri sera il confronto tra i tre candidati alla segreteria del PD; se nelle primarie non avessi intravisto la possibilità per tutto il popolo della sinistra, soprattutto per quelli come me che non amano il PD, di fruttare la propria intelligenza e passione per condizionare a sinistra quello che alla proprie origini era un partito di sinistra, io di quella trasmissione che se neè occupata me ne sarei fregato altamente; ma le prosime primarie offrono a quel popolo della sinistra questa opportunità ed un popolo che è senza alcun dubbio un POPOLO DELL’ESSERE per storia, passata e preente non fosse altro per sacrifici e patimenti e rispetto sempiterno vero uno stato che non merita, QUESTA OPPORTUNITA’ NON DEVE LASCIARSELA SCAPPARE e deve immaginare il futuro immaginando l’uno o l’altro o l’altro ancora dei candidati in quel ruolo e, poi, avendo riflettuto bene andare a votare pensando al proprio soggettivo progetto di futuro; Ripeto che io non sono un fans del PD, ripeto che io alle politiche quando ci saranno voterò per Ingroia o per quella sinistra unita che decidesse una buona volta di esserlo veramente, ma, ciò nonostante, andrò a votare alle Primarie Pd e voterò per CIVATI, operaio della politica, l’unico che è sembrato essere capace di coniugare i VERBI AL PRESENTE perché “DOMANI E’ SI UN ALTRO GIORNO”, ma dipende esclusivamente da NOI!.