… del diritto e dei doveri … - di Francesco Briganti

03.11.2013 08:05

L'insieme ed il complesso (in genere sistematico) delle norme che regolano la vita dei membri della comunità di riferimento;
Il dovere (dal latino debere, derivato a sua volta dalla preposizione de, 'da', e dal verbo habere, 'avere') è il comportamento imposto da una norma. Poiché esistono diversi tipi di norme - giuridiche, morali, religiose ecc. - si avranno altrettanti tipi di dovere. (Wikipedia)
Che altro aggiungere alle due definizioni di cui sopra?: nulla!. Esse sono, nella loro sinteticità, esaustive per quanto riguarda sia l’una parola che l’altra ed in una società civile, giusta, democratica si pretende il loro rispetto nei confronti e da parte di ognuno dei componenti senza eccezione alcuna, quindi senza deroghe e sine causa ad personam. Questo in una società civile!. Su questo pianeta, però, ci sono nazioni, stati e governi che spacciano per democrazia qualcosa che più lontano da essa non potrebbe essere; paesi in cui vige la legge del più forte, quella del più furbo ed ancora quella del più ricco e potente. Ci sono paesi dove il carpire la fiducia di un popolo è una strategia elevata al rango di arte e dove i mezzi più subdoli e fantasiosi vengono utilizzati per trasformare e frastornare la realtà. Ci sono stati in cui la menzogna diventa regola e la negazione dell’evidenza sistema; dove, infine, i doveri diventano dogmi da accettare e rispettare pedissequamente e supinamente mentre i diritti risultano degli optional talmente tali che già la sola loro elencazione si palesa come un reato di utopia. In quei paesi il pretenderne, poi il rispetto viene vissuto dalla classe politica come un attentato alla sovranità dello stato ed il lottare per ottenerli un atto di lesa maestà che travalicato il codice penale di pace sconfina nel codice penale militare configurando il tradimento, il terrorismo ed il ricorso a leggi speciali e straordinarie. In questo paese, il nostro paese, porta bandiera delle società antidemocratiche ed incivili a queste situazioni ci siamo abituati tante sono le volte, oramai, in cui con esse ci siamo dovuti confrontare. Qualcuno dirà che io mento perché, liberamente e senza conseguenze, posso scrivere e dire quanto scrivo e dico; a quel qualcuno, così ingenuo, quando non colluso e complice, da credere alla sua stesa baggianata, io rispondo che è LUI A MENTIRE sapendo di farlo dato che questa mia libertà non è un diritto esercitato, ma una concessione, furbescamente, fattami e fattaci dalla protervia di un potere che si crede immarcescibile, insostituibile e che, particolare decisivo, se ne strafotte di me, di voi, di noi tutti. Pensateci: cosa vi accade se non pagate una multa?, e a quali conseguenze andreste in contro, voi semplici cittadini, se evadeste, corrompereste, violentereste o paghereste una minorenne o anche solo tentereste di chiedere pietà per una vostra conoscenza che, pur colpevole, non riesce a sopravvivere al carcere?. Lo stato, questo stato e questi governi e questi governanti e politici, sarebbero inflessibili nel giudicarvi e condannarvi!. I DOVERI, santo Iddio, SONO DOVERI e vanno fatti rispettare!. Ma come la mettiamo con il diritto al lavoro, con quello allo studio e poi con quello alla sanità e con quello alla meritocrazia, e con quello all’uguaglianza, e con quello alla giustizia e con quello alla libera determinazione del proprio stato sessuale, familiare, di procreazione, di legittima difesa, di opportunità e della pura e semplice sopravvivenza?. Questi DIRITTI, presi uno per uno ed nel loro insieme diventano, IN QUESTO BRUTTO BEL PAESE, casi limite, situazioni sub iudice, da valutare caso per caso, su cui filosofeggiare avanzando centinaia di scusanti, migliaia di eccezioni, milioni di valutazioni religiose, miliardi di arzigogolamenti ciascuno funzione di come, la mattina, il solone politico, il funzionario di partito, il lecchino sodomita, il prezzolato o il profeta di turno ha aperto gli occhi o ha ricevuto e recepito GLI ORDINI SUPERIORI impartiti dal deus ex machina di riferimento, dal partito di appartenenza, dal proprio interesse personale, dalle aspettative di carriera e chi più ne ha più ne aggiunga essendo certo di non sbagliare e di non subirne conseguenze perché la considerazione che ne riceverebbe, che ne riceviamo noi tutti, è semplicemente quantificabile come inferiore allo zero: NOI NON CONTIAMO UN … . Ora ditemi: perché sono pronto, sicuro di vincere, a scommettere la qualunque che nessuno di VOI è amico, conoscente, parente, anche alla lontana, di un ministro o, quale che sia, fetido uomo politico?. Perché scoppio a ridere di rabbia e frustrazione quando sente un politicante del c … affermare che è suo diritto … qualsiasi cosa dica?. Perché, di conseguenza, non ho nessuna pietà e comprensione per quei cittadini, bellamente protestatari per ogni dove e cosa che pur vivendo nelle fogne più sporche nemmeno come estrema ratio tentano di trascinare a sé ed al loro stesso, sporco, putrido, infame livello i responsabili di quella condizione?, perché, sempre più spesso sento il bisogno di uniformarmi alla strafottenza generale?: per due semplici lapalissiani e scomodi motivi; perché siamo noi i primi responsabili e perché SIAMO ITALIANI … ecco perché!.