Democrazia – di Gino Gatto
Composta dall'unione di due parole dell'antico greco: δῆμος (démos)= popolo e κράτος (cràtos)= potere; di conseguenza governo del popolo. Viste le dimensioni della popolazione Italiana è chiaro che la “res publica” non è gestibile nella pubblica piazza dopo aver sentito il parere di tutti, da qui la necessaria decisione di renderla rappresentativa, fermo restando il principio che il “popolo” detiene il “potere”. Ne consegue che tutte le correnti di pensiero, di estrazione sociale, di etnia debbono avere l'opportunità di partecipare attivamente alla gestione del Paese. E' il principio fondamentale sul quale si basa la Carta Costituzionale della nostra Repubblica; mi sembra, però, che questo principio sia disatteso sin dalla formazione dei collegi elettorali che danno vita alle assemblee parlamentari; con la stesura di “liste” preconfezionate che limitano la scelta popolare; gli sbarramenti; la mancata applicazione del quorum di legittimazione le operazioni elettorali.
Le recenti consultazioni elettorali hanno registrato un corposo astensionismo, che non ha avuto seguito, poiché non invalida la consultazione proprio perchè non viene applicato il principio del quorum di legittimazione; è prevista la procedura di astensionismo attivo (Testo Unico delle Leggi Elettorali, D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 - Art. 104 - Par. 5), ma anche questa non ottiene riscontri perchè la Casta “cinicamente” se ne infischia e non esiste procedura di applicazione a questa norma; per assurdo si può anche rischiare la denuncia per intralcio alle operazioni elettorali.
Come ebbe a dire qualche anno a dietro un certo Publilio Siro (drammaturgo romano vissuto nel I sec. a. C.): “Etiam capillus unus habet umbram suam” (anche un capello ha la sua ombra). Belle parole, dichiarazione di un sano e veritiero principio di democrazia, che ahimè non ci appartiene, che ci viene negato!
Costituzionalmente il principio elettorale è il proporzionale (puro, matematico) dove tutte le opinioni vengono prese in considerazione applicando quanto affermato da Publilio Siro; però secondo il principio “chi controlla il controllore!” il controllore pensa agli interessi personali, e da buon couturier fa abiti su misura!