“ … … “ - di Francesco Briganti

12.09.2013 18:51

“ … ne gradisce una fetta … Jo?! “; “ … si!, grazie! … molto volentieri … “. E’ lo scambio, tra quelli più banali, di battute che due dei protagonisti di un film si scambiano, mentre seduti a cena intrattengono una conversazione a proposito di una torta e di una festa. A leggerle così, queste parole hanno lo stesso sapore del nulla, ma calate nel prima e nel dopo, immerse in quella che è l’atmosfera dell’intera storia, supportate dalla musica che fa da colonna sonora rendono, e per intero ed in maniera decisamente suggestiva, ciò che distingue l’uomo dalle bestie, ciò che fa dell’uomo qualcosa di trascendente e che vira verso il superbo, l’altissimo e, in qualche caso, il divino. Perché ho scelto proprio quelle e non altre che fossero più significative, più capaci di smuovere, anche al fuori del loro contesto, un qualsiasi sentire, è presto detto. Ho, da qualche giorno un po’ di tempo libero; non è propriamente possibile definirlo di riposo, ma di certo è, transitoriamente, una pausa in cui leggo, guardo, rifletto e, in conseguenza di ciascuna di queste cose, penso!. Leggo i giornali e ognuno di essi, come se si parlasse della vita e della morte riporta con la stessa solennità ed importanza delle vicende di tal Berlusconi, della sua valenza come senatore, della sua importanza come capo politico, ma nessuno di essi ribatte a piena pagina e quotidianamente quelle che sono le malefatte, nemmeno quelle oramai in giudicato, di questo tizio; leggo ed ancora vedo a titoli cubitali di un quasi certa ripresa, dell’abolizione di questa tassa e/o di quell’altra, ma se non vado a spulciare ben bene nelle pagine interne non trovo, e di certo quand’anche le trovassi non con la stessa rilevanza, che la disoccupazione aumenta, che sempre più aziende chiudono, che la vita è aumentata di un’ulteriore percentuale, che ancora aumenterà, e che questo paese è, costantemente, a rischio di un deficit progressivo quando non di un default sempre possibile. Leggo: e trovo la banalizzazione dell’assassinio, chiunque ne sia il colpevole, a fronte di armi chimiche, convenzionali, per l’uranio arricchito, per danno comunque procurato o indotto, ma non ci sono analisi costruttive dei perché, non ci sono prese di posizione nette, chiare e perentorie conseguenti, né consecutive proposte di soluzioni efficaci e definitive. Guardo ed ascolto alla “televisione” intesa come complesso di canali differenti per frequenza ed indirizzo, eppure tutti ed ognuno normalizzati al “political correct” in cui contemporaneamente, quando non addirittura di contro balzo l’uno dall’altro ed ancora al primo, vengono ripetute le stesse parole assemblate negli stessi concetti, ripetuti per milioni e milioni di volte nello stesso susseguirsi periodale e discorsivo. Se sopporto, ne vengo travolto ed affogato nel disgusto per l’inutile e l’assurdo; la nausea è superiore a quella che si prova nel transitare vicino ad una cloaca; la mortificazione è la stessa di colui si accorgesse di essere trattato come un idiota sapendo di non esserlo. Eppure queste trasmissioni, speriamo si differenzi stasera Santoro con la propria, hanno milioni di spettatori ed un gradimento altissimo e secondo me il problema è proprio questo: molti non sanno di NON essere degli idioti o si comportano come se non lo sapessero. Le ragioni dell’una e dell’altra parte, quali che sia l’argomento del contendere, dovrebbero appassionare per una volta, forse due, arrischiamo fino alla decima, ma poi dovrebbe sopraggiungere una reazione allergica, una idiosincrasia per tutto ciò che è vuoto di contenuti e di proposte e di risultati e tutto ciò non solo verso le chiacchiere in sé, ma anche per i fatti che tali chiacchiere ingenerano. Dice: “ … ma di questo passo, ignorandoli, l’informazione va a farsi friggere … “. Sbagliato nel modo più assoluto, perché questa non è più informazione, diventa indottrinamento per l’una e/o per l’altra delle parti contrapposte. L’informazione consiste nella presentazione di un fatto, delle sue cause, della sue conseguenze, del quando e del dove; dopo di che ci si può spendere per una visione oggettiva o, ben evidenziandolo prima, soggettiva dello stesso, ma, fatto questo continuare a spacciare per “verità assolute” il tentativo di rubare una ragione per convincere qualcuno è disinformazione criminale. Ecco, dunque, il perché del NULLA tra i punti all’inizio ed anche il perche della scelta di quello scambio banale riportato. Così come banale è anche questo mio scritto, ripetitivo di un concetto che dovrebbe essere spontaneo in ognuno di noi e spingerci a protestare, se non altro a protestare, nei confronti di tutti coloro che mostrandosi MAESTRI non sono altro che UNA PERDITA di TEMPO. Come, di certo, lo sono anch’io!. Saremmo capaci di far girare questo pianeta all’incontrario se lo volessimo, ma dovremmo volerlo …!.