Dio è grande … unico e solo, ma diversi sono i suoi profeti … - di Francesco Briganti

31.08.2013 07:12

E’ notte!, l’ennesima insonne o quasi; passata a spulciare i giornali in tutti i loro anfratti; a sentire un po’ di musica in cuffia, a rileggere cose vecchie: appunti, ricordi; pensieri in attesa di un’alba che sembra non voler arrivare. La Siria, Asad, il medio oriente. Obama, la Francia, il no dell’Inghilterra. La Russia, l’occidente, la Bonino. La Nato, le sue basi, l’esportazione della democrazia. La salvaguardia dei deboli, degli oppressi, la terza guerra mondiale. Le strade del Padreterno, quale che sia il suo Nome, quale che sia il credo che lo definisce, quale che sia la razza di chi in Lui crede, e le Sue finalità sono imperscrutabili. Mia madre, buonanima, diceva che il Padreterno non paga al sabato, ma la domenica non deve nulla a nessuno; con questo, volendo significare che non bisogna star lì a chiedersi i perché, i quando, i come ed i dove in quanto tutto ciò che accade ci vede come degli attori nelle mani di un regista che tiene per sé il copione e la trama della commedia in rappresentazione. Non sono mai stato dello stesso avviso ed anzi, ho sempre pensato che adattarsi a questa massima fosse l’unico modo certo per andare incontro ai fallimenti più duri senza nemmeno la soddisfazione di una propria personale colpa. Però, di fatto di tanto intanto mi viene da chiedermi se, tutto sommato, la cara e mai abbastanza rimpianta vecchietta non avesse ragione. Guardatevi un po’ in giro; osservando panorami, da quelli più vicini a quelli più lontani, non si può fare a meno di notare e di annotare condizioni disastrate ovunque: dal quarto al primo mondo non c’è un angolo di Eden possibile ed anche in quei posti dove tutto sembra andare per il meglio, scava scava, alla fine ci si accorge che, ad esempio, c’è un tasso altissimo di suicidi o di smottamenti familiari o di drogati o di vizi nascostamente diffusi. Non vorrei che questa vita, quella che noi tutti, 7 miliardi di individui, viviamo non fosse altro che quell’inferno, limbo, purgatorio, post mortem, cui si è destinati prima della vera rinascita in un qualsiasi paradiso; non vorrei che fosse questa la condizione espiativa per una dimensione comune a tutti e precedente. Bubbole!. Pensieri stralunati da insonnia e paranoie da mentecatto. Fandonie o no; Padreterno o meno; stupidità umana o inferno in terra, quello che stupisce è il fatto che qui ogni tanto qualcuno o qualcosa impazzisce. Prendiamo Asad e la Siria: una escaltion di colpi e contraccolpi ha trasformato quel governante ed il suo paese in una miccia a lenta combustione innescata su di un miliardo di tonnellate di tritolo e capace di dare fuoco alle polveri di una guerra totale le cui implicazioni sono tali che ad essere ottimisti si sarebbe i peggiori pessimisti. La Turchia, nelle parole di Erdogan, preme perché si intervenga a salvaguardia delle condizioni del popolo siriano; ma il pulpito da cui provengono quelle parole è quello di un paese in cui i diritti civili sono un optional religioso e facoltativo. La Russia si oppone ad un intervento militare, ma ha fatto dei paesi centro asiatici carne di macello sino al più prossimo degli ieri sterminando e fottendosene di ogni diritto all’autodeterminazione. La Francia, la patria della “liberté fraternità, egalité” si dice pronta e prima e più fedele alleata degli United States of America dimenticando, o forse no e proprio ricordando, un passato coloniale che fa invidia al Kingdom britannico. L’Inghilterra si chiama fuori dopo la panzana delle armi chimiche irachene, ma andando vedendo … non si sa mai!. Primi gli americani e quell’Obama che aveva garantito la fine della guerra in Afganistan come inizio di secoli di pace ed adesso si dichiara sul punto di lanciare un guerra lampo che non vedrà uomini impegnati sul terreno, ma solo bombe intelligenti, droni assassini, civili martirizzati, colpevoli nel mucchio ed innocenti ad essere mietuti come grano al sole onde sfoltire quei sette miliardi che oggettivamente costituiscono, per questo pianeta, un numero esagerato ed insopportabile di “mangiapane a tradimento”. Ma, forse, è proprio questo il fine ultimo che il dio di Abramo, quello di Maometto, quello di Gesù, quello di Cochise, e di chiunque altro creda in unica trascendente divinità si propone: sfoltire in un modo o nell’altro l’affollamento esistente e dunque fare in modo che ve ne siano le cause, non bastasse la singola e soggettiva follia di ciascuno, a che si faccia un po’ di spazio. “ DIO C’E’ !“; era scritto sul parabrezza di un camion di passaggio … forse, s’è rotto le scatole anche LUI!.