… Dio è grande … - di Francesco Briganti

18.11.2015 07:07

“ Su Raqqa piovono bombe. Si sono mossi nel buio della notte partendo dagli Emirati arabi e dalla Giordania. La risposta promessa dalla Francia ai sanguinosi attentati è stata affidata a dieci caccia. Rafale e Mirage 2000 hanno colpito insieme, per la seconda volta in 24 ore. E' un raid simultaneo che non ha concesso tregua. Tutti gli obiettivi individuati nella roccaforte dell'Is nel nord della Siria sono stati "colpiti e distrutti". Raggiunti da almeno 16 bombe, non hanno lasciato più nulla di "un centro di comando" e di una "base di addestramento" dei jihadisti. I jihadisti di Baghdadi "fuggono come topi" e si "nascondono tra i civili", riferiscono gli attivisti anti-Is nella città. "Alcune donne sono andate sui balconi senza velo", in segno di sfida, aggiungono. La Francia proseguirà i raid anche "nelle prossime settimane", la Russia li aumenterà, "per fare capire ai terroristi che le conseguenze delle loro azioni sono inevitabili". E, come annunciato, nella notte c'è stato il terzo raid francese, sempre a Raqqa. Secondo il ministero della Difesa francese sono stati colpiti "due centri di comando di Daesh". Le tre ondate di attacchi "hanno permesso di distruggere sei obiettivi importanti controllati da Daesh", conclude il comunicato usando l'acronimo arabo con cui viene indicato lo "Stato Islamico in Iraq e Levante" ("ad-Dawla al-Islamiyya fi al-Iraq wa l-Sham", un precedente nome dell'Isis) … . “(Repubblica; oggi, ndr) .

Più o meno 110 ore fa un gruppo di terroristi, assassini dell’Isis, francesi per nascita o cittadinanza, sicuramente islamici, spacciandosi in nome di Allah, esponenti di uno stato inventato e canaglia compivano un atto di guerra in terra francese. 132 vittime di varia nazionalità e religione rimanevano quali poveri cadaveri alla glorificazione ed alla pietà del mondo intero. 110 ore fa!. Quattro giorni e mezzo fa!. In questo lasso di tempo, partendo dalla Giordania, aerei francesi sono riusciti in quello che sopra avete letto. Occorre fare gli elogi più sperticati a quelle forze militari che in queste poche ore hanno individuato e distrutto centri di comando e basi di addestramento di un esercito fanatico, raffazzonato tanto quanto ben armato, chi sa da chi, auto proclamatosi responsabile di un eccidio. Di pari passo agli elogi va fatta, ed in contemporanea, la più seria e severa reprimenda e critica a tutti quei servizi, militari e non, che nei quattro giorni e mezzo precedenti l’attentato, nelle quattro settimane precedenti, nei quattro mesi precedenti, nei quattro anni precedenti, non sono riusciti neppure ad immaginare il dove, il quando ed il come otto persone, armate di tutto punto, cariche di esplosivi, fanaticamente esaltati avrebbero colpito.

Certe volte NON si riesce a prevenire, ma, per fortuna ed abilità, si è sempre prontissimi a curare!. Meglio così!; staranno godendo le vittime, i loro parenti così come stiamo facendo NOI affranti di tutto il mondo. (ndr)

“ Dopo i fatti di Parigi il procuratore nazionale antiterrorismo Franco Roberti ha dichiarato: “Forse dobbiamo essere pronti a rinunciare ad alcune delle nostre libertà personali, in particolare dal punto di vista della comunicazione”. E a lui si sono accodati i giornalisti e gli intellettuali di regime, appartenenti alle destre di nome o di fatto. Una filosofia paradossale, quella che pretende di difendere il sistema democratico attaccato dai terroristi diventando loro complici e aiutandoli a smantellarlo. Il paradosso non è comunque originale, ed è farina del sacco di Bush ii, che lo codificò nel Patriot Act del 2001. Da allora gli Stati Uniti sono ufficialmente e “democraticamente” diventati uno stato di polizia. E lo rimangono tuttora, perché anche dopo la scadenza del Patriot Act nel 2015 il premio Nobel per la pace Obama ha emesso un Freedom Act che, nonostante il nome-paravento, lo estende fino al 2019. … “ …
“ … Ma la limitazione dei diritti civili dei cittadini non è che una faccia del più generale attacco alla democrazia compiuto in questi tempi dai paesi occidentali. L’altra faccia, ovviamente, è la limitazione dei diritti sociali dei lavoratori e politici degli elettori, codificata in leggi interne quali il Jobs Act italiano, e in supergoverni esterni autonominati quali la troika europea: limitazione perpetrata, questa volta, sulla base di quell’altra emergenza planetaria che è la crisi economica. In entrambi i casi, del terrorismo e della crisi economica, niente viene fatto per risolvere i problemi alla fonte, curandone le cause invece che gli effetti. Ad esempio, la Francia era già stata vittima di ben due tipi di terrorismo, a cavallo tra gli anni ’50 e gli anni ’60: quello islamico algerino, che combatteva con i mezzi a sua disposizione il colonialismo francese in Algeria, e quello francese di estrema destra, che attaccava in Francia gli intellettuali che difendevano la causa della liberazione algerina. Inutile dire che entrambi i tipi di terrorismo continuarono fino a quando non si risolse il problema nell’unico modo sensato e definitivo: accettando l’indipendenza e l’autogestione dell’Algeria. … . “ (P. Odifreddi; Repubblica;oggi; ndr) .

I civili, le vittime, i feriti, gli straziati tra i civili, fossero bersaglio di una guerra combattuta, di una guerriglia militare, economica e/o sociale, sono e restano tali guadagnandosi l’icona dei martiri a qualsiasi latitudine e longitudine. Mi dovete perdonare, ma io continuo a ritenere che non basta essere pronti a colpire gli esecutori materiali se …

non si ha nessuna volontà di colpire, DISTRUGGERE ED ANNICHILIRE CAUSE E MANDANTI!. (ndr).