… e chi non beve con me … - di Francesco Briganti

31.12.2014 07:59

Care italiane e cari italiani …
Questo è stato un anno di quelli che si vendono all’Ikea: pezzi sparpagliati tra di loro che ciascuno a dovuto, quando ha potuto, assemblare da solo. Naturalmente, cari concittadini, tutto ciò è stata solo una Vostra prerogativa giacché, e come ben sapete, tutti noi politici, a cominciare da me, ci siamo dovuti accontentare di una star del vivere già preordinato e preparato, monotono nella propria tranquillità ed agiatezza, avendo dovuto per trecentosessantacinque giorni occuparci di aumentare gli ostacoli sul Vostro cammino; devo dire che per questo un po’ invidiamo la Vostra vitalità che è tutto rispetto al nostro vivere da zombi robotici, cinici e apatici all’altrui divenire.

In questo giorno di disperata letizia, mi duole dire che presto dovrò lasciarvi nelle mani di un mio successore il quale, però, questo ve lo garantisce questo Vostro sovrano, non mancherà mai al proprio dovere di pedissequo esecutore degli accordi elettorali; il quale non tarderà a farvi capire quanto poco importante è il vostro essere spendendosi anche lui per i prossimi sette anni a tutela dell’idea che un popolo non va lasciato impigrire e, dunque, occorre sempre rendergli difficile il cammino per non lasciare che pace, serenità, lavoro e dignità ne facciano una congrega di smidollati imbelli utilizzatori finali di vita.

Posso dire, a voler essere memore delle origini di una storia e di un pensiero, che ho coronato degnamente il mio cammino cominciato nelle giovanili fasciste e, tracciato un frego netto su di un intermezzo sinistroide e cerchiobottista, l’essere divenuto il primo sovrano repubblicano nella genesi storica mondiale, non fa che introdurmi orgogliosamente nella guinnes dei primati funzione di una politica inutile, fatigante ed affamapopolo.

Pensate come Vi sareste trovati se al mio posto ci fosse stato un vero ex partigiano: avreste quotidianamente dovuto sopportare allarmi per le Vostre condizioni; rimproveri continui a quel imbroglione ed a quel altro; severi ammonimenti a chi da criminale condannato definitivamente chiedeva grazie impossibili; sareste dovuti andare a votare almeno altre due volte; avreste visto un qualche improvvisatore esercitare il proprio diritto elettivo di formare un nuovo governo; vi sareste dovuti sorbire la pena di governo legittimo costretto a fare cose serie e pericolose e quei cazzeggi che io, invece, vi ho garantito.

Pensate a quale drammatica situazione ci sarebbe stata in questo paese se al mio posto ci fosse stato un libero pensatore del tutto scevro da sottomissioni ed accordi; considerate quanto devastante sarebbe stato che su questo colle ci fosse stato qualcuno capace di dire all’Europa che i paesani sono più importanti di Maastricht e di Shengen, qualcuno che avesse avuto il coraggio di mandare affanculo la Angela teutonica. Forse sareste stati un po’ meglio, ma di certo non avreste avuto quella aura eroica che io e solo io vi ho procurato.

Un monito dovete permetterlo in questo mio ultimo, con Vostro immenso dispiacere lo so, discorso: “ NON ADERITE MAI E POI MAI a quella campagna che vorrebbe ANTONIO INGROIA come presidente!”. Un magistrato al mio posto vi farebbe correre il rischio di una normalizzazione accelerata di questo paese verso una deriva onesta e tutta tesa al ripristino del lavoro, della dignità, della riduzione delle spese, degli abusi, dei soprusi; Vi costringerebbe a fare i conti con una mafiosità di pensiero ed atteggiamenti che ci caratterizza ognuno; sarebbe responsabile di un cambiamento apicale di abitudini e di usi e costumi non tollerabile. Sarebbe il caos della spinta verso un governo che facesse solo cose urgenti, serie e quei cambiamenti necessari a Voi paesani; sarebbe un presidente il cui altruismo porterebbe ogni casta alla rovina definitiva lasciando il popolo senza quei circenses che, anche in mancanza di pane, sono, però, il sale del sacrificio e del martirio.
Di Pertini ne abbiamo già avuto uno e c’è bastato!.

Care Italiane e cari Italiani, queste mie ultime parole mi hanno fatto riflettere sulla condizione di una vita: passata, presente e futura, perciò sapete, nel augurarvi un sempiterno ripetitivo 2015, cosa Vi dico? ….

Gioite ... perché IO RESTO!, CHE E’ MEGLIO, se non per altri … per me di sicuro!.