... e dunque ricapitoliamo ... - di Francesco Briganti

26.03.2016 09:50

Esistono al mondo persone disposte ad uccidersi e ad uccidere per una fede, un'idea, un punto d'orgoglio; sono persone che sembrano aver deciso che la loro vita è un mezzo e non un fine e ne fanno un uso assassino indifferenti a ciò che lasciano essendo, però, sorretti dalla speranza di ciò che credono troveranno.

Star qui a disquisire se un millantato paradiso e cento possibili vergini valgano un giardino qualsiasi in terra e/o anche una sola compagna in vita non mi compete: ciascuno del proprio, fisico e metafisico, fa ciò che vuole; tanto meno si ha diritto di intervento quando come me si è in attesa di una resurrezione; arrogarsi, allora, il diritto di giudicare è pura presunzione.

Il " vivi e lascia vivere ", quindi, come regola generale.

Dice : " ... ma guarda che sono loro a venire ad interrompere il nostro tran tran quotidiano; sono loro che fabbricano esplosivi; sono loro che uccidono innocenti un po' dovunque; sono loro che vengono qui a milioni; sono loro che ci rubano il lavoro; ci violentano le donne, ci drogano la gioventù, ci rapinano nelle case, vivono negli alberghi mentre i nostri concittadini dormono nelle macchine ... ".

Dice : " ... questi qui bisognerebbe aiutarli a casa loro; occorrerebbe impedirgli di partire e mica per altro se non perché altrimenti rischiano di affogare nel mediterraneo, saranno sfruttati, discriminati, offesi, maltrattati, relegati in ghetti vergognosi, quindi è a casa loro che vanno aiutati ... ".

Dice: " ... guarda che chi parla è uno che è per l'integrazione, per l'accoglienza del numero giusto, per far venire qui chi può dare una mano svolgendo quei lavori che noi non facciamo più, quindi non sono un razzista, uno xenofobo, uno che non vede ad un palmo dal proprio naso, sono solo uno che ha ben presente la difficile situazione italiana e chiede solo che si aiutino prima gli italiani ... ".

Dice e dice e dice ...

queste tra le altre tante cose di cui quotidianamente noi tutti ci nutriamo: chiacchiere e chiacchiere ed ancora chiacchiere. Ci parliamo addosso nella più logorroica delle frenesie, ci occupiamo di tutto dai massimi sistemi al senso ultimo della vita; disquisiamo di religione e di filosofia nel mentre stesso che ci derubano del portafogli; facciamo della saccente dietrologia ignorando, io dico volutamente, il moscerino, poi mosca e quindi moscone, che, sfacciato e ripetutamente, ci colpisce nell'occhio provocando quell'infiammazione cronica a cui, oramai, ci siamo abituati.

La caccia, metaforica e non, alla risoluzione verbale di ogni problema è lo sport nazionale di un popolo di ignavi; assistiamo con strenuo coraggio e valoroso sangue freddo alle disgrazie altrui partecipando quando commossi, quando sdegnati, quando addirittura e profondamente disgustati; rendiamo persino grazia a quel dio della presunzione dicendoci disposti ad un cambiamento che, però, non ci vede mai protagonisti in prima persona, ma che sempre richiede sia qualcun altro a cominciare: meglio se, poi, fosse anche dettato da una ricostruzione opera di qualche messianico gruppo a vantare di ciò che dovrebbe essere la normalità, per tutti ed ognuno, finalmente l'arma per sradicare un sistema corrotto.

E' vigilia di Pasqua; è tempo di auguri; è routine di solite abbuffate in famiglia, di gite fuori porta, anche queste ad orario d'ufficio neanche fossero uno sciopero qualunque; è tempo, perciò, di far finta di essere una società civile e per bene!.

Domani il Cristo sarà risorto nel mentre che nel mondo alcuni milioni saranno morti per le più varie ragioni e noi tutti faremo finta che ogni tassello è magicamente tornato al proprio posto e per ventiquattro, quarantotto ore dimenticheremo che ...

cazzo!, non funziona niente in questopaese!.